Meno fotovoltaico, più domotica: quanto costano ora i lavori per il risparmio energetico

Secondo i dati raccolti da ProntoPro, gli italiani guardano meno ai pannelli fotovoltaici e optano invece per domotica e caldaie a condensazione

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Meno fotovoltaico, più domotica. Le scelte degli italiani in fatto di risparmio energetico stanno cambiando. Il motivo? L’addio al Superbonus decretato dal governo Meloni ha senz’altro impresso una spinta notevole. Senza più Superbonus, infatti, si sono più che dimezzate le richieste di installazione di pannelli fotovoltaici (-57%) e ridotte drasticamente anche quelle per i pannelli solari (-34%). Scendono anche riscaldamento a pavimento (-39%) e stufe a pellet (-35%). Anche le riparazioni delle caldaie hanno subito un forte ridimensionamento (-33%). Idem le domande di rifacimento delle facciate dei condomini, scese del 10% rispetto al 2022 e addirittura del 53% rispetto al 2021.

Il corretto isolamento delle pareti esterne, per esempio tramite un cappotto termico o il rifacimento della facciata, consente di risparmiare il 40% su luce e gas, e la sostituzione degli infissi può portare a migliorare del 20% l’efficienza energetica dell’intera abitazione. Ma come sappiamo la Manovra 2024 ha stoppato il bonus 110%, che, secondo i dati Enea, ha coinvolto oltre 425 mila edifici, e ha portato a una riduzione delle detrazioni al 90% nel 2024 e al 70% nel 2025.

Il risultato è che sempre più italiani stanno spostando i propri interessi, in termini di scelte oculate e di maggior risparmio, verso altre soluzioni che consentono di riscaldare e far funzionare meglio la casa, con una certa attenzione per l’ambiente ma soprattutto con un notevole risparmio in bolletta.

Gli italiani scelgono la domotica

Secondo i dati rilevati da ProntoPro, marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, crescono invece e parecchio le richieste di impianti di domotica (+38%) e nuove caldaie (+18%): queste fanno risparmiare rispettivamente il 25% e il 20% sulle spese familiari.

La domotica è la regina indiscussa di questo cambiamento nelle abitudini di acquisto. Piace particolarmente perché permette di controllare da remoto i sistemi di riscaldamento e raffrescamento, l’illuminazione della casa, interna ed esterna, e persino l’automatizzazione di finestre, tapparelle e tende da sole, consentendo così di misurare anche i consumi. Secondo quanto emerso dall’indagine di ProntoPro, la gestione intelligente degli impianti attraverso la domotica può generare un taglio dei costi in bolletta del 25%.

Anche la caldaia è tornata in auge, ma di fatto non era mai stata davvero dimenticata. Per questo prodotto si registra un aumento del 18% per le richieste di sostituzione o installazione di un nuovo apparecchio e dell’11% per quelle di manutenzione o revisione. In termini di richieste di montaggio e allacciamento di un nuovo impianto, in cima alle preferenze degli italiani ci sono quelle alimentate a metano (77,61%), seguite dalle pompe di calore elettriche (11,98%), impianti molto energivori, che garantiscono risparmi solo se abbinati a un impianto fotovoltaico e la cui preferenza, dopo i picchi del 2021 e 2022, si è ridotta in seguito allo stop del Superbonus.

Quanto costano i lavori di efficientamento energetico

Ma parliamo di prezzi. Quanto costa migliorare l’efficienza energetica della propria casa? Sempre secondo le stime di ProntoPro, un impianto domotico base, installato in un’abitazione tra i 50 e i 70 metri quadri, può costare dai 5mila euro in su. Per chi non ha la possibilità di investire, esistono anche soluzioni più economiche e fai da te che automatizzano solo alcune parti della casa, garantendo però un risparmio energetico ridotto.

Per quanto riguarda la caldaia, se quella in uso è già un modello efficiente, e ci si dovrà occupare quindi solo della sua manutenzione e revisione, obbligatoria per legge, la cifra è di circa 80 euro. Anche se la normativa varia di regione in regione e la manutenzione deve essere eseguita solitamente ogni 2 anni, meglio optare per controlli annuali, così da valutare l’efficienza dell’impianto, ridurre il dispendio energetico, risparmiare sui futuri interventi e scongiurare problemi improvvisi (visto che peraltro l’uscita in emergenza del tecnico costa circa un 15% in più rispetto a un appuntamento programmato in anticipo).

Se invece si installa una nuova caldaia, il consiglio è sceglierne sempre una a condensazione, che ricicla il vapore, invece di disperderlo, e lo impiega per la produzione di acqua calda, con una serie di conseguenze positive sia per l’ambiente che per il portafoglio: migliore efficienza energetica, basse emissioni di sostanze inquinanti e un risparmio in bolletta del 20% rispetto a una caldaia tradizionale. Il costo medio per la sostituzione di una vecchia caldaia con un modello a condensazione si aggira intorno ai 2mila euro, compresi l’installazione e lo smaltimento della vecchia.

Altra ottima strategia di risparmio energetico è la sostituzione degli infissi. Per le nuove finestre i costi dipendono dai materiali scelti. Le più richieste sono le finestre in pvc, che possono costare fino a 250 euro al pezzo. Chi sceglie il legno deve preventivare invece una spesa media di 500 euro a finestra. I preventivi per i costi di posa, che includono anche lo smaltimento della vecchia finestra, si aggirano sui 100 euro.

Tornando invece al fotovoltaico, un impianto costa circa 2mila euro a Kilowatt (volendo risparmiare c’è quello a balcone), mentre per il cappotto termico, che assicura isolamento termico delle pareti esterne, i preventivi di materiale e manodopera oscillano tra i 50 e i 100 euro al metro quadro, con variazioni in base al tipo di isolante scelto, alla città e alla superficie da coprire.

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