Modello 730, gli errori da non fare: non controllare che i dati inseriti siano corretti

Quando si maneggia il Modello 730 precompilato è sempre opportuno verificare che i dati inseriti dall'Agenzia delle Entrate siano corretti. Anche il Fisco può sbagliare

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il Modello 730 precompilato è gran bella comodità. L’Agenzia delle Entrate ci presenta un documento predisposto in ogni sua minima parte, con i redditi e le detrazioni che spettano. Ma il contribuente non deve abbassare la guardia: uno degli errori che si possono commettere è quello di non controllare e verificare uno a uno tutti i dati che sono stati inseriti dall’AdE. Potrebbero, infatti, essere incompleti o sbagliati.

Non controllare le informazioni contenute all’interno del Modello 730 precompilato è una svista che può costare caro. Un dato sbagliato può determinare un’imposta non corretta da versare. O possono mancare delle spese che possono permettere di ottenere delle detrazioni. In questi giorni, poi, sono stati segnalati qualcosa come tre milioni di dichiarazioni precompilate sbagliate. L’Agenzia delle Entrate ha ridimensionato il problema. Ciò non toglie che prendersi un po’ di tempo per controllare che tutto sia a posto è la scelta migliore: poi se i dati inseriti vanno bene, meglio così.

Cerchiamo di capire, però, a cosa debbano stare attenti i contribuenti mentre controllano il Modello 730 precompilato.

Modello 730 precompilato: non pretendere che tutto sia giusto

Perché è necessario controllare che i dati contenuti nel Modello 730 precompilato siano giusti? L’Agenzia delle Entrate è, generalmente, puntuale e precisa nel riportare i dati all’interno della documentazione online. Ma dato che l’operazione viene fatta informaticamente, può capitare che un dato non venga inserito o l’importo non sia corretto.

Non bisogna, poi, dimenticare gli errori umani che possono capitare. Un sostituto d’imposta può aver commesso un errore nella certificazione unica 2024, che ha corretto nei tempi e nei modi previsti dalla legge: il potenziale problema che potrebbe sorgere è un mancato allineamento tra il dato corretto e quello inserito nel Modello 730 precompilato. O addirittura può capitare che l’Agenzia delle Entrate decida di lasciare fuori dei dati – può capitare i giorni lavorati nel corso dell’anno – quando risulta difficile riuscire a risalire alle informazioni necessarie. Il sistema si blocca ed è necessario intervenire manualmente.

Questi sono i motivi per i quali è bene controllare i dati inseriti e correggerli quando non dovessero essere esatti. Si evitano delle sanzioni o non si rischia di perdere delle detrazioni a cui si avrebbe diritto.

A cosa prestare attenzione

Quali sono i dati contenuti all’interno del Modello 730 precompilato che devono essere vagliati e analizzati uno per uno? Uno dei dati che devono essere controllati e che potrebbero non essere stati inseriti direttamente dall’Agenzia delle Entrate è quello relativo al numero di giorni lavorati. Questo è un dato molto importante, perché costituisce uno degli elementi base per calcolare le detrazioni che spettano al contribuente.

Ma perché questo dato potrebbe mancare? Il motivo è molto semplice e non sempre costituisce un errore: è stata presa una particolare decisione. Il contribuente, nel corso del periodo d’imposta 2023 potrebbe aver lavorato per delle aziende diverse, con più contratti di lavoro. O, più sfortunatamente, potrebbe aver percepito la Naspi dopo essere stato licenziato. O, ancora, potrebbe essere andato in pensione perché ha maturato i requisiti per potervi accedere. Aver cambiato sostituto d’imposta – costituito dai vari datori di lavoro e dall’INPS – ha fatto sì che nel corso del 2023 ricevesse più certificazioni uniche.

I problemi nascono proprio dalla presenza di più CU 2024: l’Agenzia delle Entrate, a questo punto, si trova in difficoltà perché non è in grado di ricostruire in maniera precisa e dettagliata quali e quanti siano i giorni da lavoro dipendente o da pensione di quel particolare contribuente. La soluzione che viene adottata è quella di omettere l’informazione: un’omissione che, in certo senso, potrebbe sembrare di poco conto. Ma che in realtà potrebbe creare una serie di problemi, perché il numero dei giorni effettivamente lavorati o nei quali si è percepito un assegno previdenziale servono per determinare le tasse che il singolo soggetto deve versare. Ma anche le detrazioni che spettano per il proprio lavoro dipendente.

Cosa comporta questo vuoto

La mancanza dei giorni effettivamente lavorati determina una serie di conseguenze. Senza questo dato l’Agenzia delle Entrate non provvede a calcolare le detrazioni che spettano al contribuente. Nel caso in cui il diretto interessato non dovesse inserire questo dato potrebbe trovarsi nella situazione di dover pagare delle tasse, anche quando gli potrebbe spettare un rimborso.

Volendo sintetizzare al massimo, il contribuente potrebbe trovarsi nella situazione di pagare delle tasse a debito, invece di poter usufruire di un credito d’imposta.

Come deve essere inserito questo dato? Il contribuente deve andare al rigo 5 del Quadro T del Modello 730 precompilato. In questa sede, all’interno della colonna 1, è possibile inserire i giorni di lavoro dipendente. Questo dato si può reperire nel punto 6 della certificazione unica 2024. Chi dovesse avere più CU 2024, deve fare la somma dei giorni presenti in ogni documento. Ma deve prestare attenzione a non superare 365 giorni: nel caso in cui lo avesse superato, deve inserire il numero 365 nella colonna 1.

Nella colonna 2, invece, devono essere inseriti i giorni nei quali è stata percepita la pensione. Il dato può essere reperito, sempre all’interno della CU, al punto 7.

Modello 730 precompilato, i dati del mutuo

I contribuenti devono prestare la massima attenzione anche ai dati dei mutui che hanno contratto. È possibile, infatti, portare in detrazione gli interessi passivi sui finanziamenti ipotecari, ma è bene verificare quali dati siano stati riportati e se effettivamente siano stati inseriti.

Nel corso del 2023, come molti si ricorderanno, gli interessi sono lievitati di parecchio a seguito della politica intrapresa dalla Bce per contrastare l’inflazione. Quindi le famiglie hanno dovuto pagare degli interessi generalmente più alti. È quindi opportuno verificare che siano stati riportati effettivamente e che quelli indicati corrispondano a quelli pagati effettivamente nel corso del periodo d’imposta 2023.

In questo caso uno strumento importante è la documentazione rilasciata dalla banca, dalla quale si evince quanto è stato versato.

In sintesi

Prima di inviare il Modello 730 precompilato è opportuno verificare che tutti i dati inseriti al suo interno siano corretti e completi. Nel caso in cui dovesse mancare qualcosa è importante correggere gli errori presenti.

Senza dubbio uno degli errori più importanti che si possono effettuare nella compilazione del Modello 730 è quello di non verificare tutti i dati che vi sono inseriti.