Fringe benefit 2024, come funzionano e quali lavoratori vi possono ancora accedere

Anche nel 2024 i lavoratori dipendenti possono usufruire dei fringe benefit. È necessario, però, verificare di non perdere i requisiti nel corso dell'anno

Pubblicato: 9 Giugno 2024 06:00

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Sono diverse le misure che incidono sulla busta paga dei lavoratori nel corso del 2024. Tra queste ci sono i fringe benefit, definiti in maniera inappropriata come bonus dipendenti. Volendo sintetizzare al massimo sono delle formule di welfare aziendale che non sono soggetti a tassazione fino ai seguenti importi massimi:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per quanti hanno dei figli a carico.

I fringe benefit si affiancano al taglio del cuneo fiscale che è stato fissato per il 2024.

Ma come funzionano, nel dettaglio, questi strumenti messi a disposizione dalle aziende per i loro dipendenti? Cerchiamo di scoprirlo nel dettaglio.

Fringe benefit: cosa sono

I fringe benefit sono dei beni o dei servizi che vengono messi a disposizione dei lavoratori dipendenti e che si affiancano allo stipendio netto. Costituiscono, in estrema sintesi, una retribuzione in natura, che viene concessa dal datore di lavoro e che si concretizza attraverso la fornitura di beni e servizi che si vanno ad aggiungere al salario.

Questa sorta di emolumenti aggiuntivi in natura non concorrono alla formazione del reddito del dipendente, fino ad alcuni limiti che sono individuati dalla normativa. Questo significa che il valore economico dei fringe benefit non viene tassato fino al raggiungimento di una determinata cifra.

Sostanzialmente i fringe benefit da un lato creano un vantaggio per i dipendenti, che ricevono un servizio il cui valore economico non viene tassato. Dall’altro lato per i datori di lavoro i costi sostenuti sono interamente e completamente deducibili.

Guardando i fringe benefit dal punto di vista del datore di lavoro, quindi, erogare questi servizi è ottimale, perché alcuni alcuni di essi come i buoni pasto o quelli relativi alla mensa sono completamente deducibili. A parte alcune eccezioni come gli autoveicoli.

Fringe benefit i limiti e le novità del 2024

Ad introdurre alcune novità per l’anno in corso è stata la Legge di Bilancio 2024, che ha modificato alcune regole connesse con i fringe benefit. Esclusivamente per quest’anno sono stati modificati gli importi sottoposti a tassazione. Nel 2023 erano infatti esentasse fino ad un importo massimo di:

  • 258,23 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Da inizio 2024, invece, i limiti sono stati definiti come segue:

  • per i la generalità dei dipendenti: 1.000 euro;
  • per i dipendenti con figli a carico: 2.000 euro.

È stata abbassata la quota prevista per i figli a carico, mentre è stata innalzata quella relativa alla generalità dei dipendenti.

Cosa si intende per figli a carico

Cosa si intende per figli a carico? Fino a quando sono considerati come tali? L’agevolazione comprende anche i figli nati fuori dal matrimonio, purché siano regolarmente riconosciuti, e i figli adottivi o affidati. Per essere considerati a carico, i figli devono avere un reddito:

  • inferiore a 2.840,51 euro;
  • inferiore a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni.

Questa condizione si deve verificare al 31 dicembre 2024. Nel caso in cui un figlio risulti essere a carico di entrambi i genitori, la relativa agevolazione spetta a entrambi i genitori. Questo significa che l’ammontare complessivo dei fringe benefit può arrivare a 4.000 euro (sommando quelli di entrambi i genitori).

La detrazione spetta nel caso in cui il figlio venga considerato fiscalmente a carico del genitore. Anche quando la detrazione venga attribuita al 100% ad un unico genitore.

L’Agenzia delle Entrate, soffermandosi al 2023, ha precisato che tra gli importi che potevano rientrare nei fringe benefit esentasse ci fossero anche i pagamenti delle utenze domestiche, ossia quelle del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. Queste regole valgono anche per il 2024.

Quali spese rientrano tra i fringe benefit

I fringe benefit possono essere costituiti da dei beni o dei servizi. O possono essere delle erogazioni in denaro, con le quali saldare le utenze di luce, acqua e gas. Ma possono essere utilizzati anche per coprire i seguenti costi:

  • il contratto di locazione della prima casa;
  • le spese per gli interessi sul mutuo della prima casa.

Sostanzialmente possono essere applicate le stesse regole che l’Agenzia delle Entrate ha indicato attraverso la circolare n. 23/2023.

Per quanto riguarda la condizione di figlio a carico ricordiamo che deve essere verificata l’ultimo giorno dell’anno.

Come deve essere richiesta l’agevolazione

Per poter accedere ai fringe benefit i lavoratori devono presentare una dichiarazione al proprio datore di lavoro, attraverso la quale si attesti la presenza dei requisiti relativi ai figli. All’interno di questa documentazione è necessario inserire il codice fiscale del figlio o dei figli a carico.

La normativa in materia non ha stabilito delle regole precise su come debba essere prodotta la documentazione e come debba essere conservata ai fini di eventuali controlli tributari. A ogni modo, nel caso in cui dovessero venire a mancare i requisiti ex post per ottenere i fringe benefit, il dipendente dovrà provvedere a comunicarlo al datore di lavoro, il quale dovrà recuperare le somme con gli stipendi successivi.

Fringe benefit particolari: le auto aziendali

Tra i fringe benefit che possono essere concessi ai lavoratori ci sono anche le auto aziendali. Le cui regole, però, sono state modificate attraverso la Legge di Bilancio 2020. È, quindi, necessario tenere in considerazione il giorno in cui è stato stipulato il contratto:

  • fino al 30 giugno 2020;
  • dal 1° luglio 2020.

Quando l’auto viene concessa al lavoratore in uso promiscuo e si rientra nel primo punto, il reddito di lavoro dipendente risulta essere pari al 30% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale pari a 15.000 chilometri. I costi chilometrici si devono basare sulle tabelle ACI.

Per i contratti sottoscritti dal 1° luglio 2020, quando l’auto è concessa in uso promiscuo il reddito è pari al 25% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15.000 euro. Ma l’automobile deve avere dei valori di emissione di anidride carbonica non superiori a 60 per chilometro (g/km di CO2).

In sintesi

Anche per il 2024 i lavoratori dipendenti possono beneficiare dei fringe benefit, che solo per quest’anno risultano essere pari a 1.000 euro per tutti, che passano a 2.000 euro per quelli con dei figli a carico.