Dazi Usa, l’elenco dei prodotti Made in Italy più colpiti: ecco quanto ci rimette l’Italia

I dazi americani sui prodotti di importazione dall'estero sono adesso una minaccia reale per il Made in Italy

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Donald Trump è passato dalle parole ai fatti: dal 18 ottobre scatterà l’applicazione dei dazi Usa sui prodotti europei importati negli Stati Uniti, e diverse sono le aziende italiane che ne risentiranno.

Dazi Usa: i settori più colpiti del Made in Italy

Uno dei settori più colpiti dalla nuova politica commerciale americana sarà sicuramente quello del Made in Italy. Le eccellenze del nostro Paese, specie quelle agroalimentari, sono particolarmente apprezzate all’estero e dalle esportazioni hanno sempre tratto un notevole ritorno economico in questi anni. L’applicazione dei dazi Usa, dunque, andrebbe a creare non pochi problemi all’export del Made in Italy, avendo una ripercussione su industria ed economia italiana.

Proprio qualche giorno fa, al Villaggio Coldiretti di Bologna è stato sottolineato come l’applicazione dei dazi ai prodotti italiani avrebbe favorito la diffusione di prodotti agroalimentari contraffatti negli Stati Uniti. Cibi e alimenti spacciati per italiani, ma che di fatto poco hanno a che fare con il nostro Paese, che se non saranno colpiti dalle nuove politiche di Trump avranno inevitabilmente un vantaggio rispetto a quelli importati dall’Italia (che costeranno di più e quindi potrebbero arrivare ad una fetta minore di consumatori).

L’elenco dei prodotti colpiti

Adesso che la decisione di Donald Trump è diventata definitiva, i problemi e le complicazioni fino ad ora considerati ipoteticamente diventano reali. I prodotti Made in Italy più colpiti dai dazi Usa saranno i formaggi, in particolare:

  • il pecorino romano;
  • il Parmigiano Reggiano;
  • il Grana Padano;
  • il provolone.

Su questi verrà applicata una tariffa del 25%, la stessa che graverà sul prosciutto esportato negli Stati Uniti. Nella lista temporanea elaborata dalle autorità americane, inoltre, sono stati menzionati anche:

  • prodotti tessili (compreso l’abbigliamento);
  • pasta;
  • latte;
  • olive e olio;
  • agrumi;
  • uva e vini.

Dando una rapida occhiata all’elenco stilato, anche se non ancora definitivo, non è difficile immaginare quanto sarebbe grande il danno per l’Italia, che dall’esportazione dei prodotti agroalimentari ha sempre tratto vantaggio. Volendo quantificare le perdite, i dazi Usa costeranno al nostro paese circa un 1miliardo di euro. Il Grana Padano, per esempio, subirebbe perdite per circa 270milioni di euro, e una forte battuta d’arresto registrerebbe anche il Parmigiano, dato che gli Stai Uniti rappresentano il secondo mercato per export di Parmigiano dopo la Francia.