Come funziona la rottamazione delle cartelle: chi non pagherà le tasse nel 2023

Prevista l’eliminazione delle cartelle che hanno un importo inferiore a 1.000 euro e rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

La prima manovra varata dal Governo Meloni riguarda reddito di cittadinanza, pensioni, taglio delle tasse e anche la rottamazione di alcune cartelle esattoriali. La manovra, varata domenica 21 novembre 2022, prevede nello specifico la cancellazione di alcune cartelle, la rateizzazione di altre, senza che vengano applicate more o interessi e anche un “mini condono” dei debiti non versati negli anni dello scoppio della pandemia, vale a dire dal 2019 al2020.

Il “mini condono” per le cartelle sotto i 1000 euro

La manovra 2023, approvata dal Consiglio dei Ministri domenica 21 novembre, prevede l’annullamento di certe cartelle, la rateizzazione di altre, senza alcuna mora o l’applicazione di interessi, e l’eliminazione dei debiti del biennio 2019-22. Le cartelle esattoriali fino a 1000 euro, dunque, relative ai periodi fino al 2015, non sono comprese quelle dal 2016, saranno stralciate. Per questo tipo di cartelle il Governo ha evidenziato che c’era il bisogno di togliere di mezzo questo stock imponente, corrispondente a circa 1.132 miliardi di carichi affidati all’agente di riscossione. Di tutto questo ammontare, secondo la Corte dei conti, solamente il 6-7% è riscuotibile. Per l’esecutivo, quindi, c’è la necessità di smaltire l’inesigibile, non potendo mantenere ancora questo stock di cartelle.

La rottamazione sopra i 1.000 euro

Per le richieste inviate dall’Agenzia delle Entrate, sempre riferite al periodo antecedente al 2015 e che superano i 1.000, sarà dovuto tutto l’importo, senza però che vengano applicati interessi o sanzioni. Per il governo questa azione non può essere considerata una sanatoria, né un’agevolazione ai contribuenti. Ma solo un modo per venire in contro ai contribuenti in difficoltà, che potranno pagare la cifra dovuta rateizzata in 5 anni, tenendo conto delle problematicità e del carico sanzionatorio molto elevato.

Per quanto riguarda i debiti con le amministrazioni pubbliche e gli enti, che non sono ancora oggetto di cartelle esattoriali, è prevista anche in questo caso una rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022. Tutto ciò avverrà senza un aggravio di sanzioni e interessi per chi a causa dell’emergenza Covid, caro energia o difficoltà economiche non è riuscito a pagare le tasse.

I debiti del biennio 2019-2020

Per i tributi non versati nel biennio 2019-20 è previsto un piccolo condono, con l’applicazione di una mini-sanzione del 3% sugli importi dovuti e la rateizzazione fino a 5 anni del debito. Pe il viceministro all’Economia Maurizio Leo: “Ci sono tanti contribuenti che nei modelli di denuncia dei redditi tra il 2019 e il 2021 hanno dichiarato tutto, ma poi non sono riusciti a versare le imposte dovute. Ad esempio a causa del Covid. E allora noi diamo la possibilità di saldare il debito col fisco in cinque anni e con una sanzione del 3%”.

Cosa sono le cartelle esattoriali

La cartella esattoriale è un atto di intimazione al pagamento e di avviso di mora inviata ai contribuenti, attraverso la quale l’Agenzia delle entrate richiede il pagamento di quanto dovuto dal cittadino alla Pubblica Amministrazione.

La cartella di pagamento è l’atto che Agenzia delle entrate invia ai contribuenti al fine di riavere i crediti vantati da enti come comuni e Inps. Coloro i quali pagano in ritardo rispetto alle scadenze, devono versare more o interessi secondo quanto riportato dalla tabella dell’Agenzia delle entrate.