Trump, scade oggi la cauzione di 464 milioni di dollari: tra vendita dei beni e Truth, cosa succede se non riesce a pagarla

L’ex presidente Usa deve pagare una cifra monstre e ci sono molti dubbi che possa farcela. Ecco i beni del tycoon e le conseguenze se non paga

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nei giorni scorsi l’ex presidente Donald Trump è stato condannato a pagare una cauzione mostre per aver fornito false informazioni a banche e compagnie di assicurazione al fine di ottenere accordi più vantaggiosi. La scadenza per il pagamento è oggi, lunedì 25 marzo.

L’importo della sentenza, compresi gli interessi, supera i 464 milioni di dollari. A Trump stesso è stato ordinato di pagare 454 milioni di dollari, mentre i 10 milioni in più dovranno essere pagati dai figli del tycoon Don Jr. ed Eric.

I suoi legali hanno comunicato al tribunale che è al di là delle sue possibilità raccogliere tale somma di denaro. Trump, tramite un post su Truth Social, la sua piattaforma di social media, ha ribadito venerdì di non aver commesso alcun crimine. Tuttavia, il mancato pagamento della cauzione potrebbe condurre al sequestro dei suoi beni da parte del procuratore generale di New York, Letitia James.

Per racimolare soldi, nei giorni scorsi era uscita la notizia che il tycoon voleva quotare il suo social network Truth in Borsa. Un salvagente dopo la multa, ma neppure così potrebbe riuscire a pagare la cifra monstre.

Quanto denaro liquido ha Trump

Fino ad ora, Trump ha ricevuto rifiuti da trenta società terze che avrebbero dovuto emettere bond per un valore di 464 milioni di dollari come garanzia del prestito, da depositare in tribunale in attesa del ricorso contro la sentenza di condanna. L’ex presidente non è riuscito a trovare nessuna società disposta ad anticipare i soldi prendendo come garanzia alcune delle sue proprietà.

Nel suo post di venerdì su Truth Social, Trump ha affermato di possedere “quasi cinquecento milioni di dollari in contanti”. In una deposizione con il procuratore generale di New York Letitia James nell’aprile 2023, ha dichiarato di avere “sostanzialmente più di 400 milioni in contanti”. Una cifra più alta rispetto alle sue dichiarazioni precedenti, quando il 30 giugno 2021 affermava che aveva 293,8 milioni di dollari in contanti ed equivalenti.

Trump ha diverse fonti di reddito, come dimostrano i moduli di dichiarazione finanziaria depositati presso il governo federale nell’agosto 2023. Nel 2022, ha dichiarato almeno 537 milioni di dollari di entrate relative a campi da golf e hotel, 30,4 milioni di dollari di diritti di licenza e royalties, 26,5 milioni di dollari di commissioni di gestione e 61,1 milioni di dollari di distribuzioni dalla sua partecipazione in edifici come il 1290 Avenue of the Americas a New York.

Inoltre, Trump ha guadagnato 6,2 milioni di dollari da incarichi di parola e 116.103 dollari di pensione dalla Screen Actors Guild e dalla American Federation of Television and Radio Artists. Ha anche dichiarato 268,7 milioni di dollari di ricavi dal suo hotel a Washington DC, compresa una plusvalenza sulla vendita della proprietà, e quasi 1 milione di dollari dalla vendita di due elicotteri.

In un email inviata ai suoi sostenitori, Trump ha chiesto ai suoi sostenitori di effettuare donazioni per aiutarlo nelle spese legali ed evitare che le “sporche mani” della procuratrice di New York finiscano sulle sue proprietà. “I democratici credono di intimidirmi – afferma – credono che se prendono i miei contanti soffocheranno la mia campagna, che mollerò. Ma volete sapere la cosa peggiore? Credono che voi mi abbandonerete. Non ci arrenderemo mai”.

Le proprietà immobiliari

Trump possiede una vasta gamma di proprietà, tra cui hotel, edifici per uffici, edifici residenziali, campi da golf e tenute. Un resoconto finanziario datato giugno 2021 elenca alcune delle sue proprietà più preziose, come 40 Wall Street, un edificio per uffici a New York, la Trump Tower a Manhattan e il resort Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida. Secondo la dichiarazione finanziaria, il valore complessivo delle sue proprietà era di 4,3 miliardi di dollari all’epoca, mentre Trump aveva debiti totali e altre passività per un totale di 439,2 milioni di dollari. Di conseguenza, il suo patrimonio netto veniva stimato a 4,5 miliardi di dollari.

Tra le sue principali proprietà, il documento indica che i golf club e le altre strutture del club avevano un valore di 1,76 miliardi di dollari, mentre gli edifici a New York come la Trump Tower e il Trump Plaza avevano valori rispettivi di 524,7 milioni di dollari e 33,4 milioni di dollari. Inoltre, le sue partecipazioni in due edifici di proprietà congiunta con Vornado avevano un valore di 645,6 milioni di dollari.

Nel caso di New York, il giudice ha determinato che Trump ha sovrastimato il valore di alcune di queste proprietà nel corso degli anni. Ad esempio, il valore di 40 Wall Street è stato gonfiato di 120 milioni di dollari nel 2015 e il valore di Seven Springs, una proprietà nella contea di Westchester a New York, è stato sovrastimato di 147 milioni di dollari nel 2014. Il giudice ha definito “fraudolento” il valore stimato da Trump per Mar-a-Lago e ha suggerito che potrebbe essere “probabilmente di un miliardo di dollari o più” superiore al suo valore di mercato.

Perché la vendita di Truth potrebbe non bastare

Una delle idee che potrebbero permettergli di pagare la multa è la quotazione del social Truth in Borsa. Nei giorni scorsi, gli azionisti di Digital World Acquisition Corp, una società veicolo creata per acquisire un’altra compagnia e quotarla in Borsa, hanno dato il via libera alla fusione con Truth. La nuova entità risultante sarà Trump Media & Technology Group e sarà quotata con la sigla DJT al Nasdaq a partire da oggi, 25 marzo. Il Ceo sarà l’attuale direttore di Truth, Devin Nunes, mentre tra i dirigenti di alto livello ci sarà Donald Trump Jr. L’intera operazione è valutata circa 5 miliardi di dollari, di cui 3,5 miliardi andranno direttamente nelle mani di Trump, detenendo una quota del 60%.

Tutto risolto quindi? In realtà no, perché Trump non potrà vendere le sue azioni prima di sei mesi, a meno che gli azionisti non gli concedano un’autorizzazione speciale e rischierebbe inoltre di portare alla svalutazione delle azioni. L’ex presidente potrebbe cercare di ottenere un prestito garantito dal valore delle sue azioni, ma gli analisti ritengono improbabile che una banca gli conceda la somma richiesta, vista la natura rischiosa dell’operazione.

Quali sono i beni che Trump potrebbe perdere

Potenzialmente, l’ufficio del procuratore generale potrebbe prendere di mira diverse proprietà di Trump, tra cui edifici, case, auto, elicotteri e persino il suo jet. Tuttavia, secondo fonti americane, il focus probabilmente sarà sui conti bancari, poiché più facili da attaccare rispetto alle proprietà fisiche. Per sequestrare i conti bancari, i procuratori devono ottenere un ordine del tribunale e richiedere l’assistenza dello Sceriffo o degli US Marshals, che si recano presso le sedi bancarie e richiedono l’importo specificato nell’ordine del tribunale.

Nel caso in cui si vogliano prendere di mira edifici o aziende di Trump, la procedura è più complessa. La procuratrice deve consegnare un ordine di esecuzione allo Sceriffo e devono passare almeno 63 giorni prima che si possa tenere un’asta pubblica per le proprietà. Il fatto che l’ufficio del procuratore abbia depositato la sentenza del giudice Engoron nella contea di Westchester County è interpretato come un segnale che si stia preparando a sequestrare il campo da golf di Trump a Briarcliff Manor e la sua tenuta privata di Seven Springs. Quest’ultima, in particolare, è direttamente coinvolta insieme agli uffici al 40 di Wall Street nel caso per frode. La sentenza è stata già depositata anche nella città di New York, dove si trovano altre proprietà di Trump, tra cui la Trump Tower e il suo attico sulla Trump Tower.