Omaggi aziendali: quando promuovono l’azienda e come vengono tassati in Italia

Una recente risposta dell'Agenzia delle Entrate a un interpello ha chiarito che gli omaggi regalati ai dipendenti concorrono alla formazione del reddito, se superano una certa soglia

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Le aziende di tutto il mondo utilizzano omaggi e regali per una varietà di motivi, che vanno dal miglioramento dell’ambiente lavorativo al marketing del proprio marchio. In Italia, le regole fiscali riguardanti questi omaggi possono essere complesse e devono essere comprese attentamente sia dai datori di lavoro che dai dipendenti.

Secondo una risposta recente fornita dall’Agenzia delle Entrate a un interpello, è stato chiarito che gli omaggi offerti ai dipendenti sono soggetti a tassazione anche se hanno uno scopo promozionale.

Omaggi con finalità promozionale

In certi casi, gli omaggi offerti ai dipendenti possono avere l’obiettivo esplicito di promuovere il marchio dell’azienda. Questi regali possono essere oggetti come spille, block notes o penne con il logo aziendale, che vengono distribuiti ai dipendenti e successivamente utilizzati anche al di fuori dell’ambiente lavorativo. Anche se la finalità promozionale può variare in chiarezza, per l’azienda rappresentano un modo efficace di ottenere visibilità.

Con la Risposta n. 89 dell’11 aprile, l’Agenzia delle Entrate ha affrontato il delicato tema del regime fiscale relativo ai benefici erogati ai dipendenti, seguendo le disposizioni degli articoli 9 e 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Nel caso specifico, la società che ha posto il quesito all’Agenzia delle Entrate è attiva nel settore della produzione e commercializzazione di caffè, tè e prodotti correlati. La questione riguardava il trattamento fiscale dei benefici offerti ai dipendenti, tra cui omaggi come bevande preparate nella caffetteria aziendale, sacchetti di caffè mensili e prodotti di merchandising. La società ha sostenuto che tali omaggi avevano uno scopo prevalentemente aziendale, mirando a promuovere i prodotti tra i dipendenti e a migliorare l’immagine aziendale.

L’Agenzia delle Entrate ha preso una posizione diversa, sottolineando che questi omaggi rappresentano un arricchimento per il lavoratore e, pertanto, non possono essere considerati erogati esclusivamente nell’interesse del datore di lavoro. Ciò significa che, se il valore di tali omaggi supera una determinata soglia (che diremo più avanti), essi costituiranno reddito di lavoro dipendente e contribuiranno alla formazione del reddito imponibile dei dipendenti.

L’Agenzia sottolinea che i benefit offerti dall’azienda non sono vincolati alla prestazione lavorativa o alle vendite effettuate dai dipendenti, e che questi possono utilizzarli anche per soddisfare esigenze personali senza obblighi contrattuali specifici. Pertanto, tali benefit costituiscono quindi un arricchimento per i lavoratori e non possono essere considerati erogati nell’esclusivo interesse del datore di lavoro.

Contesto normativo

Il contesto normativo in cui si colloca la Risposta n. 89 è di fondamentale importanza per comprendere appieno le implicazioni delle sue indicazioni. Essa fa riferimento a disposizioni specifiche che riguardano la determinazione del reddito di lavoro dipendente, con particolare attenzione alla valutazione dei cosiddetti benefit in natura. In altre parole, si tratta di capire se e come i beni in omaggio forniti ai dipendenti possano incidere sul loro reddito imponibile.

Normative fiscali in Italia

L’Agenzia delle Entrate ha delineato le norme riguardanti i cosiddetti fringe benefit, ossia i benefici non monetari forniti ai dipendenti. In base a queste regole, alcune erogazioni di questo tipo possono essere esentasse fino a determinate soglie. Tuttavia, superate tali soglie, gli omaggi diventano imponibili e soggetti a tassazione sul valore degli stessi.

Ci sono due eccezioni in cui questi regali non sono considerati reddito imponibile per il dipendente: se non rappresentano un arricchimento per il lavoratore o se sono erogati esclusivamente per il suo interesse. Nella maggior parte dei casi, gli omaggi costituiscono un reddito tassabile.

Il ruolo del contratto

Un altro aspetto importante è il contenuto del contratto tra datore di lavoro e dipendente. Se un omaggio è vincolato dall’accordo a essere utilizzato esclusivamente per fini pubblicitari o promozionali, con obbligo di restituzione, allora si considera prevalente l’interesse del datore di lavoro e il regalo non è tassabile per il dipendente.

Soglie di non imponibilità fiscale: nuovi limiti per il 2024

Un elemento chiave introdotto dalla Risposta n. 89 è l’aggiornamento dei limiti per il 2024. La Legge di Bilancio 2024 ha innalzato il limite entro il quale il valore dei beni ceduti gratuitamente ai dipendenti non concorre alla formazione del reddito. Questo limite è stato portato a 1.000 euro, e fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico. Ciò significa che, per il 2024, fino a questo importo, i benefit aziendali non aumentano il reddito imponibile dei dipendenti.

Riassumendo, il limite fissato a 258,23 euro rappresenta il tetto entro il quale i benefit non concorrono alla formazione del reddito imponibile dei dipendenti. Tuttavia, per l’anno in corso, la Legge di Bilancio 2024 ha incrementato questo limite, stabilendo che:

    • Fino a 1.000 euro, i benefit non contribuiscono alla formazione del reddito per la maggior parte dei lavoratori dipendenti;
    • Fino a 2.000 euro, i dipendenti con figli a carico possono godere di questo vantaggio.

La risoluzione n. 178/2003 fornisce ulteriori chiarimenti, stabilendo che non concorrono alla formazione del reddito imponibile del lavoratore dipendente:

  • Le somme che non rappresentano un incremento economico per il lavoratore stesso;
  • Le erogazioni effettuate esclusivamente nell’interesse del datore di lavoro.

Fringe benefits: quali soldi in busta paga non devono essere tassati?

I fringe benefits costituiscono una parte significativa della remunerazione complessiva di un dipendente, ma a differenza del tradizionale salario in denaro, questi vengono erogati sotto forma di beni e servizi.

Questi vantaggi possono essere destinati a categorie specifiche di dipendenti o offerti a tutti come parte del pacchetto retributivo complessivo. Solitamente, fanno parte del welfare aziendale e sono soggetti a una disciplina specifica in termini di tassazione e contributi.

Tra i principali fringe benefits offerti ai dipendenti si annoverano:

  • Auto aziendali ad uso promiscuo
  • Buoni pasto
  • Telefoni cellulari aziendali
  • Abitazioni in locazione o comodato
  • Prestiti personali agevolati
  • Borse di studio per i dipendenti o i loro familiari
  • I fringe benefits possono essere erogati anche tramite voucher, che consentono ai dipendenti di usufruire di beni e servizi di valore inferiore alla soglia di esenzione.