Pixar in crisi, annunciato il taglio del 14% del personale: grava il cambio di direzione di Disney+

La nuova politica sulla piattaforma streaming di Disney+ e la mancanza di recenti successi al botteghino mette Pixar in crisi obbligandola al taglio del proprio personale: a rischio 175 dipendenti.

Foto di Riccardo Castrichini

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

I tempi passano, cambiano le stagioni e i protagonisti, rendendo possibile quello che fino a poco prima non lo era. La Pixar, casa di produzione cinematografica celebre per aver dato i natali a film d’animazione che hanno segnato un’epoca come Toy Story o Up, è in crisi e ha annunciato un drastico taglio del personale. A rischio ci sono ben 175 dipendenti, il 14 per cento della forza lavoro totale.

Pixar taglia il personale

Il taglio netto del proprio personale era stato annunciato da Pixar Animation Studios già lo scorso gennaio, salvo poi essere rimandato. Ora sembra non si possa più aspettare, con 175 dipendenti che verranno messi alla porta per provare a salvare il salvabile di un’azienda che viene descritta al centro di una forte crisi. A innescare il declino sarebbe stato il ridimensionamento sostanziale dei piani sulle serie nel direct-to-consumer della piattaforma streaming Disney+. Inizialmente, infatti, l’obiettivo di Disney era quello di creare serie originali e contenuti esclusivi per la propria piattaforma di proprietà, ma il piano è stato declinato dall’arrivo del nuovo Ceo Bob Iger che preferisce procedere in maniera più disciplinata sui contenuti della piattaforma.

Da qui l’inizio delle problematiche per i dipendenti di Pixar e di altre divisioni creative di Disney, molti dei quali chiamati proprio in seguito al lancio della piattaforma Disney+. Va precisato tuttavia che la divisione intrattenimento dell’azienda, di cui fanno parte Disney+ e Hulu, ha raggiunto un utile operativo nell’ultimo trimestre dell’anno, ma la strada sembra comunque essere stata segnata dalla dirigenza.

La crisi di Pixar

Il cambio di rotta nella strategia gestionale della piattaforma Disney+ è solo uno dei motivi che stanno spingendo la Pixar Animation Studios nel baratro della crisi. A incidere è anche il fatto che, specie nel periodo post pandemico, la casa di produzione non ha garantito i risultati che invece era riuscita a portare a casa in passato. I bambini di oggi non hanno un cartone Pixar forte come lo era Toy Story, con tutto ciò che ne consegue a cascata sui mancati introiti per Disney.

Per provare a rimettere in carreggiata – si legga valore – la divisione Pixar, l’azienda di Topolino proverà ora a farla tornare alle sue origini, permettendole di focalizzarsi soltanto sui cortometraggi che vengono proiettati nelle sale cinematografiche prima del film. Gli stessi contenuti potranno essere visionati dagli abbonati anche sulla piattaforma Disney+. Proprio in streaming quest’anno verrà presentata soltanto una serie originale intitolata Win or Lose, titolo che sembra incalzare benissimo la situazione attuale della casa di produzione.

Disney insieme a Warner Bros. Discovery

L’offerta di contenuti in streaming di Disney subirà inoltre delle modifiche sostanziali dopo che l’azienda ha annunciato una collaborazione con Warner Bros. Discovery volta a rendere un pacchetto congiunto dei loro servizi. I consumatori, più nel dettaglio, potranno scegliere un abbonamento di servizi in streaming che gli consentirà di vedere in contemporanea i contenuti offerti Disney+, Hulu e Warner Max di Disney. Il lancio è previsto, inizialmente, nei soli Stati Uniti. Lo streaming affossa il passato e non c’è Woody o Buzz Lightyear che possa cambiare le cose.