Il condono edilizio e la sanatoria edilizia sono due argomenti quantomai attuali. Periodicamente, infatti, vengono effettuate delle proposte di legge che prevedono o l’uno o l’altro. Spesso e volentieri, soprattutto quanto si parla di condono edilizio, il tutto finisce con un niente di fatto.
Ciò non toglie che i due argomenti siano tra i temi ricorrenti nelle varie campagne elettorale. O anche quando un governo ha necessità di fare cassa. Questo è il motivo per il quale la sanatoria o il condono edilizio tornano ad essere degli argomenti di trend.
Indice
Cos’è il condono edilizio
Innanzitutto, parliamo di cos’è il condono edilizio. Si tratta di una legge dello Stato che permette ai cittadini, che non sono in regola con la legislazione urbanistica, di segnalare alle autorità competenti la propria situazione in modo da ottenere un’agevolazione per potersi mettere in regola. Per poter usufruire di tale condono, occorre attendere il provvedimento di legge che lo prevede e che stabilisce chi ne ha diritto.
Il condono edilizio, ad esempio, può essere previsto per le costruzioni realizzate in aree non edificabili oppure per costruzioni che superano per volumi o distanze quelle stabilite dalle norme vigenti. Una volta che il condono è legge, chi ne vuole usufruire, deve rivolgersi alle autorità competenti e pagare una sanzione amministrativa per l’abuso commesso. Il condono edilizio è una legge di carattere straordinario e ha sempre una durata limitata.
Cos’è la sanatoria edilizia
Ora vediamo, invece, cos’è la sanatoria edilizia. Si tratta di un provvedimento amministrativo che permette di sanare tutte quelle situazioni in cui non si sono richiesti i permessi per costruire, come la Cila, ovvero la Comunicazione di inizio lavori asseverata, o la Scia, cioè la Segnalazione certificata di inizio attività. Chi esegue dei lavori senza le autorizzazioni previste per legge deve pagare una sanzione al proprio Comune che è pari al doppio del contributo di costruzione.
Oltre a pagare la sanzione prevista, per ottenere la sanatoria, occorre dimostrare che le opere edili realizzate abbiano acquisito la doppia conformità. In pratica, devono rispettano la normativa urbanistica e edilizia vigente nel momento in cui sono stati eseguiti gli interventi abusivi e devono risultare conformi alle norme in vigore al momento della richiesta della sanatoria. Per sintetizzare possiamo dire che si tratta di una concessione che viene data a posteriori.
Ultimo condono edilizio
Il condono edilizio è una misura eccezionale che, in Italia, è stata concessa dalla legge solamente tre volte. Il primo è del 1985 con la legge n. 47, secondo nel 1994 con la legge n. 724 e l’ultimo condono edilizio risale al 2003 con la legge 326. Quest’ultimo permetteva di sanare gli abusi edilizi commessi entro il 31 marzo 2003 e, per poterne beneficiare, la domanda andava presentata entro il 31 marzo 2004.
Per richiedere il condono bisognava allegare alla domanda le ricevute di pagamento dell’oblazione e del contributo di concessione, i documenti che provano la consistenza e la data di esecuzione delle opere abusive e i requisiti del richiedente. Il condono si poteva ottenere tramite un esame da parte del Comune competente che verificava l’ammissibilità della domanda, la completezza della documentazione e i pagamenti richiesti, oppure per silenzio assenso, cioè la domanda si riteneva accolta, se entro 24 mesi dalla presentazione della stessa, il Comune non notificava al richiedente alcuna risposta.