Fiducia, impegno, responsabilità: il bello del lavoro di squadra

Una squadra che funziona è una squadra che condivide apertamente i propri punti di forza ma anche di debolezza. Senza paura e senza pregiudizi

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Francesco Solinas

Executive Business Coach

Pluriennale esperienza come Business Executive Coach presso aziende, pratica meditazione ed ha approfondito i benefici della mindfulness nel mondo del business.

Patrick Lencioni traccia una serie di fasi che devono essere attraversate da un team per essere davvero performante e abbattere le dinamiche disfunzionali di una squadra.

Fase 1 – Fiducia

I team che funzionano si mettono a nudo, si rendono vulnerabili, condividono apertamente i propri punti di forza e debolezza, i propri errori, senza paura di rappresaglie, del giudizio degli altri. La vulnerabilità crea apertura. Fiducia non significa che tutti stanno sullo stesso piano e non hanno bisogno di essere spronati, ma sapere che quando un membro della squadra ti sprona, lo sta facendo perché si preoccupa del team. La fiducia genera sicurezza, se non c’è si crea un’armonia artificiale.

Fase 2 – Conflitto

Quando c’è fiducia le persone all’interno del team si esprimono per quello che pensano veramente, non sulla base di come vogliono che gli altri reagiscano. E questo apre a conflitti costruttivi, cioè dialoghi aperti sui problemi da risolvere e sugli obiettivi da raggiungere accompagnati dalla passione e dalla determinazione delle persone, non dalla voglia di prevalere gli uni sugli altri. Portare avanti le proprie idee sapendo che di fronte c’è una persona di valore e degna di ascolto fa sì che poi si trovi sempre una convergenza, una nuova chiarezza e adesione. Il conflitto non nutrito nella fiducia è la proiezione del proprio malessere sull’altro, represso o sfogato. Si osserva nell’aggressività, sarcasmo, passività, atteggiamenti sospettosi.

Fase 3 – Impegno

Succede quando le persone scelgono di prendere a cuore gli impegni, con l’atteggiamento mentale del “lo farò!”. C’è un clima di chiarezza e adesione, nascono piani d’azione e tempi dichiarati. L’impegno si sostiene nelle due fasi precedenti, senza di esse ci può essere accordo durante le riunioni senza far seguire azioni convinte, facendo prevalere solo il bisogno di ottenere consenso e certezze.

Fase 4 – Responsabilità

Questa fase è presidiata quando tutti hanno una sensazione chiara di cosa ci si aspetta da loro, perché il nemico numero uno della responsabilità è l’ambiguità. Se c’è impegno, tutti sono disposti a fronteggiarsi quando non si rispettano gli impegni o nel caso qualcuno comincia ad agire contro il bene del team. Tutti si considerano responsabili di quello che stanno facendo per il bene comune della squadra.

Fase 5 – Risultati

Il proprio ego, le proprie esigenze individuali, il riconoscimento personale, gli obiettivi di ruolo, non vengono messi al di sopra dell’obiettivo comune del team. Tutti sono concentrati sul raggiungimento dei risultati collettivi. Le aspettative che i team portino risultati, dipende dalla cura che è stata data alle quattro fasi precedenti.

Chiudo portando la mia esperienza diretta in merito, citando il Team Coaching come un ottimo strumento per aiutare i team a performare meglio e a generare relazioni virtuose. La tecnica è quella del coaching, il modello è quello qui sopra descritto.