Svolta sulle etichette, arrivano quelle “sanitarie”

Le etichette "sanitarie" sono legge: in Europa c'è un Paese che le ha introdotte su vino e altri alcolici

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Passo avanti forse decisivo per gli alert sanitari in etichetta che metteranno vino e alcolici su un piano analogo alle sigarette. Già a marzo la Commissione Europea aveva dato l’ok ai paesi europei per etichettare le bottiglie di alcolici, vino compreso, come già avviene per le sigarette. Ora però il ministro irlandese della Salute, Stephen Donnelly, ha promulgato la legge che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie, sul modello di quelle che si trovano già sui pacchetti di sigarette.

Si tratta dell’ultimo passo di un lungo percorso intrapreso dall’Irlanda quest’inverno, che ha incontrato una vigorosa opposizione da parte di numerosi Paesi europei e non solo, preoccupati dalle possibili conseguenze sulle vendite.

Etichetta obbligatoria dal 22 maggio 2026

Il percorso è stato indubbiamente lungo e accidentato e ha scosso il mondo del vino, suscitando inevitabili confronti con gli avvertimenti presenti da diversi anni sulle confezioni di sigarette e tabacco. Secondo le informazioni trapelate dal Ministero della Salute irlandese, le etichette in questione forniranno informazioni sul contenuto calorico e sulla quantità di alcol presente nel prodotto, oltre a includere una serie di avvertenze riguardanti i rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza, l’insorgenza di malattie epatiche e altri tipi di tumori.

La legge si applicherà dopo un periodo di transizione di tre anni, dal 22 maggio 2026. «Sono lieto che siamo il primo paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici – ha dichiarato Donnelly – non vedo l’ora che altri paesi seguano il nostro esempio».

Dublino considera il consumo eccessivo di alcol un’emergenza sanitaria nazionale, il che giustifica l’introduzione di etichette che dovranno contenere diversi elementi informativi. Questi includono un avvertimento sui danni del consumo di alcol, un monito sul suo legame diretto con tumori mortali, la quantità di alcol espressa in grammi anziché in percentuale, informazioni sulle calorie, un pittogramma sui rischi per la gravidanza (simile a quello già in uso) e un link a un sito web che fornisce informazioni su alcol e salute.

Nel piano per combattere il cancro del 2021, la Commissione Europea ha annunciato proposte per ridurre il “consumo dannoso” di alcol, tra cui l’obbligo di etichettatura con l’elenco degli ingredienti, dichiarazioni nutrizionali e avvertenze per la salute. Tuttavia, sulla questione delle avvertenze sanitarie, il Parlamento Europeo ha raggiunto un compromesso difficile nel febbraio 2022, consentendo maggiori informazioni sulle bottiglie senza includere specifiche avvertenze sanitarie.

Etichette sui vini, la posizione dell’Italia

L’Italia si è opposta all’iniziativa delle etichette sanitarie principalmente per motivi economici. Non a caso, anche la Spagna e la Francia si sono schierate insieme all’Italia. Tutti questi paesi sono grandi produttori di vino e il settore vinicolo rappresenta una parte significativa dell’export agroalimentare italiano.

Nel 2022, il fatturato del settore è cresciuto del 12% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 12 miliardi di euro, di cui circa 8 miliardi derivano dalle esportazioni. Il timore di questi paesi è che questa legge potrebbe causare una significativa contrazione nel settore enogastronomico e, di conseguenza, nel settore turistico.

La preoccupazione del governo italiano non riguarda solo l’applicazione della normativa in Irlanda, ma anche il silenzio da parte della Commissione Europea, che rappresenterebbe di fatto un via libera per altri paesi europei ad adottare misure simili. È chiaro che se il vino fosse criminalizzato in un solo paese, ciò già causerebbe danni all’economia del settore, ma se questa tendenza si diffondesse ad altri paesi dell’Unione Europea, potrebbe essere un vero e proprio disastro.

L’argomento sarà all’ordine del giorno di una riunione del comitato «barriere tecniche al commercio» del 21 giugno. La settimana scorsa le associazioni europee e nazionali di produttori di vino, birra e distillati hanno ufficialmente presentato reclami alla Commissione Europea, chiedendo l’apertura di una procedura di infrazione contro l’Irlanda.