Disney, è ufficiale: aumenta il costo dell’abbonamento

Il colosso dello streaming tv Usa ha annunciato tramite il suo CEO Bob Iger che sta per arrivare una grande rivoluzione sulla app, ma per ora solo negli Usa

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Rivoluzione in casa Disney. Il colosso Usa tenta di arginare le difficoltà degli ultimi mesi puntando a migliorare la sua attività di streaming e provando a soddisfare la domanda in continua crescita di contenuti tv diversi. La novità è che Disney lancerà già entro la fine di quest’anno un’unica app di streaming con la programmazione di Disney+ e Hulu integrata insieme. Lo ha annunciato il CEO Bob Iger a CNBC durante la chiamata agli utili del secondo trimestre fiscale della società, descrivendola come una “progressione logica delle nostre offerte DTC (Direct-to-consumer, ndr)”.

Disney in crisi non decolla

Il cambio di passo dovrebbe riguardare per ora solo il mercato Usa, ma – ça va sans dire – potrebbe presto essere esteso anche altrove, Europa e Italia comprese. Per ora nessun allarmismo quindi, se avete sottoscritto un abbonamento a Disney, o ci stavate pensando, ma lo scenario della più celebre casa di produzione cinematografica non è dei più rosei, tra tagli ai dipendenti – si parla di 7mila licenziamenti in tre tranche – e nette sforbiciate all’offerta tv, che colpiscono soprattutto i brand Marvel e Star Wars.

Per il secondo trimestre fiscale, Disney ha perso ben 4 milioni di abbonati nel mondo e ha registrato perdite sullo streaming, che comprende anche Hulu e ESPN+, di 659 milioni di dollari, anche se le attese erano pure più alte (841 milioni). Le Borse ne hanno risentito pesantemente, con un tonfo inequivocabile che ha spinto il titolo a Wall Street giù dell’8%.

La decisione di oggi di integrare più servizi di streaming in un’unica app segue le orme di altri attori del settore. Paramount Plus, ad esempio, ha integrato con successo i contenuti di Showtime all’interno della sua app e offre un’opzione di bundle premium, pur mantenendo abbonamenti autonomi. Allo stesso modo, HBO Max si sta preparando a rilanciare come Max, combinando la sua vasta libreria con titoli selezionati da Discovery Plus.

Cosa succederà a Hulu

Disney Plus mira a rimanere in prima linea nel panorama dello streaming in rapida evoluzione e a fornire agli abbonati un’esperienza all-inclusive e di facile utilizzo. Va detto che il bottino è ghiotto: Hulu ha attualmente 48,2 milioni di abbonati rispetto ai 157,8 milioni di Disney+, e Hulu, ad eccezione di Netflix, costretta a cambiare strategia, è l’unico grande streamer effettivamente redditizio. Iger è convinto che la cosa funzionerà e si dice ottimista riguardo alle prospettive a lungo termine del nuovo streaming Disney.

Ma le gatte da pelare non sono poche. Oltre al nodo dei compensi, con gli sceneggiatori pronti a incrociare le braccia a Hollywood – problema estemporaneo ma per nulla banale – prima o poi Disney dovrà decidere proprio che fare con Hulu, visto che resta ancora da capire come gestire quel terzo di quota della società ancora in capo a Comcast, del valore di almeno 9 miliardi di dollari. Nell’accordo originale nel 2019, che aveva seguito la chiusura dell’acquisizione da 71,3 miliardi da parte della Disney della maggior parte della 21st Century Fox, per acquisire tutta Hulu era stata fissata la cifra minima di 27 miliardi.

Sebbene Iger sembri aperto all’idea di vendere Hulu, la nuova mossa dell’integrazione in un’unica app suggerisce che in futuro potrebbe esserci un’acquisizione. “È una piattaforma solida ed è anche molto interessante per gli inserzionisti”, ha affermato a marzo in una conferenza stampa di Morgan Stanley. “Si è già dimostrata preziosa per loro e la pubblicità si è dimostrata preziosa per noi. Ma l’ambiente è molto, molto complicato in questo momento. Prima di prendere decisioni importanti sul nostro livello di investimento e sul nostro impegno per quell’attività, vogliamo capire dove potrebbe andare”.

I vantaggi per gli inserzionisti

L’introduzione della nuova Disney app non solo rappresenta un’entusiasmante opportunità per gli abbonati, ma offre anche vantaggi significativi per gli inserzionisti. La piattaforma di streaming unificata offrirà loro maggiori opportunità di interagire con un pubblico più ampio, portando a entrate pubblicitarie potenzialmente più elevate. E offrendo agli abbonati in bundle l’accesso a contenuti più solidi e semplificati, con conseguente maggiore coinvolgimento del pubblico e, in definitiva, portando a un’esperienza di streaming più unificata.

L’opportunità pubblicitaria della singola app per Iger è “entusiasmante”, perché il 40% delle pubblicità dell’azienda è “indirizzabile”: tradotto, significa che sarà possibile indirizzare i singoli spettatori rispetto alla tradizionale (e sfiancante) pubblicità televisiva spray and pray, che bombarda gli utenti, esponendoli a una sovrasaturazione di tutti i possibili canali marketing. Disney ha attirato 5mila inserzionisti totali, che non vedono l’ora di fare soldi.

Cosa cambia per gli abbonati a Disney

Ma cosa cambierà in concreto per gli utenti con la nuova app Disney? Iger ha anticipato che la società “razionalizzerà” il volume e gli investimenti nei contenuti in streaming, sebbene non abbia fornito dettagli specifici. La CFO Christine McCarthy ha chiarito che la società si farà carico di una svalutazione da 1,5 miliardi a 1,8 miliardi di dollari in relazione ai tagli ai contenuti e ad altre semplificazioni nelle operazioni di streaming dell’azienda.

Tuttavia, l’obiettivo è rivoluzionare l’esperienza di streaming combinando perfettamente le offerte di Disney Plus e Hulu in un’unica piattaforma completa. Questa mossa senz’altro semplifica l’esperienza visiva per gli abbonati, che potranno accedere a un’ampia gamma di contenuti sia da Disney Plus che da Hulu senza la necessità di passare da un’applicazione all’altra, notevole vantaggio che semplifica l’esperienza utente, che prima, per vedere serie e film, doveva navigare su piattaforme separate.

Una migliore libreria dei contenuti e un’esperienza utente semplificata favoriranno poi un maggiore coinvolgimento del pubblico, con conseguente aumento della soddisfazione e della fidelizzazione degli spettatori. O almeno questo è il piano Oltreoceano.

Disney+, Hulu ed ESPN+ continueranno a essere comunque disponibili come servizi autonomi. I tre servizi vengono offerti come pacchetto a prezzo scontato dal 2020, con la combinazione che aiuta a guidare l’acquisizione di abbonati in tutti i servizi.

Quanto costa l’abbonamento a Disney

Ma la nota dolente dell’integrazione Disney-Hulu sarà il costo. Iger ha anticipato che i prezzi aumenteranno insieme al nuovo piano di consolidamento.

Per quanto riguarda l’Italia, dicevamo, per ora non scatteranno aumenti, ma per il futuro qualcosa molto probabilmente si muoverà. Al momento quindi l’abbonamento a Disney+ Italia resta a 8,99 euro al mese, oppure, se si opta per l’abbonamento annuale, solo 89,90 euro e si risparmiano 2 mesi.