Salvini rilancia il condono con la pace edilizia, in arrivo il pacchetto per sanare irregolarità

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti starebbe lavorando sul pacchetto di misure per la "pace edilizia": cos'è e cosa prevede il lavoro di Salvini

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sarebbe pronto a rispolverare il condono edilizio, chiamandolo però in un altro modo. Il vicepremier, infatti, starebbe puntando alla “pace edilizia“, che non è altro che un condono pensato per poter sanare tutte le difformità interne alle abitazioni che stanno bloccando milioni di immobili che potrebbero essere immessi nel mercato italiano.

Il leader della Lega aveva avanzato l’ipotesi di un pacchetto di norme già nei mesi scorsi ma, secondo quanto riferito da La Repubblica, nelle ultime settimane sarebbe ritornato “alla carica”. E dal MIT arriva la conferma dei lavori, per arrivare quanto prima a delle misure per sanare tutte le irregolarità presenti.

La pace edilizia di Salvini

L’ultimo grande condono in Italia è di oltre 10 anni fa, sotto il governo Letta e varato dal ministro dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni. In quel caso, appunto, era un condono fiscale, come sette dei nove varati nel Paese dal 1973 al 2013. Per ritrovare l’ultimo edilizio bisogna invece andare ancor più indietro, a 21 anni fa nel 2003 quando fu Giulio Tremonti, sotto il governo Berlusconi, a vararlo.

Ora a volerlo riproporre è Matteo Salvini, che già più volte nell’ultimo anno e mezzo (da quando è ministro) ha tentato di lanciare il sasso nello stagno, per vedere che reazione provocasse. Ne ha parlato con banche e associazioni dell’edilizia romana, lo ha proposto in un question time alla Camera a marzo e ora sembra essere deciso.

La sua “pace edilizia“, infatti, comincia a prendere forma, con l’obiettivo di mettere nero su bianco una legge per “sanare tutte le difformità interne alle abitazioni che stanno bloccando milioni di italiani e di immobili che potrebbero essere tranquillamente rimessi sul mercato liberando gli uffici comunali da centinaia, migliaia di pratiche che si accumulano da 40 anni”.

Il MIT, che ha confermato i lavori, ha fatto sapere di essere occupato al momento a redigere un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, “così come chiesto e auspicato anche dalle amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio”.

Si tratterà dunque di un pacchetto con una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che interessano quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

L’obiettivo del nuovo condono

Tra i casi attenzionati dal MIT e che rientreranno in un futuro condono ci sono diverse irregolarità che potrebbero essere facilmente sanate.

Da quelle di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente, a quelle edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche; ma anche quelle che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E anche i permessi per i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

Si tratta di linee di indirizzo che il Ministero ha deciso di prendere in considerazione dopo le numerose proposte raccolte nelle riunioni con istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. L’obiettivo, fanno sapere da fonti ministeriali, è quindi quello di “liberare” i piccoli proprietari immobiliari dalle lungaggini burocratiche.

Dal MIT, infatti, fanno sapere che l’interesse è quello di tutelare tutti quei proprietari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono a ristrutturare o vendere la propria casa per i ritardi sulle regolarizzazioni.