Il futuro, si sa, è sempre più orientato alla sostenibilità ambientale e non passa giorno senza che un’idea rivoluzionaria arrivi a ridefinire le nostre certezze.
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La rivoluzione della plastica: forchette fatte di patate e un futuro sostenibile
Quella di cui parliamo oggi è frutto di una ricerca sperimentale condotta da un giovane studente svedese appena ventiquattrenne della Lund University che ha creato la prima plastica ecologica e biodegradabile a partire dalla fecola e dell’amido contenuti nelle patate.
In pratica tutte le bucce di patate avanzate dai nostri pasti, presto potrebbero diventare la materia prima per la produzione di una plastica sostenibile alternativa a quella usa e getta, come quella impiegata per la produzione di piatti e stoviglie monouso. E non è detto che non possa essere a sua volta sgranocchiabile, anche se sul sapore non ci sono ancora riscontri. Sì, avete capito bene: in un futuro non molto lontano mangeremo con forchette fatte di patate e le vecchie stoviglie di plastica saranno solo un vago ricordo. Forse ciò che stavamo aspettando per risolvere, almeno in parte, il problema della produzione eccessiva di plastica e del suo riciclo.
La Potato Plastic: una rivoluzione sostenibile nel mondo delle materie plastiche
La formula della ‘Potato Plastic’ messa a punto dal giovane Pontus Törnqvist – questo il nome dell’inventore della bioplastica di patate – è basata su una ricetta di fecola e acqua. Questa miscela dà vita a un composto fluido che successivamente viene sottoposto a un trattamento termico fino a quando non si addensa. A quel punto, il composto viene versato in appositi stampi e riscaldato nuovamente per renderlo solido, duro e flessibile. Il risultato è una termoplastica modellabile ma sufficientemente resistente che può essere plasmata in tutte le forme possibili. Non solo forchette e coltelli di patate, dunque, ma anche cannucce, piatti, bicchieri, sacchetti per l’immondizia e tanto altro ancora.
Il fatto di essere realizzata con una sostanza naturale come la fecola di patate è garanzia di sostenibilità e biodegradabilità. Tutti i prodotti fatti con questa bioplastica, infatti, impiegano appena due mesi per decomporsi. Ovviamente la scoperta ha attirato l’interesse di tutta la comunità scientifica e dei media, tanto che l’inventore del progetto si è già aggiudicato il James Dyson Award 2018, uno dei più importanti riconoscimenti assegnati in Svezia. Il premio include un assegno di 22 mila dollari che l’intraprendente Pontus investirà sicuramente per perfezionare e brevettare la sua plastica di patate.
Potato Plastic, un simbolo di speranza per un futuro sostenibile
La Potato Plastic di Pontus Törnqvist non è solo un’innovazione tecnologica, ma un simbolo di speranza per un futuro più sostenibile. Attraverso la sua ricerca e il suo ingegno, Törnqvist ha dimostrato che è possibile trovare soluzioni creative e pratiche per affrontare la crisi della plastica nell’ambiente.
La sua bioplastica, derivata dalle bucce di patate, non solo riduce la dipendenza dalla plastica convenzionale, ma offre anche un’alternativa biodegradabile e completamente sostenibile. Un passo avanti nella lotta contro l’inquinamento da plastica, ma anche un esempio del potenziale che risiede nella natura stessa per fornirci materiali più ecologici.