Chi è e cosa fa il sostituto d’imposta

Termine poco conosciuto tra le piccole e medie imprese italiane, sapere cosa è il sostituto d’imposta è importante per gestire i rapporti con la PA

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Nell’ordinamento italiano il sostituto d’imposta è una persona o un organismo che sostituisce in toto o solo in parte il contribuente nei rapporti con gli enti di riscossione per il pagamento delle tasse. Il sostituto d’imposta sostituisce lo Stato nell’operazione di riscossione dei tributi, ma li versa in un secondo momento alla pubblica amministrazione attraverso il Modello 770. Un’operazione che può sembrare complicata, ma che in realtà semplifica alle aziende e ai contribuenti il pagamento di alcuni tributi.

Chi è il sostituto d’imposta

Se vi state chiedendo chi sono le persone che svolgono il ruolo di sostituto d’imposta, la risposta non è semplice. Non esiste una singola persona che ricopre il compito di sostituto d’imposta, ma tanti individui a seconda del settore. Ad esempio un sostituto d’imposta è il proprio datore di lavoro, che trattiene alcune imposte dalla busta paga e che versa allo Stato per conto del dipendente. Altro sostituto d’imposta è il condominio, la pubblica amministrazione e le società che danno i dividendi.

Cosa fa il sostituto d’imposta

Solitamente il sostituto d’imposta trattiene i soldi del contribuente direttamente dalle sue fonti di reddito e poi le versa allo Stato mensilmente o annualmente (pensiamo al datore di lavoro che trattiene dalla busta paga gli oneri previdenziali e non solo). Il sostituto d’imposta può lavorare in due modi diversi:

  • a titolo di imposta, ovvero il sostituto paga tutti gli oneri del contribuente, il quale è esentato da qualsiasi altro adempimento;
  • a titolo di acconto, ovvero quando il sostituto d’imposta non paga tutti gli oneri e il lavoratore dovrà estinguere il “debito” attraverso la dichiarazione dei redditi (è ciò che succede con l’IRPEF).

Come opera il sostituto d’imposta

Per svolgere il suo lavoro, il sostituto d’imposta deve compilare due moduli: la Certificazione Unica e il Modello 770. Con la Certificazione Unica il sostituto d’imposta assicura il contribuente/dipendente di aver adempito ai propri compiti e di aver versato le tasse allo Stato o alla Pubblica Amministrazione. Con il Modello 770, invece, il sostituto d’imposta certifica allo Stato di aver adempito ai propri compito e di aver versato l’imposta annuale. La Certificazione Unica deve essere consegnata tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, mentre il Modello 770 deve essere compilato entro la fine di luglio.

Sostituto d’imposta e rimborso fiscale

Di grande rilevanza la comprensione del rimborso fiscale, quando si parla di sostituto d’imposta. Prendiamo ad esempio il soggetto Luca e l’azienda A, ovvero il suo sostituto d’imposta. Quando la tale azienda versa al posto di Luca le tasse che lo Stato richiede, non tiene conto di possibili ed eventuali spese che sono detraibili e deducibili. Spese che devono essere scontate dalla somma totale dovuta.

Nel caso in cui Luca abbia sostenuto spese detraibili, come nel caso di medicine o un eventuale affitto, ha diritto a riavere quella somma indietro. Li riavrà in forma liquida, certo, potendo dichiarare il tutto attraverso il proprio Modello 730, inserendo i documenti necessari ad attestare le spese sostenute. Nel caso specifico Luca riceverà il suo rimborso nella busta paga successiva alla dichiarazione dei redditi, solitamente nel mese di luglio o agosto.