Risparmiometro, come funziona l’algoritmo che controlla i conti e stana gli evasori

Risparmiometro, via ai controlli dei conti correnti sospetti: quando e perché l'Agenzia delle Entrate decide di intervenire

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’Agenzia delle Entrate continua nella sua campagna di contrasto all’evasione fiscale. Questa volta scende in campo con uno strumento realmente importante: il risparmiometro. Uno strumento che si è andato ad affiancare al più noto redditometro e che insieme alla superanagrafe servirà a stanare le eventuali scorrettezze compiute dai contribuenti.

Ormai la tecnologia e l’informatica sono diventati due mezzi molto importanti, grazie ai quali è possibile contrastare eventuali scorrettezze dei contribuenti, che, a volte sbadati, si possono dimenticare di effettuare il versamento delle imposte. Ora come ora si aggiungono nuovi strumenti su cui l’Agenzia delle Entrate può contare per riuscire a stanare i comportamenti più scorretti.

È importante sottolineare, comunque vada, che siamo davanti a delle operazioni che sono permesse dal Garante delle Privacy. È necessario, però, che vengano utilizzate unicamente su quei soggetti che sono a rischio evasione fiscale. Ma entriamo un po’ più nel merito e cerchiamo di capire in cosa consiste il risparmiometro

A cosa serve il risparmiometro

Per combattere l’evasione fiscale l’Amministrazione finanziaria ha pensato bene di affidarsi all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie. Il risparmiometro, in pratica, funziona grazie ad un algoritmo in grado di analizzare i depositi dei singoli conti bancari e di segnalare quelle giacenze di denaro che non risultano essere coerenti con il reddito che il contribuente dichiarato allo Stato.

Le prime banche coinvolte (ovvero cui quelle cui conti correnti dei propri clienti verranno passate a setaccio dal sistema) sono quelle di Intesa Sanpaolo e BNL, in seguito toccherà a Unicredit. Gli accertamenti nei confronti del contribuente, tuttavia, partiranno se l’algoritmo del Risparmiometro rivelerà uno scostamento pari o superiore al 20% tra entrate e uscite (giacenti e dichiarate).

Le azioni che finiranno nel mirino nel risparmiometro, in particolare, saranno tutte le transizioni superiori a 5.000 euro (dai versamenti ai prelievi fino ad arrivare ai bonifici). Di queste, nello specifico, sotto l’occhio vigile del Grande Fratello Fiscale finiranno gli acquisti di auto, moto, imbarcazioni, immobili (tutti beni che manifestano il possedimento di un certo reddito) e i trasferimenti di denaro da e per l’estero.

Storia finanziaria passata al setaccio

Quello che non tutti i contribuenti forse sanno, inoltre, è che la loro intera storia finanziaria sarà oggetto di revisione. L’algoritmo analizzerà tutti i dati dell’Anagrafe Tributaria, tra cui i saldi dei conti correnti e le operazioni effettuate online e allo sportello (presenti, passate e future).

Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Amministrazione finanziaria, all’Anagrafe Tributaria risultano dati e informazioni relativi a 670 milioni di movimenti finanziari, di cui 75 milioni riguardano i conti correnti, 115 milioni le  carte di credito e 21 milioni le gestioni patrimoniali.

Tutto questo, ovviamente, è stato reso possibile grazie al ricorso alle nuove tecnologie. Il risparmiometro, infatti, elaborerà una quantità enorme di dati, e tutto questo non sarebbe stato possibile senza gli sviluppi dell’intelligenza artificiale.

L’algoritmo lavorerà in totale autonomia, poiché dietro l’analisi dei dati bancari non vi sarà una mente umana, ma verificherà da solo le informazioni a propria disposizione e, eventualmente, segnalerà i soggetti sospetti e le incongruenze.

Quali conti correnti saranno passati al setaccio

Nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate individua delle situazioni di rischio, può far scattare alcuni controlli aggiuntivi. A questo punto potrà decidere si utilizzare il risparmiometro o il redditometro. A finire sotto la lente d’ingrandimento degli uffici tributari possono essere:

  • conti correnti bancari;
  • conti correnti postali;
  • carte di credito;
  • carte di pagamento;
  • deposito titoli;
  • conti deposito;
  • conto terzi;
  • investimenti presso fondi di risparmio;
  • prodotti assicurativi.

L’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di analizzate diversi periodi d’imposta, anche successivi a quelli che hanno fatto scattare gli alert. Ovviamente queste operazioni avvengono nel momento in cui si teme che ci sia il rischio di evasione fiscale. Nel momento in cui ci siano dei movimenti di denaro non giustificati, il contribuente riceverà un’informazione sull’anomalia. A questo punto dovrà dimostrare per quale motivo è in possesso di quelle determinate cifre di denaro. E giustificarne la provenienza.

Nel caso in cui si dovesse trattare di imprese o lavoratori autonomi con partita Iva, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di verificare la veridicità delle dichiarazioni. Maggiore rispetto sarà riservato ai lavoratori dipendenti. In questo caso, se si è in regola con il fisco, è difficile che scattino dei controlli aggiuntivi.

Ad ogni modo, qualsiasi cittadino, nel momento in cui subisce un controllo e dovesse essere dalla parte della ragione – e quindi non aver evaso il fisco – piò presentare tutta la documentazione utile a giustificare quanto ha guadagnato. O quanto, comunque vada, ha presente sul conto corrente.

Uno degli altri fattori da tenere sotto controllo è l’uso del contante, che inizia ad essere sempre più limitato. l’Agenzia delle Entrate controllerà anche eventuali movimenti in contanti, attraverso scontrini, ricevute e conti correnti.