Piccoli abusi edilizi, come condonarli

Quali sono le irregolarità edilizie che si possono sanare e come fare richiesta al Comune, quando un abuso edilizio entra in prescrizione. Cosa cambia con il decreto “salva casa”

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Davide Frigoli

Data journalist

Dopo la laurea in Lettere alterna l'attività di data journalist con quella di copywriter, si occupa di energia, green economy e nuove tecnologie.

La possibilità di sanare piccoli abusi edilizi, in realtà c’è già. Vediamo come fare domanda di sanatoria al proprio Comune e poi spieghiamo cosa cambia con il condono edilizio appena annunciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Come richiedere una sanatoria

Con la normativa attuale si possono rendere conformi gli interventi edilizi abusivi, ma a patto che questi siano a norma. Non è un controsenso, infatti per frenare l’abusivismo e per la sicurezza sismica e idrogeologica, la possibilità di regolarizzare un intervento edilizio è prevista solo quando il lavoro rispetta le regole di costruzione, sia quelle del passato che quelle attuali. Quindi la sanatoria attuale chiude un occhio solo sul fatto che l’intervento è stato fatto senza l’autorizzazione del Comune.

Sanatoria, come presentare al Comune la domanda

Per richiedere la sanatoria edilizia bisogna presentare, entro 90 giorni, conteggiati dal momento in cui l’ufficio tecnico ha notificato l’abuso, tutta la documentazione dell’intervento abusivo al Comune nel quale si trova l’immobile con descrizione e fotografie dell’opera e perizia giurata se l’opera abusiva supera i 450 metri cubi. Se si sfora nei tempi bisogna pagare una multa, e ripristinare l’edificio come era prima dell’intervento abusivo. Se invece la pratica viene accettata il Comune emetterà un provvedimento di sanatoria, alla quale il richiedente dovrà ottemperare pagando in base alla tipologia di opera.

Prescrizione abuso edilizio, quanti anni

Il tema della prescrizione esige che prima si spieghi la differenza tra condono e sanatoria. Il condono è una legge speciale che interviene su tutte le opere che non potevano essere realizzate, ma che sono state fatte lo stesso. La sanatoria, come abbiamo visto, vale per le opere legali fatte senza autorizzazione. Costruire senza permessi ma rispettando le regole edilizie è un conto, costruire senza permessi, in zone dove è vietato e non rispettando le norme edilizie è un altro ed è un reato che va in prescrizione dopo 5 anni. Ma attenzione, sia la sanzione amministrativa che l’ordine di demolizione non vanno mai in prescrizione.

Cosa cambia con la sanatoria edilizia 2024

Ora è più facile spiegare perché il condono edilizio 2024 (che è in realtà una sanatoria) mette d’accordo i cittadini, gli uffici tecnici dei Comuni e i costruttori. La ragione è che il decreto “pace edilizia” di Matteo Salvini punta a facilitare il lavoro degli uffici tecnici, gravati da centinaia di pratiche inevase, andando a regolarizzare più facilmente le piccole irregolarità strutturali delle abitazioni, sbloccando quindi le compravendite (che non si possono fare quando ci sono abusi da sanare). Una precisazione: gli abusi gravi come la costruzione in zone sismiche e in zone protette, rimangono illegali cosi come tutti gli interventi che non sono “piccoli”. Per capire quali sono quest’ultimi, andiamo a vedere cosa si può sanare con il condono edilizio 2024.

Che cos’è la doppia conformità

Per spiegare bene tutti i punti del condono edilizio 2024, bisogna prima spendere due parole sulla doppia conformità. La doppia conformità (o “doppia conforme”) è il presupposto per sanare gli abusi edilizi. Funziona così: per essere a norma di legge un intervento edilizio deve essere conforme sia alle norme che erano in vigore quando è stato realizzato, sia a quelle vigenti nel momento in cui si chiede il condono. La sanatoria edilizia 2024 propone di superare questo doppio vincolo, si potrà quindi chiedere la sanatoria anche per interventi edilizi che erano regolari all’epoca ma che oggi non lo sono più.

Cosa sono le difformità interne

Le linee guida della sanatoria edilizia 2024 parlano della possibilità di mettere a norma le “difformità edilizie interne riguardanti singole unità immobiliari”. Ecco di cosa si tratta: gli appartamenti o le villette devono rispettare dei parametri: altezza minima delle stanze, dimensione standard delle finestre, distanza tra balconi, ecc… Per legge sono tollerabili degli errori che si discostano da questi parametri al massimo per il 2%. La sanatoria edilizia di Salvini propone di ricalcolare la tolleranza per queste deviazioni dalla norma: non più il 2% per tutti, ma una percentuale che varia in base ai metri quadrati dell’edificio. Inoltre, il condono edilizio prevede di andare incontro a tutti i proprietari che hanno spostato un muro, tolto un soppalco, riposizionato una finestra. Insomma tolleranza per tutti i casi in cui l’abitazione non rispecchia (per piccole difformità) la planimetria originale.

Difformità di natura formale

Sul tavolo del Mit, nel fascicolo del Piano casa 2024, una parte è dedicata a superare gli ostacoli burocratici come “le difformità di natura formale”. È il caso, ad esempio, delle difformità catastali che, quando presenti, impediscono la vendita di un immobile o impediscono di godere di una casa ricevuta in eredità senza incorrere in sanzioni amministrative. Le difformità di natura formale riguardano soprattutto gli immobili più vecchi che, in molti casi, sono privi di tutti quei documenti necessari a certificare lo stato legittimo dell’immobile. Il Piano casa di Salvini fornisce tre opzioni per velocizzare il processo di accertamento dello stato legittimo dell’immobile.

Decreto salva casa, quando entra in vigore

L’entrata in vigore del decreto “salva casa” è prevista per maggio. Secondo l’analisi del Consiglio nazionale degli ingegneri, la sanatoria può coinvolgere potenzialmente l‘80% del patrimonio abitativo italiano. Tra gli obiettivi del Ministero delle infrastrutture c’è quello di dare vigore alle transazioni immobiliari, fiaccate da un eccesso di burocrazia oltre che dagli alti tassi d’interesse.