Autovelox, è boom di multe in Italia: incassi di 1,54 miliardi

Le sanzioni sono una realtà solo del Centro Nord (84,3% del totale) e crescono soprattutto nei centri medio-piccoli

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nel corso del 2023, famiglie e cittadini privati hanno versato ai Comuni un totale di 1 miliardo e 535 milioni di euro in multe stradali, registrando un aumento del 6,4% rispetto all’anno precedente e del 23,7% rispetto al 2019. Anche considerando l’andamento dell’inflazione, l’aumento rispetto all’anno precedente alla pandemia è del 6,9%.

Le sanzioni sono principalmente concentrate nel Centro-Nord, rappresentando l’84,3% del totale, con un aumento significativo nei centri medio-piccoli, che hanno registrato aumenti superiori al 50% rispetto al 2019. Tra le città, Firenze primeggia come zona con maggiori sanzioni.

Perchè questi aumenti

Le ragioni di questo aumento, come spiega il quotidiano, sono diverse: un maggior numero di spostamenti, un aumento dei controlli, un’incrementata frequenza di infrazioni, l’utilizzo di strumenti più rapidi per la riscossione e un’importante dose di inflazione. La distribuzione dei proventi delle multe permette di evidenziare ulteriori dettagli. In particolare, si nota che l’incremento è stato più significativo nei Comuni di dimensioni ridotte e medie, mentre nelle città più grandi le cifre appaiono più stabili.

I Comuni più piccoli, con meno di 10.000 abitanti, hanno incassato lo scorso anno 238,6 milioni di euro, registrando un aumento che in quattro anni si attesta intorno al +50%, arrivando addirittura al +59,7% nella fascia di popolazione compresa fra 2 e 5.000 abitanti.

Quando la dimensione del comune aumenta, l’entità degli incassi tende a diminuire, come dimostra il confronto quadriennale che indica un aumento del +27,3% nei comuni con una popolazione compresa tra 60.000 e 250.000 abitanti, mentre si registra una sostanziale stagnazione (+3,3%) nelle città più grandi, le quali non hanno seguito nemmeno il ritmo dell’inflazione.

La maggior spinta sembra non derivare dai divieti di sosta, un fenomeno ovviamente marginale nei centri più piccoli. Per questo motivo, l’attenzione si concentra soprattutto sugli autovelox. L’accusa rimane la stessa e è rivolta ai piccoli comuni che sembrano fare “cassa” con i rilevatori di velocità. Inevitabilmente, i dati pro capite aumentano quando un controllo è posizionato su una strada molto frequentata nel territorio di un piccolo comune.

L’autovelox che ha incassato di più

Questo è il caso, ad esempio, dell’autovelox al Passo di Giau, sulle Dolomiti ampezzane, la cui distruzione all’inizio di gennaio ha attirato l’attenzione dei media nazionali sul tema. L’anno scorso, il Comune di Colle Santa Lucia ha incassato 747.094,42 euro in multe, che corrispondono a 2.159 euro per ciascuno dei 346 abitanti del piccolo centro. Si tratta di un dato 83 volte più alto della media nazionale, ma è evidente che a pagare sono i turisti che si affollano tra Selva di Cadore e Cortina d’Ampezzo e che spesso, soprattutto in moto, superano il limite di 50 all’ora previsto su quella strada di montagna.

I dati delle città italiane

Nelle città maggiori, il fenomeno delle multe stradali presenta una varietà di situazioni. Firenze si distingue nella classifica degli incassi pro capite, registrando 198,6 euro pro capite, in linea con il dato del 2022 ma segnando un notevole aumento dell’85,5% rispetto al 2019, quando l’amministrazione comunale incassò 38,7 milioni di euro contro i 71,8 milioni dell’anno scorso.

Questo dato fiorentino si discosta dalla tendenza delle altre grandi città, come Milano e Roma, che hanno registrato un calo sia rispetto al 2022 che al 2019 (con una diminuzione dell’11,7% e del 19,1% nella Capitale e del 3,7% e del 12,5% a Milano rispetto ai due anni di riferimento). Bologna, con i suoi 81,5 euro pro capite, si posiziona all’undicesimo posto nella classifica dei capoluoghi per incassi pro abitante, con un aumento del 12,1% rispetto al 2022 e del 6,8% rispetto al 2019, evidenziando un trend più moderato rispetto alla media nazionale.

Va sottolineato che i dati, come già accennato, si riferiscono agli incassi effettivi, e sono fortemente influenzati dalla capacità di riscuotere le multe emesse. Questo aspetto incide in modo significativo sulla geografia delle multe, che è nettamente concentrata al Nord, dove si registra l’84,3% dei verbali, mentre solo il 15,7% riguarda il Sud e le Isole, nonostante queste regioni ospitino il 34,5% della popolazione italiana.

Nel Mezzogiorno, la media degli incassi per multe oscilla tra i 10,3 euro pro capite delle Isole e i 13 euro del Sud continentale, circa tre volte inferiore rispetto ai livelli del Centro-Nord. I dati relativi alle città aiutano a chiarire questa disparità: a Bologna, l’anno scorso è stato incassato il 63,7% delle multe emesse, a Milano il 53,6% e a Firenze il 51,9%, mentre lo stesso indicatore scende al 14% a Napoli e al 12,2% a Palermo.

Allargando l’analisi agli arretrati (conosciuti come “conto residui” nel linguaggio tecnico), il rapporto tra gli accertamenti e gli introiti varia dall’82% di Bologna al 40% di Napoli, fino al 21% di Palermo. Questo significa che in queste ultime città le multe, che siano state emesse per contrastare la sosta irregolare o gli eccessi di velocità, rimangono inefficaci in ogni caso.

Salvini contro i velox

“Come ministero siamo impegnati per limitare il moltiplicarsi degli auto-velox fai-da-te ovunque”. È quanto afferma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini che sui social commenta l’analisi sul boom di multe incassate nel 2023. “I rilevatori di velocità sono utili nei punti e nelle strade più a rischio – afferma il ministro – ma non possono essere piazzati ovunque, senza alcuna motivazione di sicurezza, solo per tartassare lavoratori e automobilisti”.

Salvini già più volte si era schierato contro gli autovelox; in un Question time alla Camera ad aprile dell’anno scorso, il ministro affermò: “Con i colleghi Piantedosi e Valditara (responsabili rispettivamente di Interni e Istruzione, ndr) lavoriamo a un pacchetto per la revisione del Codice della Strada (CdS), datato ormai 30 anni fa, che comprende norme su autovelox, fotored e simili. Esprimo la mia condivisione sulla necessità di intervenire in modo definitivo su utilizzo e collocazione degli autovelox per evitarne usi impropri, che in talune circostanze sono evidentemente fatti solo per fare cassa. E lo dico forte dell’impegno di ridurre il numero di 3.100 vittime della strada registrato l’anno scorso”, aggiunge Salvini. “Dobbiamo aiutare le amministrazioni locali ad avere bilanci più sani – conclude – senza però pesare sulle tasche di automobilisti o motociclisti con multe o autovelox spesso posizionati solo per fare cassa e senza migliorare la sicurezza in strada”.

Salvini più volte ha affermato che il dibattito non sia tanto sul merito e sul valore degli autovelox nel migliorare la sicurezza stradale, specialmente quando vengono posizionati in tratti di strada strategici che sono statisticamente pericolosi. Sembra che la critica si concentri sugli utilizzi meno attenti che vengono fatti degli autovelox, che spesso vengono posizionati su strade ad alto scorrimento e segnalati in modo poco evidente, il che può far sentire ingannati gli automobilisti che vengono multati, anche se hanno violato le regole del codice della strada.