Quali sono i partiti più indebitati d’Italia? La classifica

Disponibilità economiche sempre più risicate per le forze presenti in Parlamento: conti in rosso e liquidità al minimo per gli schieramenti di Camera e Senato

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Nella celebre serie TV intitolata 1992, c’è un passaggio che spiega bene il cambiamento epocale avvenuto in quel periodo dal punto di vista della stabilità economica dei partiti politici italiani. Dopo decenni in cui tanto la Democrazia Cristiana, quanto il Partito Socialista (e, in parte, anche il Partito Comunista) avevano goduto di delle somme percepite tramite i finanziamenti illeciti, la stretta giudiziaria apportata dall’inchiesta di Mani Pulite mise fine a questo meccanismo, tanto perverso quanto fruttuoso.

Da allora, anche le leggi approvate in Parlamento hanno seguito (almeno in parte) questo nuovo corso, nel tentativo di rendere più trasparente ogni contributo elargito ai partiti da parte di soggetti privati, associazioni, fondazioni e altri enti. Si è discusso molte volte anche delle donazioni predisposte dai cittadini tramite la compilazione del 2 per mille: in molti continuano a contestarla, eppure ancora oggi rappresentano una parte fondamentale delle risorse tramite cui gli schieramenti continuano ad esistere.

Tra maggioranza e opposizione, ecco i conti in rosso della politica

In un contesto in cui, anche per la politica, i costi continuano a crescere in maniera costante e irreversibile (si pensi solamente alle nuove necessità di comunicazione sulle piattaforme social, divenute ormai il veicolo mediatico principale per coinvolgere gli elettori nelle narrazione di tutti i giorni), anche i bilanci economici delle forze in Parlamento risentono come mai prima della mancanza di entrate certe. E così, ormai da oltre un decennio, assistiamo ad un massiccio indebitamento che coinvolge tutti partiti presenti oggi tra Camera e Senato.

Come sempre ci sono delle eccezioni. La più evidente riguarda Fratelli d’Italia, elemento cardine della maggioranza di governo, per oltre 10 anni relegata all’opposizione. La creatura guidata dalla premier Giorgia Meloni vive infatti uno stato di relativa tranquillità dal punto di vista finanziario: il rosso evidenziato nell’ultima dichiarazione dei redditi (depositata nel 2022, ma relativa all’anno di imposta 2021) si attesta attorno ai 120mila euro, un valore che la rende la forza parlamentare meno indebitata tra quelle odierne.

Conti in rosso e poca liquidità: l’elenco delle forze politiche più indebitate

Proseguendo in questa speciale classifica economica, poco sopra FdI troviamo Azione: per il partito di Carlo Calenda il passivo registrato nel 2021 è di circa 123mila euro, una cifra che – da quanto dichiarato dai vertici nazionali – pare essere già stata ripianata. Anche il Movimento 5 stelle si mantiene sotto la soglia dei 150mila euro di debito (148,4 per la precisione): per la forza creata da Beppe Grillo i problemi sembrano essere relativi alla restituzione di parte degli stipendi imposta per statuto a tutti gli eletti, molti dei quali risultano invece in grave ritardo nella riconsegna.

Sempre sotto la soglia di un milione di euro di debiti ci sono anche Italia Viva (con un passivo quantificabile attorno ai 280mila euro) e la Lega (nel cui bilanciano mancano circa 584mila euro). Ma le note dolenti sono per altri e ci riferiamo in particolare al Partito Democratico – che negli ultimi anni ha accumulato un passivo di oltre 5 milioni e mezzo di euro – e soprattutto a Forza Italia. Quella del partito fondato da Silvio Berlusconi è una storia del tutto particolare, visto che buona parte delle disponibilità procacciate nel corso del tempo provenivano proprio dalle liquidità private del Cavaliere: nonostante i molti interventi risanatori predisposti soprattutto nell’ultimo decennio, oggi gli azzurri presentano un bilancio in rosso stimabile addirittura attorno ai 99 milioni di euro.