Treni, secondo il rapporto Pendolaria 2024 il trasporto ferroviario italiano non è migliorato

Il rapporto di Legambiente evidenzia da anni gli stessi problemi: convogli lenti e vecchi, linee chiuse, ritardi cronici e divario sempre più forte tra Nord e Sud

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il Rapporto Pendolaria 2024 evidenzia una condizione di stallo del trasporto ferroviario in Italia, dove si registrano forti disparità sulla qualità e quantità del servizio, soprattutto tra nord e sud e tra linee maggiori e minori, e le aspettative sono deludenti. La continua corsa all’annuncio sulle grandi opere ha distolto l’attenzione dai veri problemi di chi viaggia in treno ogni giorno. Il pericolo reale è che vengano trascurate le “piccole” opere che ingrandirebbero il Paese e migliorerebbero la qualità della vita delle persone: raddoppi e passanti ferroviari, potenziamenti e velocizzazioni, nuove stazioni, elettrificazioni.

Servizi ferroviari regionali e trasporto pubblico: il Mezzogiorno penalizzato

I servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico in Italia sono relegati a un ruolo marginale, con il Mezzogiorno che soffre di una carenza di infrastrutture e di finanziamenti. Il numero di viaggiatori è in aumento, ma il Governo Meloni risponde con tagli e rimodulazioni al servizio.

L’ultima legge di bilancio, approvata a dicembre 2023, non stanzia neanche un euro per il trasporto rapido su ferro (metro, tram e filovie), né per la ciclabilità e la mobilità dolce. Una scelta che rappresenta un passo indietro rispetto agli anni precedenti e che penalizza le fasce più deboli della popolazione.

Il report di Pendolaria di Legambiente, presentato a Reggio Calabria nell’ambito della campagna Clean cities, dipinge un quadro desolante:

  • Ritardi: I ritardi sono all’ordine del giorno, con un divario incolmabile tra Nord e Sud
  • Convogli vecchi e lenti: Il parco mezzi è obsoleto e inadeguato, con treni spesso lenti e scomodi
  • Divario Nord-Sud: Il divario in termini di qualità e quantità del servizio ferroviario tra Nord e Sud è incolmabile

Mezzogiorno: treni vecchi e corse fantasma

Il Mezzogiorno d’Italia è ancora una volta il grande dimenticato del trasporto ferroviario. Le e corse dei treni regionali sono meno frequenti e i convogli sono decisamente più vecchi rispetto al resto d’Italia. L’età media dei treni del Sud è di 18,1 anni (in calo rispetto ai 19,2 del 2020 e ai 18,5 del 2021), ma ancora molto lontana dai 14,6 anni del Nord. Molise e Calabria detengono il triste primato di anzianità dei parchi rotabili, con età medie rispettive di 22,6 e 21,4 anni.

Le linee ferroviarie del Sud tra le peggiori d’Italia secondo Legambiente

Nel 2024, quattro delle dodici linee ferroviarie segnalate come le peggiori da Legambiente sono concentrate al Sud, con conferme e nuovi ingressi. Le ex linee circumvesuviane, che si estendono per 142 km e sono suddivise in 6 tratte con 96 stazioni, circondano il Vesuvio, percorrendo la direttrice costiera verso Sorrento e il versante interno alle pendici del Monte Somma fino a Nola, Baiano e l’Agro nocerino sarnese. Altre linee critiche includono la Catania-Caltagirone-Gela, la Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, e l’Adriatica nel tratto pugliese Barletta-Trani-Bari.

Ferrovie fantasma: il Sud Italia sconta un decennio di abbandono

Un’altra grave problematica affligge il Sud Italia: le ferrovie chiuse e sospese da anni. Linee come la Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013 a causa di smottamenti di terreno, la Caltagirone-Gela, interrotta dopo il crollo del Ponte Carbone nell’8 maggio 2011, e le linee a scartamento ridotto da Gioia Tauro a Palmi e Cinquefrondi in Calabria, sospese da 11 anni senza prospettive di riattivazione, sono solo alcuni esempi di un sistema ferroviario meridionale in stato di abbandono.

In Sicilia, la situazione è particolarmente critica:

  • 1.267 km di linee sono a binario unico, rappresentando l’85% del totale di 1.490 km
  • 689 km, il 46,2% del totale, non sono elettrificati

I tempi di percorrenza sono definiti da Legambiente come “imbarazzanti”: per esempio, 13 ore e 14 minuti per andare da Trapani a Ragusa, con 4 cambi di treni regionali. L’abbandono delle ferrovie del Sud Italia ha conseguenze pesanti:

  • Isolamento di territori e comunità
  • Spopolamento e declino economico
  • Maggiore dipendenza dalle auto e inquinamento atmosferico

Pendolaria 2024: le 12 linee ferroviarie da bocciare

Tra le 12 linee ferroviarie da bocciare nel 2024, oltre alle quattro del Meridione, come le linee circumvesuviane, la Catania-Caltagirone-Gela e la Jonica, e la tratta Barletta-Trani-Bari, vi sono anche la Roma-Lido, la Roma Nord, la Milano-Mortara, la Genova-Acqui-Asti, che purtroppo presenta ancora un tratto di 46 km di binario unico su un totale di 63 km, la Verona-Rovigo e la recente inserita Ravenna-Bologna.

Inoltre, la Pinerolo-Torino, una delle linee piemontesi più frequentate dagli utenti all’anno, è purtroppo colpita da continui ritardi e soppressioni nel servizio ferroviario metropolitano. Il proseguimento di questa linea, che arriva fino a Torre Pellice e che era stata interrotta nel 2012, avrebbe dovuto essere riattivato secondo il contratto stipulato nel 2019 tra la Regione e RFI, ma al momento la procedura è ancora fermata alla fase progettuale.

Anche la linea Grosseto-Siena continua a causare rallentamenti e disagi per i viaggiatori, che ancora soffrono delle inefficienze del servizio.

Legambiente contro il Ponte sullo Stretto e a favore del trasporto ferroviario

Nonostante la situazione, l’associazione ambientalista osserva che il dibattito pubblico e le risorse economiche sono prevalentemente orientati verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, il quale richiede una spesa autorizzata di 11,63 miliardi di euro distribuiti su un arco temporale di 9 anni. Tuttavia, va sottolineato che Legambiente ha categoricamente etichettato questa infrastruttura come inutile, insensata e dotata di un impatto ambientale e paesaggistico significativo. Di conseguenza, l’associazione lancia un appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, affinché la questione dei pendolari e del trasporto su ferro sia elevata a priorità. Il suggerimento è di focalizzarsi sul potenziamento delle linee ferroviarie mediante l’introduzione di nuovi treni, l’elettrificazione e la realizzazione di collegamenti terrestri più rapidi. Inoltre, Legambiente propone di migliorare il trasporto via mare attraverso l’acquisizione di traghetti Ro-Ro (Roll-on/Roll-off) e la conversione delle flotte attuali in soluzioni di trasporto marittimo più sostenibili, come i traghetti elettrici.

Investimenti prioritari per la mobilità sostenibile: appello di Legambiente

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: “Bisogna invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno. Finanziare le prioritarie infrastrutture: ossia nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate, treni moderni e veloci, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garantendo accessibilità e uno spostamento dignitoso e civile.”

“Il Governo Meloni non rincorra inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma pensi ai reali problemi di mobilità del Sud Italia e dell’intero Paese. Oggi la vera sfida da realizzare al 2030 è quella di un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali”.

Appello di Legambiente Calabria e Sicilia

Secondo Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, e Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, nei due regioni del Sud Italia si continua a viaggiare e spostarsi come trent’anni fa. Il rapporto Pendolaria evidenzia un divario infrastrutturale persistente tra Sud e Nord del Paese: ci sono meno treni in circolazione, i convogli sono in media più vecchi e viaggiano su linee in gran parte a binario unico e non elettrificate, con tempi di percorrenza poco competitivi rispetto al trasporto su strada. Calabria e Sicilia hanno bisogno di collegamenti più sicuri e frequenti, con una modernizzazione delle linee anche per l’alta velocità, treni tecnologicamente avanzati e stazioni rinnovate e accoglienti. È necessario triplicare gli investimenti programmati da diversi anni per migliorare e ampliare l’offerta del servizio e i mezzi di trasporto, oltre a fornire informazioni puntuali nel rispetto dei diritti dei passeggeri. Secondo i presidenti, il Ponte sullo stretto è un’opera inutile che assorbe ingenti risorse pubbliche e non risponde alle vere priorità di Calabria e Sicilia. Inoltre, sarebbe pericoloso in quanto verrebbe costruito in una zona ad alto rischio geotettonico e sismico e metterebbe a rischio la conservazione di ambienti marini, costieri e umidi di eccezionale bellezza dal punto di vista ambientale.

Green Deal: Legambiente chiede più fondi per il trasporto pubblico

Secondo Legambiente, sarà necessario promuovere l’uso di energie rinnovabili nel settore dei trasporti, con lo sviluppo di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici e l’implementazione di sistemi di trasporto pubblico elettrificati. Questo richiederà ulteriori investimenti, ma contribuirà a ridurre le emissioni di carbonio nel settore dei trasporti.

Questi finanziamenti potrebbero essere ottenuti attraverso una revisione generale delle politiche di finanziamento pubblico, spostando le risorse dai settori ad alto impatto ambientale a quelli a basso impatto. Inoltre, si potrebbe considerare l’introduzione di tasse e oneri ai settori più inquinanti, come il trasporto su strada, al fine di incentivare il passaggio a soluzioni più sostenibili, come il trasporto ferroviario.

Inoltre, per garantire un maggior coinvolgimento delle regioni e delle comunità locali nella transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile, sarà necessario promuovere la collaborazione tra enti pubblici e privati, ad esempio attraverso l’introduzione di partenariati pubblico-privati per lo sviluppo di infrastrutture ferroviarie e il finanziamento di progetti di mobilità sostenibile a livello regionale.

Per riuscire a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, sarà fondamentale anche promuovere la consapevolezza e l’educazione alla sostenibilità, sia tra i cittadini che tra le imprese. Saranno necessarie campagne informative e programmi di formazione per incoraggiare comportamenti e scelte più sostenibili nel settore dei trasporti.

In conclusione, se l’Italia vuole davvero rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, sarà necessario un impegno finanziario significativo per rafforzare il sistema ferroviario e promuovere la transizione verso un settore dei trasporti più sostenibile. Tuttavia, con una programmazione attenta e un uso efficiente delle risorse, queste spese dovrebbero essere alla portata del Paese e contribuire alla creazione di un futuro più verde e sostenibile.

PNRR: tagli e ritardi sulle ferrovie italiane

Nel 2023, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), originariamente concepito con ampi interventi ferroviari, ha subito una ridefinizione. I 620 milioni destinati a velocizzare il corridoio Roma-Pescara sono rimasti bloccati a causa delle lungaggini burocratiche. L’intervento sul segnalamento ferroviario Ertms, un sistema di sicurezza di ultima generazione, è stato scartato a causa della mancanza di materie prime. La linea Palermo-Catania è stata rimodulata poiché non avrebbe fatto in tempo a completare gli interventi entro il 2026.

Complessivamente, sono stati applicati tagli per 840 milioni al sistema di Alta Velocità/Alta Capacità (AV/AC) nel sud, di cui 53 milioni per Orsara-Bovino (linea Napoli-Bari), 470 milioni per Caltanissetta Xirbi-Lercara (linea Palermo-Catania) e 317 milioni per Enna-Caltanissetta Xirbi (linea Palermo-Catania). Per evitare di depauperare ulteriormente il sistema ferroviario delle risorse necessarie, le tratte Orte-Falconara e Metaponto-Potenza, insieme ad altre tratte regionali, sono state inserite nei nuovi interventi pianificati. Inoltre, l’acquisto dei nuovi treni a idrogeno è stato ridotto drasticamente, passando da 150 a soli 50.

Progressi e prospettive ferroviarie nel Sud Italia

Una notizia positiva per il Sud arriva dal progetto della linea Bari-Bitritto, avviato nel lontano 1986 con i lavori che ebbero inizio nel 1989. Sebbene l’affidamento del servizio ferroviario sia avvenuto con un certo ritardo rispetto alla data di inaugurazione prevista per settembre 2023, è comunque stato completato, seppur con una scadenza posticipata. Legambiente auspica che il servizio venga presto potenziato fino a raggiungere gli standard di una metropolitana ferroviaria.

Inoltre, si registra un incoraggiante aumento del numero di viaggiatori al giorno, segnale di una ripresa in corso, anche se i dati regionali del 2022 indicano ancora una diminuzione del 25% rispetto al 2019. Trenitalia ha dichiarato previsioni positive per il 2023: un aumento del 7% per i Frecciarossa, del 10% per gli Intercity e del 18% per il trasporto regionale, sempre confrontato con il 2019.

Prosegue anche il piano di elettrificazione di RFI, con l’ultima tratta completata, la Roccaravindola-Isernia in Molise, e la prospettiva di attivare circa 1.200 km di linea entro il 2026, seguiti da ulteriori 54,6 km oltre il 2026, per un investimento totale che supera i 2 miliardi di euro.

Esempi virtuosi da Nord a Sud: buone pratiche ferroviarie in Italia

Infine, il rappoto si conclude con uno sguardo su alcune eccellenti iniziative provenienti da diverse regioni italiane, tra cui il Trentino-Alto Adige, il Piemonte, l’Emilia-Romagna e la Basilicata. Tra queste, spiccano il “Alto Adige Pass” – una carta elettronica con validità annuale, utilizzabile su tutti i mezzi pubblici con un limite massimo di spesa di 640 euro – e la riapertura delle linee Casale-Mortara e Asti-Alba. Nel panorama ferroviario, segnaliamo anche l’apertura della nuova stazione delle Ferrovie Appulo Lucane ad Avigliano (PZ). Infine, menzioniamo il progetto “Mi muovo in Emilia-Romagna” che offre biglietti e abbonamenti a integrazione tariffaria su scala regionale. Questi esempi positivi mostrano come diverse regioni stiano adottando soluzioni innovative per migliorare l’efficienza e l’accessibilità del trasporto pubblico ferroviario. È importante che queste buone pratiche siano replicate in altre regioni per creare un sistema di trasporto pubblico efficiente e accessibile a tutti. In particolare, sarebbe auspicabile:

  • Introdurre tariffe integrate su scala nazionale
  • Investire in infrastrutture e tecnologie innovative
  • Promuovere l’utilizzo del trasporto pubblico come alternativa all’auto privata

Migliorare il trasporto pubblico significa migliorare la qualità della vita dei cittadini e tutelare l’ambiente.