I Moratti valutano la cessione di quote di Saras al colosso Vitol: quanto vale la raffineria sarda tra le più grandi d’Europa

La famiglia Moratti ha confermato le trattative con il gruppo olandese per un'eventuale cessione del 40 per cento della società proprietari dell'impianto di Sarroch

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La famiglia Moratti smentisce le ricostruzioni circolate sulla cifre della possibile cessione di quote Saras all’olandese Vitol, ma conferma le voci sulle “discussioni in corso” con il colosso olandese, interessato alle azioni della storica società proprietaria della raffineria di Sarroch, in provincia di Cagliari. Secondo le indiscrezioni, gli eredi dell’impianto petrolifero tra i più grandi d’Europa, costruito da Angelo Moratti, starebbero valutando il possibile acquisto del 40 per cento delle azioni da parte del gruppo internazionale di compravendita di materie prime.

Le indiscrezioni

In un comunicato stampa, gli azionisti di Saras, Massimo Moratti S.a.p.a. di Massimo Moratti, Angel Capital Management e Stella Holding, con riferimento alle indiscrezioni relative alla partecipazione detenuta nella società, hanno reso noto che “ancorché esistano discussioni in corso con Vitol, le affermazioni di stampa non corrispondono alla realtà” e, sottolineano, si riservano di “valutare eventuali iniziative a tutela degli interessi degli stessi e di Saras”.

L’azionarato delle Società Anonima Raffinerie Sarde, fondata nel 1962 dal capostipite della famiglia, è per il 20% nelle mani dell’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti e per un altro 20% dei nipoti Angelo e Gabriele, rispettivamente tramite la Angel Capital Management e la Stella Holding, per una quota del 10% a testa.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbero proprio i figli di Gian Marco Moratti, morto nel 2018, il primo avuto dalle prime nozze con Lina Sotis mentre il secondo da Letizia Moratti, ad essere favorevoli alla cessione delle proprie azioni.

Più riluttante sarebbe lo zio Massimo, che preferirebbe un eventuale ingresso del nuovo azionista della società quotata in Borsa in due fasi (qui abbiamo parlato di Massimo Moratti come unico italiano tra i paperoni dell’energia).

Il valore della raffineria

Non c’è, dunque, ancora nulla di definito, ma non sarebbe la prima volta che Saras finisce per ricevere l’interesse di un colosso del commercio di materie prime: nel 2020 la multinazionale Trafigura è entrata in Saras acquistando prima il 3%, per poi aumentare la propria partecipazione al 15%, fino a scendere al 10% proprio all’inizio di quest’anno.

La portata dell’operazione dell’olandese Vitol sembrerebbe però essere di un altro livello, come dimostrano i contatti diretti con la famiglia Moratti.

La raffineria sarda di Sarroch, tra le più produttive del continente, dà lavoro a 1.576 dipendenti e nel 2022 ha fatto registrare ricavi per 15,8 miliardi.

Da quanto risulta dall’ultima chiusura in Borsa, la valutazione di Saras sfiorerebbe i 2 miliardi, mentre solo pochi giorni fa ne valeva 1,58. Secondo i calcoli del Corriere della Sera, l’incasso potenziale per i Moratti sarebbe di circa 837 milioni.

Tra i principali attori mondiali nel settore del commercio di materie prime, con oltre 7 milioni di barili di petrolio al giorno, 505 miliardi di fatturato e 15 miliardi di profitti nel 2022, Vitol in Italia sarebbe pronta a giocare su due tavoli, con l’obbiettivo assicurarsi gli approvvigionamenti di greggio nel Mediterraneo, alla luce degli attacchi Houthi che stanno rallentando il traffico dal canale di Suez e dello stop dei rifornimenti europei dalla Russia (qui abbiamo spiegato cosa rischia l’Italia con la crisi del canale di Suez).

Oltre allo stabilimento di Saras nel Cagliaritano, infatti, il colosso olandese sarebbe a un passo dal firmare un’intesa con Exxon per rilevare la quota di maggioranza in Adriatic Lng, ossia nel rigassificatore di Rovigo.