PNRR, dopo i Comuni anche le Regioni furiose col Governo: “Cantieri a rischio”

Dopo i Comuni, cattive notizie per l'esecutivo anche dal documento che racchiude le osservazioni della Conferenza delle Regioni, guidato proprio da un uomo del centrodestra

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Redazione

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Dopo l’allarme lanciato dai Comuni, è la volta delle Regioni. Non c’è pace per il Governo dopo la riscrittura del PNRR nonostante il Ministro Fitto si affretti a sottolineare che  il taglio di quasi 16 miliardi in realtà non è un taglio ma “un definanziamento dal PNRR e rifinanziamento attraverso altre fonti, come il Piano nazionale complementare al Recovery Fund e i fondi delle politiche di coesione”. Nei giorni scorsi, i Comuni, toccati da vicino dalle modifiche, hanno lanciato l’ allarme e vogliono capirci di più.

Dopo i Comuni, tocca alle Regioni

L’ultimo colpo è arrivato con il documento che racchiude le osservazioni della Conferenza delle Regioni,  guidato  – ironia della sorte – proprio da un uomo di centrodestra, il presidente leghista del Friuli Massimiliano Fedriga, composto – tra l’altro – per la maggioranza da governatori espressione della coalizione che sostiene l’esecutivo Meloni.

Cantieri a rischio

In particolare, i governatori chiedono chiarimenti sulle fonti di finanziamento sostitutive, per le opere che sono state “spuntate” dal piano di Ripresa e Resilienza oltre che sui t empi di individuazione delle coperture. Con un riferimento particolare all’impiego dei fondi di Coesione. Ci si interroga anche sui possibili effetti della sostituzione delle risorse europee con quelle del bilancio nazionale. Tre in particolare le criticità alle quali si chiede di dare una risposta: le ricadute sul debito già alto del Paese; il rischio del blocco dei cantieri, senza la certezza dei finanziamenti;  l’impossibilità  per le autonomie speciali di accedere a fondi statali. 

Allarme dell’UPB

Come se non bastasse, ieri è arrivato anche l’avvertimento dell’ UPB: lo scenario macroeconomico dell’economia italiana è “soggetto a rischi, nel complesso orientati al ribasso” principalmente di carattere internazionale ma anche interni “in primo luogo sull’evoluzione del PNRR”. In particolare, i rischi principali “sono di natura internazionale, con riferimento in particolare al ciclo europeo e alla volatilità dei mercati delle materie prime”. “Tuttavia – prosegue la Nota – vi sono rilevanti fattori d’incertezza anche all’interno del nostro Paese, in primo luogo sull’evoluzione del PNRR per il quale il Governo ha recentemente proposto alcune modifiche”.