Bologna Città 30, nelle prime due settimane incidenti in calo del 21%

Questi i dati diffusi dal Comune sull'incidentalità dall'entrata in vigore del provvedimento che introduce il limite di 30 km orari sul 70% delle strade cittadine

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

A Bologna, durante le prime due settimane di applicazione dei nuovi limiti di velocità a 30 km/h, si è registrata una diminuzione del 21% degli incidenti stradali.

Secondo quanto riportato dal Comune, confrontando lo stesso periodo dell’anno 2023, si è verificato un calo di 25 incidenti, di cui 14 con feriti in meno e una vittima in meno. Anche il coinvolgimento dei pedoni è diminuito del 27,3%. Nel periodo compreso tra lunedì 15 e domenica 28 gennaio, si sono contati complessivamente 94 incidenti sulle strade del capoluogo emiliano, di cui 63 con feriti e 31 senza, senza registrare decessi. Nel 2023, nello stesso periodo, gli incidenti erano stati 119, di cui 77 con feriti, 41 senza feriti e uno mortale.

Limiti a 30 km/h, a Bologna calano gli incidenti e i pedoni coinvolti

Il Comune di Bologna evidenzia un altro aspetto significativo: la diminuzione del 27,3% dei pedoni coinvolti in incidenti, passando da 22 nel 2023 a 16 nel 2024. Inoltre, si sottolinea l’interessante trend di riduzione degli incidenti e dei feriti, che si discosta dai dati degli anni precedenti. In attesa delle statistiche complete del 2023, si richiama l’attenzione sul picco registrato nel 2022, quando la città aveva toccato i massimi degli incidenti e dei feriti dell’ultimo decennio, ritornando ai livelli del 2011.

Sebbene i dati attuali si riferiscano a un breve periodo, evidenziano risultati positivi che sembrano supportare le argomentazioni delle associazioni che da tempo chiedono l’implementazione dei limiti di velocità a 30 km/h nelle città.

L’Assessora Valentina Orioli: “Un primo passo positivo”

L’Assessora Valentina Orioli esprime ottimismo riguardo al primo trend osservato, pur riconoscendo la necessità di dati più consolidati che saranno disponibili dopo circa sei mesi. In queste prime settimane, si registra una diminuzione degli incidenti in generale, una diminuzione dei sinistri con feriti e, in modo particolarmente significativo, una riduzione degli incidenti che coinvolgono i pedoni. Queste tendenze rispecchiano esperienze simili in altre città europee che hanno adottato limiti di velocità a 30 km/h, ottenendo minori incidenti, meno gravi e meno investimenti di pedoni.

Per mantenere questa tendenza positiva, Bologna deve continuare ad andare più piano, come dimostrato nelle prime due settimane. L’Assessora sottolinea che comportamenti più prudenti e velocità più basse, supportati dai dati raccolti, possono effettivamente fare la differenza nel preservare l’incolumità di tutti sulla strada.

Velocità e sicurezza stradale: connessioni chiare secondo studi internazionali

Diversi studi dimostrano una correlazione diretta tra velocità più basse e strade più sicure: meno km/h si traducono in meno incidenti (e meno vittime). Secondo una ricerca condotta dall’International Transport Forum, un’organizzazione intergovernativa che si occupa della sicurezza dei trasporti a livello globale, la riduzione della velocità del traffico veicolare porta a una diminuzione sia del numero di incidenti che della loro gravità.

Nello specifico, un aumento dell’1% della velocità media si traduce in un aumento del 2% degli incidenti con feriti, del 3% degli incidenti gravi e mortali, e del 4% degli incidenti mortali.

Impatto positivo dei limiti di velocità a 30 km/h

I dati positivi emersi a Bologna dopo due settimane di implementazione dei limiti di velocità a 30 km/h riflettono una tendenza osservata anche in altre città che hanno adottato misure simili.

Ad esempio, a Parigi nel 2021, dopo l’introduzione dei limiti a 30 km/h, si è registrato un calo del 20% degli incidenti stradali e del 30% degli incidenti con feriti. Analogamente, a Bruxelles nel 2021, l’implementazione dei limiti ha portato a una diminuzione del 17% degli incidenti stradali e del 25% degli incidenti con feriti.

Questi risultati indicano che i limiti di velocità a 30 km/h possono essere un mezzo efficace per ridurre gli incidenti stradali, migliorando la sicurezza delle strade, specialmente per i pedoni e i ciclisti.

Oltre agli impatti sulla sicurezza stradale, i limiti a 30 km/h possono generare benefici collaterali, come la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico, contribuendo al miglioramento complessivo della qualità della vita urbana.

Città 30, altri benefici oltre alla sicurezza stradale

I limiti di velocità a 30 km/h, come abbiamo visto, oltre a contribuire alla riduzione degli incidenti stradali e migliorare la sicurezza delle strade, portano con sé una serie di altri vantaggi:

  • Riduzione dell’inquinamento atmosferico: veicoli che viaggiano a velocità più basse emettono minori quantità di inquinanti, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria
  • Riduzione del rumore: i limiti di velocità a 30 km/h contribuiscono a diminuire il rumore del traffico, rendendo le città più vivibili
  • Aumento della vivibilità urbana: le strade più sicure e tranquille create dai limiti a 30 km/h rendono le città più adatte alla vita quotidiana, favorendo passeggiate, ciclismo e socializzazione
  • Promozione della mobilità attiva: la sicurezza garantita dai limiti di velocità a 30 km/h incoraggia l’uso di mezzi di trasporto attivi come il camminare e il ciclismo
  • Riduzione dei costi sanitari: gli incidenti stradali, principale causa di morte e lesioni gravi, comportano elevati costi sanitari. I limiti a 30 km/h possono contribuire a ridurre tali spese

In aggiunta, tali limiti possono avere impatti positivi sulla salute pubblica, incoraggiando l’attività fisica come camminare e andare in bicicletta, riducendo il rischio di malattie croniche come obesità, malattie cardiache e diabete.

Visioni contrastanti tra Governo e ambientalisti

Il ministro Matteo Salvini sostiene che con l’iniziativa “Città 30” i problemi, soprattutto per i lavoratori, potrebbero superare i benefici per la sicurezza stradale. Dall’altra parte, Legambiente contraddice questa visione, affermando che le strade sono pericolose per tutti, compresi i lavoratori, citando dati allarmanti dell’Inail che nel 2022 ha registrato 12.361 incidenti in itinere, di cui nove mortali.

Il Piano nazionale sicurezza stradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sostiene che “dove ci possono essere impatti che coinvolgono veicoli e pedoni, la velocità dovrebbe essere limitata a trenta chilometri all’ora”, lasciando il limite di cinquanta per le strade a scorrimento veloce. Curiosamente, spiega l’associazione ambientalista, non esiste alcun documento governativo che attesti problemi derivanti dalla limitazione della velocità in città. La discussione rimane aperta, evidenziando le divergenze di opinione su questa importante questione.

Città 30 e inquinamento: cosa dice la scienza

Altro tema su cui ha risposto Legambiente è quello legato alle dichiarazioni del ministro Salvini secondo cui la misura provocherebbe un inquinamento maggiore. Di fatto, i motori benzina e diesel consumano di più e inquinano molto di più sotto sforzo, quindi in fase di accelerazione e decelerazione, oppure a velocità elevate. “Molto dipende dai comportamenti di guida” spiega Legambiente, secondo cui “bruciare i semafori per poi finire in un ingorgo di traffico, fa guadagnare solo qualche secondo”, mentre “una velocità massima inferiore, specie nelle vie frequentate da pedoni e ciclisti, favorisce un flusso di traffico più uniforme, sicuro e un po’ meno inquinamento”.

La ricerca scientifica suggerisce che i limiti di velocità a 30 km/h possono avere effetti positivi sulla qualità dell’aria. Ad esempio, uno studio condotto a Londra ha rilevato che l’introduzione dei limiti di velocità a 30 km/h ha portato a una riduzione del 10% delle emissioni di ossido di azoto (NOx) e del 6% delle emissioni di particolato (PM).

Un altro studio condotto a Parigi ha rilevato che l’introduzione dei limiti di velocità a 30 km/h ha portato a una riduzione del 15% delle emissioni di NOx e del 10% delle emissioni di PM.

Questi studi suggeriscono che i limiti di velocità a 30 km/h possono contribuire a migliorare la qualità dell’aria, riducendo le emissioni di inquinanti atmosferici dannosi per la salute umana.

È importante notare che questi studi si sono concentrati principalmente sugli effetti dei limiti di velocità a 30 km/h sulle emissioni dei veicoli. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare gli effetti dei limiti di velocità a 30 km/h su altri aspetti della qualità dell’aria, come l’inquinamento acustico e l’inquinamento luminoso.

Legambiente contro le “fake news” di Matteo Salvini

Legambiente ha respinto categoricamente le affermazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, etichettandole come fake news. Il presidente nazionale dell’associazione ambientalista, Stefano Ciafani, sottolinea che sulle strade italiane si registra un morto ogni tre ore e un ferito ogni 2,5 minuti, con il 50% delle vittime rappresentato da pedoni e ciclisti. L’organizzazione ambientalista considera questa situazione un’emergenza equiparabile a un codice rosso, richiedendo interventi urgenti.

Velocità mortale: Legambiente sottolinea la necessità di un limite inferiore

Legambiente pone l’attenzione su dati allarmanti: il 55% dei casi mortali nelle città, che sono teatro del 73% degli incidenti, è causato dall’eccesso di velocità, dalla mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti e dalla guida distratta. Questa realtà sottolinea la necessità di abbassare il limite generale di velocità per ridurre la mortalità.

Di fronte a questa situazione, sorgono domande sul possibile ricorso all’inasprimento delle pene come deterrente. Legambiente suggerisce che, in tal caso, sarebbe più efficace inasprire le pene minime anziché quelle massime, poiché questo meccanismo ha dimostrato una scarsa efficacia.

Comuni chiedono regole più flessibili sui limiti di velocità

Intanto, dopo una riunione tra tecnici, l’Anci, l’associazione dei Comuni, ha presentato le prime osservazioni in risposta alla direttiva del ministero dei Trasporti. I Comuni esprimono la necessità di regole più flessibili rispetto ai rigidi vincoli proposti dal vicepremier nel suo confronto con le politiche sulla mobilità del sindaco di Bologna, Matteo Lepore. La discussione tra i livelli di governo si intensifica, evidenziando le divergenze di opinioni sulla gestione dei limiti di velocità nelle città.

Approccio collaborativo

Il ministro Salvini ha espresso soddisfazione per l’approccio collaborativo, annunciando la costituzione di un tavolo di lavoro con l’obiettivo di esaminare la conformità delle ordinanze dei sindaci alle decisioni che saranno presto formalizzate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit).

Tutti i soggetti coinvolti, a partire dal ministro, hanno come priorità l’aumento della sicurezza. Salvini enfatizza un approccio pragmatico, basato sul buonsenso e privo di ideologia. Il timore è che limitazioni e divieti generalizzati possano generare effetti controproducenti, come un aumento del traffico, dell’inquinamento e problemi alla circolazione. La collaborazione e il pragmatismo emergono come principi guida in questa fase di discussione sulla sicurezza stradale.

Deroga dei limiti di velocità nelle aree urbane

Nelle sue osservazioni, l’Anci ha avanzato la proposta di “consentire deroghe ai limiti di velocità per aree urbane“, mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ribadito il dettato letterale del Codice, il quale le permette solo per alcune strade o singoli tratti di strada, escludendo categoricamente l’estensione delle deroghe a intere città o alla maggioranza delle strade urbane. Il comunicato ministeriale sottolinea che questa non è una differenza meramente nominale, poiché ogni deroga per ogni tratto stradale deve essere adeguatamente motivata, considerando attentamente le sue specifiche caratteristiche oggettive.