La differenza che c’è tra Equitalia e Agenzia delle Entrate non è ben chiara a tutti. La confusione è aumentata dopo il 1° luglio 2017, quando Equitalia è stata sciolta, così come previsto dal Decreto Legge n. 193 del 22 ottobre 2016, convertito – con alcune modifiche – nella Legge n. 225 del 1° luglio 2016. A decorrere da quella data i contribuenti si ritrovano ad interagire con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, un ente pubblico economico strumentale.
Ma torniamo alla domanda iniziale: quali differenze intercorrono tra la defunta Equitalia (ora Agenzia delle Entrate Riscossione) e l’Agenzia delle Entrate? Scopriamolo insieme.
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Equitalia ed Agenzia delle Entrate: le differenze
Nel momento in cui i contribuenti sentivano parlare di Equitalia – oggi dell’Agenzia delle Entrate Riscossione – o di Agenzia delle Entrate hanno paura. Almeno il più delle volte. I due enti hanno a che fare con il mondo finanziario ed in particolar modo con le tasse e con gli obblighi fiscali dei cittadini contribuenti. Anche se le due società operano entrambe per il Ministero delle Finanze, hanno compiti e poteri ben distinti. In effetti, l’Agenzia delle Entrate opera a monte effettuando controlli fiscali, mentre prima Equitalia ed oggi Agenzia delle Entrate Riscossione si occupano e dell’effettiva riscossione delle tasse.
Per quanto riguarda L’Agenzia delle Entrate Riscossioni, la Legge di Bilancio 2022 ha definito nel dettaglio la governance dell’ente, le cui funzioni di indirizzo e controllo sono state portate in capo all’Agenzia delle Entrate: hanno, infatti, lo stesso direttore; mentre il comitato di gestione è formato da dirigenti dell’Agenzia delle entrate.
I compiti dei due enti
Nel dettaglio, l’Agenzia delle entrate è un ente pubblico italiano che ha il compito di assicurarsi che ogni cittadino rispetti i propri obblighi fiscali, vale a dire che paghi tutte le tasse dovute allo Stato o ad altri enti pubblici, e che non commetta reato di evasione fiscale. Per fare ciò l’Agenzia delle Entrate ha il compito di effettuare verifiche e controlli, grazie anche alla collaborazione da parte della Guardia di Finanza, allo scopo di accertarsi che quanto dichiarato da ogni contribuente corrisponda alla realtà.
Nel caso in cui da tali verifiche risultino irregolarità, ad esempio nella dichiarazione dei redditi oppure se risultano imposte non pagate, allora entra in gioco Equitalia. Si tratta di una società pubblica italiana che, nel concreto, si occupa della notifica e della riscossione dei tributi. La prima fase di azione di Equitalia consiste nell’ invio al debitore della cosiddetta cartella esattoriale, ovvero di un documento in cui viene specificata la somma dovuta allo stato o all’ente pubblico. Il contribuente ha, da questo momento, 60 giorni di tempo per provvedere al pagamento o alla rateizzazione della somma (ma anche a presentare ricorso).
Quando, trascorsi i 60 giorni, il contribuente non ha ancora provveduto al pagamento, allora Equitalia passa alla seconda fase. In pratica, all’importo già dovuto vengono aggiunti degli interessi calcolati per ogni giorno trascorso dalla ricezione della cartella esattoriale. Se, anche in questo secondo caso, il contribuente non provvede a versare l’importo dovuto, la società può mettere in atto la procedura di riscossione coattiva. Questo significa che Equitalia ha il potere di effettuare una sorta di recupero forzato del credito mediante azioni quali l’ipoteca sulla casa o altri beni immobili, o anche il pignoramento dello stipendio.