Europa, l’energia solare supera il carbone: le conseguenze

L'inversione energetica storica e il raggiungimento di un traguardo record per l'Europa nascondono, però, un risvolto negativo: l'assenza di soluzioni di stoccaggio

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il mese di maggio del 2023 ha segnato un record senza precedenti. È stato raggiunto un traguardo che rimarrà impresso nella storia, rappresentando un risultato di grande rilevanza per il settore delle energie rinnovabili e per il loro potenziale. L’energia solare prodotta tramite gli impianti fotovoltaici installati in tutta Europa ha superato l’energia generata tradizionalmente dalle centrali a carbone.

Questa conquista, totalmente inaspettata, assume un valore storico. Dimostra come, nel corso di un anno segnato dallo scoppio del conflitto in Ucraina fino ad oggi, l’Europa sia stata in grado di organizzarsi, coinvolgendo tutti i Paesi partecipanti, e diventare un autentico punto di riferimento globale per la transizione ecologica e l’uso delle energie green. Tuttavia, in mezzo a tutto ciò, sorge ora un’enorme problematica che non era stata considerata in precedenza.

Energia solare ed eolica guidano la crescita delle rinnovabili in Europa

I dati del think tank energetico “Ember” evidenziano che la crescita dell’energia solare, le forti prestazioni dell’eolico e la bassa domanda di elettricità sono i “segreti” del record.

Il solare, da solo, ha generato il 14% dell’elettricità dell’Ue a maggio, un massimo storico. Anche senza il sole dell’estate, la raccolta di energia attraverso i pannelli fotovoltaici ha superato per la prima volta l’energia a carbone, che ha prodotto solo un decimo del totale del mese scorso.

Anche la produzione di energia elettrica da fonte eolica è cresciuta rispetto a maggio dello scorso anno. Ma non ha raggiunto il record stabilito nel gennaio di quest’anno, dove ha contribuito per il 23% all’elettricità dei 27 Paesi dell’Unione europea.

La spinta all’installazione di nuove energie rinnovabili ha causato un calo della produzione di combustibili fossili da gennaio a maggio di quest’anno, consentendo il sorpasso di energia solare ed eolica.

Nel 2022, il Portogallo ha aggiunto 0,9 GW di capacità di energia solare fotovoltaica, portando la sua capacità solare complessiva a 2,5 GW, un incremento superiore al 50%. Tale quantità di energia sarebbe sufficiente per alimentare circa un milione di abitazioni. Questo aumento di capacità ha favorito una significativa crescita della generazione di energia eolica e solare nel Portogallo, che nel mese di aprile ha superato il 50% della produzione totale di elettricità. Allo stesso modo, anche altri paesi dell’Unione Europea, come la Spagna, la Svezia e il Belgio, hanno raggiunto quest’anno livelli record nella produzione di energia rinnovabile.

La transizione energetica dell’Ue

La notizia arriva casualmente a seguito di una recente dichiarazione dell’Italia secondo la quale potrebbe chiudere le sue centrali elettriche a carbone entro il 2024 – un anno prima del previsto – se i prezzi del gas rimarranno bassi.

Anche l’uso del gas sta diminuendo: l’Ember Europe Electricity Review di gennaio mostra che l’eolico e il solare sono diventati la principale fonte di elettricità dell’Ue per la prima volta nel 2022.

Quantità record di eolico e solare hanno aiutato il blocco dei 27 Paesi europei a evitare la “tripla crisi”: le restrizioni sulle forniture di gas russo, i problemi con l’energia idroelettrica a causa della siccità e le interruzioni nucleari impreviste.

Olanda in testa all’UE con un tasso di installazione eccezionale

L’esempio più lampante degli sforzi che si stanno facendo all’interno dell’UE per diventare più indipendenti dal punto di vista energetico ce lo fornisce l’Olanda, dove il boom dell’energia solare ha toccato livelli altissimi: si parla di oltre 100 megawatt di pannelli solari ogni 100.000 abitanti, un dato due volte superiore a quello di un paese molto più soleggiato come la Spagna, o più di 3 volte superiore a quello della Cina, che ad oggi è leader mondiale per capacità totale di energia prodotta tramite pannelli solari.

Tecnologie di stoccaggio per garantire l’indipendenza energetica

Come ogni novità e cambio di strategia, ci sono aspetti positivi e potenziali problematiche. Questo è stato il caso anche dell’energia solare, che ha generato un problema ancora più grande: l’eccedenza energetica. In Europa, nell’ultimo anno, grazie agli incentivi governativi, si è registrato un aumento del 10% nell’energia solare.

La crescita è stata costante e ha raggiunto il suo apice nel mese di maggio, durante uno dei periodi più soleggiati dell’anno, superando la produzione di energia ottenuta dal carbone. Questo ha creato un surplus di energia rispetto alle necessità della comunità, portando a un prezzo negativo dell’energia elettrica.

Tuttavia, questa conseguenza negativa evidenzia chiaramente che la comunità europea non è ancora pronta per una transizione completa ed definitiva verso le energie verdi, abbandonando i combustibili fossili. Lo stoccaggio dell’energia è ancora basato su metodi convenzionali che non sono adatti all’innovazione sostenibile, e quindi devono essere aggiornati ed resi più efficienti.

Verso un’Europa a emissioni zero

La strada è ancora lunga e gli obiettivi sono ambiziosi: entro il 2050, l’intera Unione Europea punta all’obiettivo delle emissioni zero. Per raggiungere questa meta, non dobbiamo soltanto sviluppare nuove tecnologie, ma anche migliorare la gestione dei consumi energetici, allineandoli all’effettiva produzione di energia.