Powell: “Taglio dei i tassi? Serve più fiducia sul calo dell’inflazione”

Il presidente della Fed frena sul taglio dei tassi e dice che è necessario attendere maggiori certezze sul calo dell'inflazione.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Inflazione e tassi applicati dalle banche, due concetti che, mai come in questi ultimi anni, fanno parte del parlare quotidiano. Alla crescita dell’inflazione, infatti, ha fatto seguito un innalzamento dei tassi applicati dagli istituti di credito, con conseguenti difficoltà per i consumatori. Il calo del costo della vita registrato nel corso degli ultimi mesi, tuttavia, aveva fatto sperare in un’inversione di rotta da parte delle Banche centrali, ma a spegnere l’entusiasmo è arrivato Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, che ha annunciato l’intenzione del suo istituto di non provvedere nell’immediato ad abbassare i tassi di interesse.

Powell: “Serve di più per abbassare i tassi”

Nel corso del suo atteso intervento alla Stanford University, che secondo molti avrebbe potuto aprire le porte a un ribasso dei tassi, Jerome Powell ha sottolineato che al momento per la Banca centrale degli Stati Uniti non ci siano le condizioni ottimali per andare nella direzione sperata.

“Non ci attendiamo che sia appropriato abbassare i tassi fino a quando non avremo maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo in maniera sostenibile al ribasso verso il 2%”, ha detto Powell aggiungendo poi che “data la forza dell’economia e i progressi compiuti finora sull’inflazione, abbiamo tempo per valutare i dati che giungeranno per le nostre decisioni di policy”.

Taglio dei tassi rimandato

Il taglio dei tassi sembra essere dunque rimandato a data da destinarsi, con la decisione presa negli Stati Uniti che inevitabilmente condizionerà anche l’operato di tutte le altre Banche centrali, ivi compresa la Banca Centrale Europea. Powell ha di fatto frenato sulla possibilità di un’inversione di rotta sostenendo che “ridurre i tassi troppo presto o eccessivamente potrebbe provocare un’inversione dei progressi che abbiamo visto sull’inflazione e, in ultima istanza, richiedere anche maggiore restrizione monetaria per riportare l’inflazione al 2%”.

Il taglio, dunque, non può avvenire ancora per il presidente della Banca centrale americana, ma occorre anche evitare di muoversi troppo tardi. In quest’ultimo caso, infatti, un intervento non decisivo potrebbe “provocare indebolimenti non dovuti ad attività economica e inflazione”.

Nel 2024 atteso solo un taglio dei tassi

Le parole di Jerome Powell fanno eco a quelle già pronunciate dal presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, il quale ha sottolineato che nel 2024 ci potrà essere al massimo un solo tagli dei tassi, invece che i tre attesi.

In Europa, invece, un primo abbassamento è previsto a giugno 2024, con la Bce che fa forza sulla stima flash di Eurostat sull’inflazione, passata dal 2,6 per cento di febbraio 2024 al 2,4 per cento di marzo.

Le Borse attendevano le parole di Powell

Come si diceva, c’era grande attesa per le parole di Jerome Powell, tanto che in Borsa c’era stata grande cautela. A New York la sosta è stata intorno alla parità, con gli investitori che attendevano delle maggiori indicazioni da parte della Fed sull’andamento dell’inflazione statunitense e sul possibile taglio dei tassi.

Situazione simile anche in Europa dove a prevalere è ancora una volta la prudenza degli investitori. Piazza Affari, pur con un miglioramento sul finale, ha chiuso con un rialzo dello 0,45 per cento sostenuto principalmente dalle banche. Il Ftse Mib è a 34.480 punti, in recupero rispetto alla seduta precedente, ma ancora molto lontano rispetto ai massimi registrati nel corso del primo semestre.