Mutuo prima casa, come portare in detrazione gli interessi passivi nel Modello 730

Gli interessi passivi pagati per un mutuo possono essere portati in detrazione all'interno del Modello 730. Ma ci sono delle regole precise da rispettare

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Le spese sostenute per il mutuo possono essere portate in detrazione nel Modello 730. All’interno della dichiarazione dei redditi – volendo essere più precisi – è possibile gestire i costi relativi agli interessi dei finanziamenti ipotecari finalizzati all’acquisto di un immobile. Ma è bene sottolineare che le regole cambiano in base al tipo di mutuo che è stato sottoscritto.

Ma cosa è possibile, in estrema sintesi, detrarre in relazione a un mutuo sottoscritto per l’acquisto dell’abitazione principale? Prima di rispondere a questa domanda è necessario precisare che come abitazione principale viene inteso l’immobile all’interno del quale il contribuente e i suoi familiari dimorano abitualmente. La detrazione spetta al soggetto che ha acquisto la casa ed è intestatario del contratto del mutuo. Anche quando venga utilizzato principalmente da un suo familiare, che può essere il coniuge o un parente entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.

Mutuo prima casa, le detrazione nel Modello 730

Quando un contribuente sottoscrive un mutuo per acquistare un’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale ha diritto a una detrazione. Questa spetta per gli interessi passivi e gli oneri accessori che sono stati pagati nel corso del 2023. Indipendente da quando scade la rata: vige, pertanto, il principio di cassa.

Nell’elenco degli oneri accessori che sono detraibili rientrano:

  • le commissioni che vengono versate all’istituto di credito per la loro attività di intermediazione;
  • le spese notarili sostenute. Entrando nel dettaglio tra queste rientrano l’onorario del notaio per la stipula del contratto di mutuo e le eventuali spese che il notaio ha dovuto sostenere per conto del cliente come l’iscrizione e la cancellazione dell’ipoteca.

Risultano essere completamente e interamente escluse dalla detrazione le seguenti spese:

  • eventuali assicurazioni dell’immobile. Questo costo non risulta essere necessario per il rispetto del contratto di mutuo;
  • gli oneri professionali del notaio relativi alla stipula del contratto di compravendita;
  • le imposte di registro, ipotecarie e catastali che risultano essere connesse con il trasferimento dell’immobile;
  • l’Iva relativa all’acquisto dell’immobile;
  • le spese sostenute per l’incasso delle rate.

Cosa succede in caso di cointestazione

È possibile portare in detrazione all’interno del Modello 730 anche un mutuo intestato a più soggetti. In questo caso ogni cointestatario ha la possibilità di fruire della detrazione solo e soltanto per la propria quota di interesse. Nei limiti previsti dalla normativa per ogni tipologia di finanziamento ipotecario.

Questo significa, in altre parole, che non è possibile portare in detrazione la quota degli interessi che sono stati sostenuti per conto di un familiare, anche quando questo risulti essere fiscalmente a carico.

L’unica eccezione a questa regola consiste per gli eventuali mutui che sono stati stipulati per acquistare un immobile da adibire ad abitazione principale. Se il finanziamento risulta essere cointestato a entrambi i coniugi e uno di essi risulti essere fiscalmente a carico dell’altro, quello che ha provveduto a sostenere interamente la spesa ha la possibilità di portare in detrazione tutte le quote.

Perché possa scattare la condizione appena descritta è necessario che il coniuge risulti essere fiscalmente a carico nel corso del periodo d’imposta per il quale si fruisce della detrazione.

A cosa stare attenti nella documentazione

I contribuenti devono prestare la massima attenzione alla documentazione in loro possesso. È importante, infatti, verificare gli intestatari direttamente con il contratto del mutuo. Non sempre nelle ricevute che vengono rilasciate dagli istituti di credito vengono riportati tutti gli intestatari.

A partire dal periodo d’imposta 2020 la detrazione spetta solo e soltanto se le spese sono state sostenute con un versamento bancario o postale. O, in alternativa, con degli altri sistemi di pagamento tracciabile. Sono ritenute idonee a soddisfare i requisiti di tracciabilità le ricevute quietanzate che sono state rilasciate da chi ha erogato il mutuo – un istituto di credito o le poste – e la certificazione annuale nella quale sono riportati gli interessi passivi versati.

Modello 730: dove indicare gli interessi passivi

Per poter beneficiare delle detrazioni relative agli interessi passivi sui mutui è necessario compilare – all’interno del Modello 730 – il rigo E7 all’interno del Quadro E. I contribuenti hanno la possibilità di portare in detrazione i costi che abbiamo appena menzionato nel limite massimo di 4.000 euro all’anno. Il rimborso IRPEF previsto è pari al 19% della spesa che è stata realmente sostenuta.

Nelle istruzioni del Modello 730 viene spiegato che è necessario indicare all’interno del rigo E7:

  • gli interessi passivi;
  • gli oneri accessori;
  • eventuali quote di rivalutazione che sono state determinate da delle clausole di indicizzazione per mutui ipotecari che sono stati sottoscritti per acquistare degli immobili da adibire ad abitazione principale.

All’interno della colonna 1 il contribuente deve indicare gli importi che sono stati corrisposti nel corso del 2023 e che devono essere versati per i contratti di mutuo che sono stati stipulati prima del 31 dicembre 2021. L’importo indicato in questa colonna deve comprendere gli interessi passivi relativi ai mutui ipotecari che sono indicati all’interno della sezione Oneri detraibili – e che corrispondono ai punti da 341 a 352 – della certificazione unica con il codice onere 7.

Discorso diverso, invece, quello relativo alla colonna 2, nella quale devono essere indicati gli importi che sono stati pagati nel 2023 per i mutui che sono stati stipulati a partire dal 1° gennaio 2022. E l’eventuale importo degli interessi relativi ai suddetti mutui per i quali dal 1° gennaio 2022 è intervenuto un accollo, un subentro o una rinegoziazione. Nel caso in cui si dovesse verificare questa situazione, come data di stipula deve essere presa in considerazione quella di accollo, di subentro o di rinegoziazione del mutuo.

All’interno della colonna 2 è necessario inserire gli interessi passivi sui mutui ipotecari che sono indicati nella Oneri detraibili – più precisamente nei punti che vanno da 341 a 352 – della certificazione unica con il codice onere 48.

In sintesi

Nel Modello 730 è possibile portare in detrazione gli interessi passivi pagati nel corso del 2024 per i mutui sulla prima casa. Purché sia adibita ad abitazione principale.

L’importo massimo detraibile è pari a 4.000 euro e permette di ottenere uno sconto IRPEF pari al 19% dell’importo che è stato effettivamente versato in relazione agli interessi.