Detrazioni fiscali per i conviventi? Ecco come funzionano

Quando una coppia non è sposata ma convive, come funzionano le detrazioni fiscali? Come si devono comportare i diretti interessati nella dichiarazione dei redditi?

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come funzionano le detrazioni per le convivenze di fatto? La domanda diventa attuale, alla luce della scelta di molte coppie che, invece di sposarsi, preferiscono convivere. In questa sede non ci interessa soffermarci sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione: quello su cui abbiamo intenzione di soffermarci sono i risvolti più strettamente pragmatici e tributari. Come funzionano le detrazioni fiscali per quanti effettuano questa scelta?

Quando una coppia convive regolarmente sotto lo stesso tetto e condivide la residenza, come deve gestire i loro rapporti con l’Agenzia delle Entrate? Stiamo parlando di persone che, benché non siamo sposate, rientrano nello stesso stato di famiglia.

Queste coppie hanno la possibilità di beneficiare di alcune agevolazioni. Tra queste rientrano:

  • l’assegno unico;
  • la detrazione per i familiari a carico;
  • il bonus affitto;
  • la Legge 104.

Nel momento in cui si viene ad instaurare una convivenza di fatto, la coppia ha comunque la possibilità di accedere a particolari detrazioni fiscali ed ottenere determinati bonus, come ad esempio quelli dell’edilizia o per i figli a carico. Non è possibile, invece, ottenere delle detrazioni fiscali per l’altro componente della coppia, così come accade per i soggetti che sono stati uniti civilmente. Ma cerchiamo di capire quali sono le detrazioni fiscali a cui possono accedere le coppie che convivono.

Convivenze di fatto: le detrazioni fiscali

Prima di addentrarci nelle detrazioni fiscali è necessario procedere con l’effettuare una distinzione tra le coppie per le quali è presente un’unione civile e quelle nelle quali manca. Quando una coppia è riconosciuta da un matrimonio tradizionale o da un’unione di tipo civile, è possibile richiedere le detrazioni fiscali per qualsiasi componente della famiglia.

Anche le coppie conviventi possono accedere alle detrazioni fiscali per i familiari a carico, direttamente nella dichiarazione dei redditi. La detrazione per eventuali altri familiari a carico, in questo caso, viene divisa pro quota tra quanti hanno diritto ad ottenere la detrazione. Il suo importo andrà a diminuire man mano che aumenta il reddito complessivo.

Entrando maggiormente nel dettaglio, è possibile richiedere le detrazioni fiscali per un determinato familiare, nel caso in cui uno dei due soggetti stia lavorando e l’altro no. Ovviamente è possibile farlo anche per i figli. È inoltre possibile accedere a tutta una serie di bonus, previsti dalla legge, presentando le opportune e le dovute informazioni fiscali e reddituali che coinvolgono il nucleo familiare.

Le differenze da sottolineare

Nel momento in cui ci si trova davanti ad un’unione di tipo civile, i diretti interessati hanno la possibilità di accedere ad un numero maggiore di agevolazioni e detrazioni fiscali. Quando, invece, l’unione civile risulta essere assente – e quindi ci troviamo di fronte ad una convivenza di fatto – non è possibile accedere a tutte le detrazioni fiscali.

Le coppie, che risultano essere unite civilmente o che sono sposate, hanno diritto a beneficiare dello stesso ed identico trattamento fiscale e previdenziale. Volendo sintetizzare al massimo, queste coppie hanno la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali per i familiari a carico e prima casa, dell’assegno di mantenimento e di quello divorzile. Potranno, inoltre, accedere alla pensione di reversibilità e al TFR nel caso in cui uno dei due coniugi dovesse morire.

Le detrazioni fiscali per i figli

Sicuramente uno dei chiarimenti più importanti, che devono essere effettuati per le coppie conviventi, riguarda i figli. Stiamo parlando, per intenderci, di tutti quei bambini nati da coppie non sposate, ma che sono unite da una semplice convivenza. Per poter richiedere le detrazioni fiscali per i figli, non è necessario essere sposati.

In questo caso, quello che è necessario ed indispensabile è che il figlio risulti essere fiscalmente a carico dei genitori: in questo caso è possibile richiedere le detrazioni fiscali che spettano per legge. Questo significa, in estrema sintesi, che le detrazioni per i figli spettano sia alle coppie che sono state unite civilmente che a quelle che stanno convivendo.

Per le coppie conviventi di fatto, la detrazione può essere suddivisa al 50% tra i due genitori. In alternativa si può optare per la detrazione al 100% in capo ad un genitore. Queste opzioni, in estrema sintesi, sono le stesse alle quali possono accedere le coppie unite civilmente: le scelte, in un senso o nell’altro, possono essere compiute compilando il Modello 730 ed indicando il codice fiscale dei figli e tutte le informazioni necessarie. In ogni caso, un figlio smette di essere a carico fiscalmente, nel momento in cui ottiene l’indipendenza economica.

I bonus casa

La normativa attualmente in vigore permette sia alle coppie unite civilmente che a quelle conviventi di accedere ai bonus casa. In questo caso ci stiamo riferendo ad una serie di detrazioni fiscali a cui è possibile accedere per le spese, che sono state sostenute per determinati lavori eseguiti nell’immobile in cui si vive stabilmente.

Le coppie conviventi hanno la possibilità di accedere al:

  • superbonus;
  • bonus facciate;
  • sismabonus;
  • bonus verde;
  • bonus mobili;
  • ecobonus.

Per questi tipi di sostegni, il legislatore ha garantito l’accesso alle detrazioni fiscali, anche quando non si è davanti ad un’unione di tipo civile. I soggetti coinvolti, comunque, devono risultare conviventi nel momento in cui i lavori sono iniziati i lavori sono stati sostenuti.

Assegno unico

Possono richiedere l’assegno unico tutte le coppie con dei figli: questo significa che sono ammesse a questo sostegno anche le coppie di fatto conviventi. Ricordiamo che l’assegno unico risulta essere strettamente connesso e legato alla presenza di figli: viene garantito ai genitori in maniera universale, indipendentemente dall’eventuale presenza di un’unione civile o meno e, soprattutto, dal tipo di lavoro che viene svolto dai genitori.

L’assegno unico viene corrisposto anche quando è presente un solo genitore, con uno o più figli a carico. Le regole per accedere all’Assegno Unico da parte di genitori conviventi di fatto sono le stesse rispetto ai genitori uniti civilmente.

Ricordiamo che per poter accedere a questa particolare misura, è necessario – ma non obbligatorio – il valore Isee del nucleo familiare. Questo è il motivo per il quale entrambi i genitori sono tenuti a documentare e presentare la propria situazione economica e patrimoniale, anche quando sono delle coppie conviventi.