Recenti modifiche alle linee guida delle Nazioni Unite per il calcolo del Pil includono, per la prima volta, l’energia eolica e le onde marine come componenti economiche. A partire dal 2030, le economie nazionali saranno valutate tenendo conto non solo di risorse tradizionali come i giacimenti petroliferi, ma anche del potenziale energetico derivante dal vento e dagli oceani.
Perché e come l’energia eolica sarà valutata per il calcolo del Pil
L’inclusione dell’energia eolica nel calcolo del Prodotto Interno Lordo (Pil) rappresenta un significativo passo avanti nella valutazione dell’economia globale, riconoscendo il ruolo crescente delle energie rinnovabili. Questa valutazione si basa sul contributo economico dell’energia prodotta dalle turbine eoliche installate all’interno dei confini nazionali.
Infatti, il valore economico dell’energia eolica viene determinato considerando il prezzo dell’energia generata, che riflette sia i costi di produzione che il valore di mercato dell’energia stessa.
Questo approccio integra l’energia eolica come una risorsa economica tangibile, simile ad altri beni materiali che, quindi, contribuisce alla crescita e sviluppo di un paese.
Secondo gli esperti, queste modifiche alle metodologie di calcolo del Pil rappresentano principalmente “aggiustamenti contabili” piuttosto che cambiamenti sostanziali nell’economia reale.
Tuttavia, sono tali da riuscire a influenzare la percezione delle dimensioni economiche di un paese, con potenziali implicazioni per le politiche fiscali e di spesa pubblica.
Qual è la situazione attuale dell’energia eolica in Italia
L’energia eolica in Italia ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni, consolidandosi come una componente chiave nel panorama delle energie rinnovabili del Paese.
Dai dati messi a disposizione dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse), nel 2024, la capacità installata di energia eolica in Italia ha raggiunto i 13,02 MW, con un incremento del 5,51% rispetto all’anno precedente.
Questo sviluppo ha contribuito a una produzione annuale di energia eolica che ha soddisfatto una parte significativa della domanda elettrica nazionale.
Inoltre, l’Italia sta pianificando ulteriori sviluppi nel settore eolico, con progetti ambiziosi come un parco eolico offshore in Sicilia nel 2025.
Questo progetto prevede l’installazione di 190 turbine galleggianti, per una capacità totale di 2,9 GW, destinata a fornire energia a circa 3 milioni di famiglie.
Cosa cambia con l’inclusione dell’eolico nel Pil
L’inclusione dell’energia eolica e dei dati nel calcolo del Pil, per l’Italia potrebbe avere diverse implicazioni.
Secondo i dati riportati da Wind Europe, nel 2023, l’Italia ha raggiunto un record nella produzione di energia eolica, generando 23,4 TWh, che ha coperto il 7,6% della domanda elettrica nazionale.
Questo potrebbe tradursi in un aumento del Pil nazionale? La risposta è: dipende. Perché è importante notare che l’aumento di fatto dipenderà da vari fattori, tra cui gli investimenti nel settore e l’efficienza nella gestione delle risorse energetiche.
Per il paese potrebbe cioè significare una maggiore valorizzazione delle risorse rinnovabili e del settore digitale, con potenziali benefici economici e ambientali.Tuttavia, l’energia eolica è soggetta a variabilità e intermittente, il che può rappresentare una sfida per la stabilità della rete elettrica.
La gestione efficace di questa variabilità richiede investimenti in infrastrutture di accumulo dell’energia e in sistemi di gestione avanzati, con costi aggiuntivi per il settore energetico.
Di conseguenza, una pianificazione strategica e un coinvolgimento attivo delle parti interessate sono essenziali per garantire che i benefici superino gli eventuali svantaggi e valutare attentamente (e mitigare) i potenziali rischi associati a questa modifica metodologica