Contributi IVS: cosa sono e come si calcolano

Il contributo IVS viene pagato dai lavoratori dipendenti e trattenuto in busta paga: ecco di cosa si tratta e quando deve essere pagato

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Cosa sono i contributi IVS e soprattutto a chi spetta il loro pagamento. IVS risulta essere l’acronimo di Invalidità, Vecchiaia e Superstiti, ai quali viene affiancato il termine contributo. Con questa locuzione ci si riferisce alle somme di denaro che i lavoratori devono versare all’Inps. Sono tenuti ad effettuare questo versamento i lavoratori dipendenti – con una trattenuta direttamente in busta paga – ed i lavoratori autonomi senza cassa previdenziale. E che, per questo, si devono appoggiare all’Inps

I contributi IVS costituiscono, sostanzialmente, una sorta di tutela assicurativa, che serve in caso di una qualsiasi inattività che scaturisca a seguito di un’invalidità, della vecchiaia o per decesso. L’importo complessivo da versare è condizionato da diversi fattori, tra i quali ci sono, ad esempio, la categoria di appartenenza, l’età anagrafica e la fascia di reddito. I contributi IVS rappresentano una parte dei contributi che vengono versati periodicamente all’Inps e che, in un secondo momento, verranno rimborsati sotto forma di pensione.

Contributi IVS: cosa sono

Leggere la busta paga non è detto che sia semplice, soprattutto se non si hanno conoscenze approfondite a riguardo. All’interno infatti, sono presenti numerose diciture. Tra queste può esserci quella con la denominazione “contributo IVS”: di cosa si tratta?

Per contributo IVS si intende una forma di contribuzione da versare obbligatoriamente all’INPS o alle gestioni separate. Si tratta di un’assicurazione pensionistica contro Invalidità, Vecchiaia e Superstiti che consiste nel trattenere una quota dalla busta paga del dipendente. Dunque l’INPS eroga queste prestazioni nel caso in cui si verificasse l’inabilità, la vecchiaia o la morte del lavoratore.

I contributi IVS vengono pagati dai lavoratori dipendenti che prestano servizio nel settore privato e tra questi rientrano gli artigiani e i commercianti, i giornalisti iscritti all’Inpgi, i coltivatori diretti, gli apprendisti, ma anche i collaboratori autonomi che hanno effettuato l’iscrizione alla gestione separata INPS. I dipendenti pubblici invece, sono esclusi dal contributo IVS.

La principale differenza fra queste categorie di lavoratori è che, mentre gli autonomi devono versare, entro determinate scadenze, la quota prevista utilizzando il modello F24, per i lavoratori subordinati (compresi collaboratori e apprendisti), la quota viene trattenuta già in busta paga.

Come si calcolano i contributi IVS

La somma da pagare non è la stessa per tutti i lavoratori, ma varia in base alla categoria lavorativa di appartenenza. Per calcolare il contributo IVS, l’Istituto di competenza determina le aliquote contributive, il reddito di fascia annuale, oltre al reddito minimo e massimo previsto per quel periodo di imposta.

Quando avviene il versamento del contributo IVS? Il pagamento della quota viene suddiviso in 4 rate: la prima il 16 maggio, la seconda il 20 agosto, la terza il 16 novembre e la quarta il 16 febbraio.

Coloro che vogliono usufruire del contributo IVS sono responsabili della situazione contributiva. Questo contributo minimo va pagato anche se il reddito non è superiore a quello minimo ed è dovuto per l’intero mese anche se l’attività lavorativa non è stata svolta per tutto il periodo. Va versato anche il contributo di maternità che è pari a 62 centesimi al mese.

È necessario anche sostenere un contributo dello 0,09% del reddito minimale e eventualmente, anche di quello eccedente, come aliquota aggiuntiva. L’obbligo al versamento di questo contributo è stato prorogato al 31 dicembre 2018.