La Bulgaria è più vicina all’euro: il 4 giugno 2025 la Commissione Europea e la Bce hanno ufficialmente dato il via libera all’ingresso nella zona euro, a partire dal 1° gennaio 2026. Si ricorda che il Paese fa già parte dell’Unione Europea: è Stato membro dell’Ue dal 2007.
La Bulgaria non entra nell’Unione Europea oggi
La relazione di convergenza 2025 della Commissione Ue conferma che Sofia “soddisfa i quattro criteri di convergenza nominale” previsti dal Trattato di Maastricht.
Questo segna una tappa cruciale nel percorso del Paese verso l’euro, perseguito sin dall’adesione all’Ue nel 2007. Ed è un passo ulteriore, rispetto all’ingresso della Bulgaria nell’area Schengen annunciato ad aprile 2024.
La presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato come l’euro rafforzerà l’economia bulgara grazie a maggiori scambi commerciali, investimenti diretti esteri, accesso al finanziamento e posti di lavoro di qualità. Ma ci sono anche dei risvolti relativi alla politica economica, dal momento che l’ingresso nell’eurozona garantirà alla Bulgaria un seggio nel Comitato esecutivo della Bce, consentendole teoricamente di influenzare le decisioni di politica monetaria europea, al netto del fatto che, come è noto, a pesare maggiormente sono le decisioni dei Paesi più forti economicamente.
I requisiti della Bulgaria per entrare nell’euro
I quattro requisiti rispettati dalla Bulgaria sono relativi a:
- inflazione;
- finanze pubbliche;
- stabilità valutaria;
- tassi d’interesse.
E la legislazione nazionale è risultata pienamente conforme ai requisiti del Trattato Ue e allo Statuto della Bce. In sintesi, nonostante l’Ue sia preoccupata per i recenti ammiccamenti della Bulgaria alla Russia, tutto sommato Bruxelles ritiene che Sofia soddisfi i requisiti relativi alla tenuta democratica del Paese.
Esulta la Commissione Ue, che sottolinea come l’euro agisca come una sorta di scudo finanziario contro le instabilità economiche, in particolare con la guerra Russia-Ucraina in corso.
I vantaggi per la Bulgaria
Per l’adozione dell’euro serviranno ora mesi per i preparativi tecnici. L’adozione della moneta unica avrà impatti significativi sull’economia bulgara. Tra i principali effetti positivi gli analisti citano:
- accesso ai mercati finanziari e investimenti;
- abolizione dei costi di cambio;
- maggiore attrattività per gli investitori esteri;
- maggiore concorrenza sui prezzi;
- effetti positivi sui conti pubblici grazie al risparmio sugli interessi passivi;
- maggiore stabilità finanziaria grazie alla riduzione di shock esterni sulla valuta.
Cosa cambia per l’Italia
L’ingresso della Bulgaria nell’eurozona ha implicazioni anche per l’Italia. L’eurozona allargata alla Bulgaria diventa più attraente per gli investitori, e quindi anche per gli imprenditori italiani che vogliono delocalizzare o che hanno già delocalizzato in altri continenti e che intendono tornare in Europa. Ma, potenzialmente, anche per quelli che si sono già spostati in Bulgaria dal 2007.
L’Italia, poi, è tra i principali partner commerciali della Bulgaria e dei Balcani. Con l’euro, questi Paesi diventano più stabili e, dunque, appetibili.
Il passaggio dal lev all’euro
Questa è la teoria. In pratica, occorrerà vedere come verrà gestito in concreto il passaggio dal lev bulgaro all’euro. In pochi hanno dimenticato come avvenne in Italia il passaggio dalla lira all’euro, quando in molte città, terminata la doppia esposizione dei prezzi, dalla sera alla mattina un gelato che costava 1.000 lire passò direttamente a 1 euro (anziché 0,52 euro, secondo il cambio ufficiale a 1.936,27 lire).
Il percorso verso l’euro in Bulgaria è accompagnato da forti tensioni interne. I sondaggi rivelano un Paese spaccato: secondo l’ultimo Eurobarometro il 50% dei bulgari è contrario all’adozione dell’euro, una percentuale superiore a quella dei favorevoli (43%). Gran parte della diffidenza è legata alla sfiducia nelle istituzioni e alla paura di rincari dei prezzi.