Lavorare per un’azienda svizzera dall’Italia: tutto su stipendio e tasse

È possibile lavorare per un'azienda svizzera, risiedendo in Italia? Scopriamo cosa prevede la legge

Pubblicato: 15 Maggio 2023 08:00

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quali sono gli aspetti fiscali e previdenziali da gestire, nel momento in cui si lavora per un’azienda svizzera? Ma soprattutto, quali sono le regole da rispettare quando il lavoro viene svolto in Italia?

Nel momento in cui si svolgono delle attività professionali per dei datori di lavoro transnazionali, può esserci una discrasia tra il luogo in cui ha sede l’azienda, il luogo dove si svolge l’attività e la residenza fiscale del lavoratore. Uno dei casi più comuni, che si possono verificare, sono quelli dei soggetti che vivono stabilmente in Italia e che prestano la propria attività professionale per un datore di lavoro, che ha la propria residenza fiscale in Svizzera. Siamo davanti ad una particolare situazione, per la quale è indispensabile e necessario prendere in considerazione gli effetti fiscali e previdenziali dei soggetti coinvolti.

A questa situazione, se ne aggiunge un’altra: il lavoratore svolge la propria attività per un’azienda svizzera, ma in un luogo diverso rispetto a quello nel quale si trova l’impresa. È il caso dello smart working – o del lavoro da remoto – che stanno portando alla luce delle situazioni, che devono essere valutate con la dovuta attenzione.

Lavorare come dipendente di un’azienda Svizzera

Nel caso in cui un contribuente sia residente fiscalmente in Italia e sia assunto attraverso un contratto da lavoro dipendente con una società elvetica, quest’ultima è tenuta ad identificarsi in Italia. La società, per mettersi in regola, ha a disposizione le seguenti ipotesi:

  • ha la possibilità di identificarsi in Italia ai fini previdenziali, con l’apertura di un ufficio di rappresentanza;
  • può aprire nel nostro paese una stabile organizzazione;
  • può aprire in Italia una subsidiary.

Una qualsiasi azienda Svizzera può liberamente scegliere una delle varie opzioni, che abbiamo appena elencato, in base alle proprie esigenze, ma soprattutto a seconda della reale e concreta attività operativa, che ha effettuato in Italia. Stiamo parlando, comunque, di una scelta di una particolare importanza, perché le diverse opzioni comportano delle conseguenze fiscali diverse nel nostro paese.

L’obiettivo finale del datore di lavoro

In ogni caso, l’obiettivo finale dell’azienda Svizzera è quello di registrarsi in Italia come datore di lavoro, facendo la dovuta comunicazione direttamente all’Inps. Una volta assolto questo obbligo presso l’ente di previdenza, potrà erogare una busta paga italiana al lavoratore.

Attenzione, comunque, che ci sono delle precise particolarità. Nel caso in cui ci sia solo una rappresentanza previdenziale, l’azienda Svizzera (o comunque vada straniera) è tenuta unicamente al versamento dei contributi previdenziali italiani. Questa scelta coinvolge unicamente quelle aziende che svolgono, grazie al dipendente italiano, delle attività ausiliarie e che sono preparatorie alla vendita.

Discorso diverso, invece, è quello che tocca la stabile organizzazione o la subsidiary in Italia, che possono diventare delle soluzioni necessarie ed indispensabili, nel momento in cui il dipendente abbia il potere di concludere dei contratti per nome e conto della società estera per la quale lavora. Quando si è di fronte ad una stabile organizzazione di una società controllata italiana, il lavoratore sarà sottoposto a tutte le ritenute fiscali e previdenziali previste dalla legge.

Questo tipo di opzione, sicuramente, è quella preferibile per il lavoratore dipendente, il quale, in questo modo, si trova nella condizione di essere in possesso di un contratto di lavoro italiano con le relative ritenute previdenziali e fiscali. Il datore di lavoro, in questo modo, assume pienamente il ruolo e la funziona di sostituto d’imposta. D’altra parte, però, questa soluzione risulta essere particolarmente più onerosa per l’azienda straniera, che è tenuta a sopportare tutti gli oneri fiscali ed amministrativi della propria presenza in Italia. Queste soluzioni, nella maggior parte dei casi, sono scelte dalle multinazionali, per le quali lavorano molti dipendenti.

Gli aspetti previdenziali

Quando ci si sofferma ai contributi, che è necessario versare per la pensione, è necessario sottolineare che, in Italia, la disciplina previdenziale prevede che i versamenti siano effettuati in base al luogo dove viene svolto il rapporto lavorativo. Eventuali esenzioni dalla contribuzione italiana possono verificarsi solo ed esclusivamente nel caso in cui lo prevedano le disposizioni dei trattati di sicurezza sociali stipulati tra la Svizzera e l’Italia (o di un qualsiasi altro paese, se la società proviene da un altro paese).

Questi particolari tipi di trattati, prevedono che è possibile essere esentati dalla contribuzione italiana nel caso in cui il lavoratore dovesse scegliere di continuare a versare la contribuzione elvetica (ovviamente se questo è possibile).

Gli aspetti fiscali

Come deve essere gestito, fiscalmente parlando, un lavoratore dipendente assunto da un’azienda svizzera? Da un punto di vista strettamente fiscale, il diretto interessato deve pagare le imposte sui redditi in Italia, compilando nei tempi e nei modi previsti dalla legge la dichiarazione dei redditi in Italia.

Le tasse, in estrema sintesi, devono essere pagate nel nostro paese: questo perché l’Erario nostrano ha il diritto di tassare il reddito derivante da un’attività lavorativa svolta nel nostro paese. Volendo semplificare al massimo, questo significa che un lavoratore dipendente, che sia residente nel nostro paese e che stia svolgendo la propria attività in smart working, è obbligato a pagare le imposte sui redditi in Italia.

Lavorare per un’azienda Svizzera con la partita Iva

I contribuenti che prestano la propria attività lavorativa per un’azienda Svizzera come freelance, devono operare rispettando le regole previste dalla disciplina fiscale dell’Italia. Nel caso in cui si stia operando con una partita Iva italiana è necessario iscriversi alla gestione separata Inps.

Nel momento in cui viene emessa una fattura verso un committente non residente, è necessario tenere presenti le regole di applicazione dell’Iva per le prestazioni di servizi effettuate verso l’estero. Nel caso in cui, l’attività del professionista richieda la presenza di una base fissa nella Confederazione Elvetica, questa dovrà necessariamente essere gestita attraverso una gestione autonoma oltre confine. Questi redditi dovranno essere dichiarati anche in Italia: in questo caso il professionista avrà la possibilità di portarsi a credito le imposte che ha versato in Svizzera a titolo definitivo.

Partita Iva ed aspetti previdenziali

Accanto agli aspetti fiscali – il contribuente può optare per il regime ordinario o quello forfettario, in base al proprio fatturato – è necessario tenere presente degli aspetti previdenziali legati alla partita Iva italiana.

I professionisti e le imprese devono procedere con la regolarizzazione della propria posizione, scegliendo l’ente previdenziale di riferimento. La corretta individuazione dello stesso è strettamente legata alla categoria professionale di appartenenza. I lavoratori autonomi, sprovvisti di una cassa professionale di riferimento, dovranno iscriversi alla Gestione Separata INPS. I professionisti con un albo professionale devono iscriversi alla cassa previdenziale dell’ordine di appartenenza.