Come vengono tassati i fringe benefit oltre la soglia dei 3mila euro

Attraverso una circolare l'Inps spiega come debbano essere tassati i fringe benefit che superano le soglie previste dalla normativa

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Fringe benefit e welfare aziendale finiscono al centro del messaggio dell’Inps n. 3884 del 6 novembre 2023. L’istituto ha preso parola per spiegare come debbano essere effettuati i conguagli contributivi, nel caso in cui i servizi ed i beni corrisposti ai dipendenti superino le soglie di esenzione previste dalla normativa. Ricordiamo, che per quanto riguarda il periodo d’imposta 2023, sono previste delle maggiori agevolazioni per i lavoratori dipendenti con dei figli a carico.

Ma vediamo quali sono state le indicazioni fornite dall’Inps e cosa cambia per i dipendenti e per le aziende, nel momento in cui si dovessero superare i limiti di esenzione previsti dalla normativa per il 2023.

Fringe benefit: i chiarimenti dell’Inps

L’Inps, con il messaggio n. 3884 del 6 novembre 2023, ha fornito le indicazioni necessarie per effettuare i conguagli contributivi, nel caso in cui il valore dei fringe benefit corrisposti nel corso del 2023 risulti essere superiore alla soglia di esenzione prevista dalla normativa. Solo e soltanto per quest’anno, i lavoratori dipendenti riescono a beneficiare di alcune agevolazioni particolarmente forti.

All’interno della circolare, l’Inps si è soffermato sulle novità che sono state introdotte attraverso l’articolo 40 del Decreto Legge n. 48/2023. Il legislatore ha deciso, infatti, di alzare la soglia massima delle esenzioni previste per i servizi ed i beni che vengono forniti ai dipendenti con figli a carico. Per questi soggetti i fringe benefit sono esentasse fino ad un importo massimo pari a 3.000 euro, contro gli ordinari 258,23 euro. Vengono incluse, all’interno di questa deroga, anche le eventuali somme che il datore di lavoro decide di rimborsare o erogare ai lavoratori dipendenti per saldare le seguenti bollette:

  • servizio idrico;
  • energia elettrica;
  • gas naturale.

Il messaggio dell’Inps, inoltre, si sofferma a fornire una serie di chiarimenti anche sui buoni benzina, che risultano essere esenti fiscalmente fino ad un tetto massimo di 200 euro. Questi particolari fringe benefit, però, devono essere assoggettati a contribuzione previdenziale da parte del datore di lavoro.

Punto saliente ed importante, inoltre, è quello relativo al conguaglio dei fringe benefit: operazione che deve essere effettuata da diverse categorie di aziende, utilizzando il flusso Uniemens.

L’importanza delle normativa in materia

L’Inps ha provveduto a rispolverare la normativa, ricordando che la disciplina ha provveduto ad unificare la retribuzione imponibile fiscale e previdenziale. Entrando nel dettaglio, è stato stabilito che l’eventuale assoggettamento del prelievo contributivo relativo ai redditi di lavoro dipendente debba avvenire basandosi sugli stessi principi che sono stati definiti ai fini fiscali attraverso l’articolo 51 del Tuir. Sempre che non arrivino delle specifiche deroghe, che giustifichino ufficialmente una diversa natura del prelievo previdenziale.

L’istituto ha poi provveduto a richiamare la deroga che è stata introdotta attraverso l’articolo 40 del Decreto Legge n. 48/2023, grazie al quale si è provveduto ad ampliare – solo e soltanto per i lavoratori dipendenti con dei figli a carico ed unicamente per il periodo d’imposta 2023 – l’esenzione dal versamento dei contributi per i fringe benefit fino a 3.000 euro. Ossia per l’erogazione dei servizi e dei beni concessi fino al raggiungimento della somma appena indicata.

È bene precisare, inoltre, che l’agevolazione spetta per intero ad ogni singolo genitore, che sia titolare di un reddito da lavoro dipendente o assimilato. L’agevolazione spetta anche in presenza di un solo figlio, purché sia a carico di entrambi i genitori.

L’eccezione coinvolge non solo il tetto massimo della somma, ma anche l’oggetto dell’esenzione. L’agevolazione, infatti, risulta essere applicabile solo e soltanto per le erogazioni in natura e non per quelle effettuate in denaro. A questo punto dall’esenzione rimangono esclusi gli eventuali rimborsi erogati per le bollette del gas e della luce.

Fringe benefit: come verificare la soglia

A fornire le indicazioni precise per verificare la soglia di esenzione ci ha pensato l’articolo 9 del Tuir. Nel caso in cui vengano erogati dei voucher, per il raggiungimento della soglia si fa riferimento all’insieme dei servizi e dei beni dei quali il dipendente ha usufruito nel corso dell’anno a titolo di fringe benefit.

Nel momento in cui viene superato il limite agevolabile – sia quello ordinario che quello maggiorato – il datore di lavoro è tenuto ad assoggettare i fringe benefit a contribuzione. Devono essere sottoposti alla contribuzione sia la quota inferiore che l’importo che la supera.

Per quanto riguarda il cosiddetto bonus carburante, l’Inps ha specificato che – stando a quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, del Decreto Legge n. 5/2023 – è rilevante unicamente ai fini fiscali e non a quelli contributivi. È comunque necessario ricordare che il valore dei vari buoni benzina erogati nel corso del 2023 risulta essere rilevanti ai fini della formazione del reddito da lavoro dipendente per il relativo assoggettamento al prelievo contributivo.

I fringe benefit e il bonus carburante sono sovrapponibili. I buoni benzina fino a 200 euro risultano essere esenti fiscalmente in quanto imputabili proprio al bonus carburante. Ma, nel caso in cui insieme agli altri fringe benefit dovessero superare la soglia prefissata, sono assoggettati alla contribuzione previdenziale.

Premi di risultato

Quanto abbiamo visto fino a questo momento risulta essere applicabile anche quando il dipendente abbia scelto di sostituire completamente o in parte gli eventuali premi di risultato con dei fringe benefit. Nel caso in cui questi ultimi dovessero essere inferiori alle soglie previste dalla normativa, non verranno assoggettati alla contribuzione durante il periodo d’imposta. Quando, invece, dovessero superare il suddetto tetto, i datori di lavoro dovranno procedere con il versamento dei contributi su tutto il valore che è stato corrisposto.

Passando a quelle che sono le istruzioni pratiche, il messaggio dell’Inps chiarisce che per la determinazione dei 3.000 euro è necessario tenere conto anche di eventuali fringe benefit che siano stati corrisposti dai datori di lavoro precedenti.

In estrema sintesi

Per il periodo d’imposta 2023 i fringe benefit sono esentasse fino a 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con dei figli a carico. Attenzione, però, a non superare questa soglia, perché a questo punto saranno sottoposti alla contribuzioni per tutto il valore erogato e non solo per la cifra che supera la misura.