Colosso dello streaming nei guai, via al maxi licenziamento: cosa succede

Disney, il colosso dell'intrattenimento, è in difficoltà a causa del suo servizio di contenuti in streaming: arriveranno soluzioni drastiche

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Topolino dovrà prendere una decisione drammatica per limitare i danni economici derivanti dalla sua piattaforma streaming Disney+. Il servizio non sta portando a casa i risultati sperati, e ora il colosso dell’intrattenimento ha preparato un piano che prevede il congelamento delle assunzioni e il taglio di molti posti di lavoro. Bob Chapek, amministratore delegato della Walt Disney, avrebbe inviato una nota agli altri dirigenti, spiegando che sarà necessario ridurre i costi attraverso delle “piccole riduzioni del personale”. In realtà, secondo quanto riportano le agenzie internazionali, la società potrebbe decidere per un maxi licenziamento.

Disney+ in perdita: troppi investimenti e pochi guadagni

Nel comunicato, rilanciato da Reuters, il numero uno dell’azienda avrebbe spiegato che nonostante alcuni fattori economici non siano direttamente controllabili da Walt Disney, il raggiungimento di determinati obiettivi finanziari sarà determinato dalle decisioni che verranno prese su quelli che invece rientrano nel contenimento dei costi.

La decisione arriva dopo le ingenti perdite registrate a Wall Street, che riguardano in particolare la piattaforma in streaming Disney+, su cui il colosso dell’intrattenimento ha fatto grossi investimenti nell’ultimo anno. Le quote dell’azienda hanno visto una flessione del 13%.

Nell’ultimo trimestre il servizio ha registrato oltre 12 milioni di nuovi iscritti, ma anche perdite operative che ammontano a circa 1,5 miliardi di dollari. Secondo le stime, Disney+ tornerà a essere redditizio nel 2024, e i danni economici avrebbero raggiunto il picco in questo periodo.

Le perdite sarebbero state causate anche dai grandi investimenti sulla piattaforma, che offre, tra le altre, le serie originali dell’universo di Star Wars, come The Mandalorian, Andor e Obi-Wan Kenobi, quelle targate Marvel, come WandaVision, Hawkeyes e She-Hulk: Attorney at law, oltre a tanti nuovi contenuti Disney e Pixar.

Maxi licenziamento in vista anche per Walt Disney?

A Wall Street c’è grande preoccupazione per i costi del servizio di streaming. L’analista Michael Nathanson ha spiegato che Walt Disney deve ancora chiarire se gli investimenti sulla piattaforma, ormai perno principale del settore direct-to-consumer del colosso, possano essere giustificati da guadagni futuri.

E ora si teme che per rientrare nelle perdite anche il più famoso marchio dell’intrattenimento possa procedere con un maxi licenziamento, come sta avvenendo per altri giganti. Meta, la compagnia che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato il taglio di 11 mila posti di lavoro, circa il 13% della propria forza lavoro. Vi abbiamo parlato qua della drastica decisione di Meta.

La Warner Bros Discovery, di cui vi abbiamo anticipato la nascita qua e che è tra i principali concorrenti della Disney, è dovuta correre ai ripari per fermare le perdite dopo la fusione tra Warner Media e Discovery Inc., con un piano di licenziamenti inatteso per i dipendenti delle due compagnie. Tutto il mondo dello streaming, compresa la compagnia leader Netflix, è in difficoltà, come spiegato qua.

Anche la divisione intrattenimento del marchio più amato da grandi e piccini potrebbe seguire la stessa linea. Bob Chapek starebbe però istituendo una task force, in cui saranno presenti anche la direttrice finanziaria Christine McCarthy e il consigliere generale Horacio Gutierrez, per fare delle scelte importanti che si inseriranno nel quadro generale del futuro della compagnia.

Walt Disney sta già tagliando le spese che riguardano la creazione di contenuti originali e le spese per la pubblicità e il marketing, ma l’amministratore delegato ha dichiarato che queste scelte non sacrificheranno la qualità dei prodotti. Tuttavia le assunzioni saranno ora limitate a ruoli indispensabili e ci saranno delle riduzioni nello staff, per rendere la compagnia più efficiente sul piano dei costi.

Tra le altre decisioni c’è anche lo stop ai viaggi di lavoro, che saranno limitati e dovranno essere approvati dall’alto. Gli incontri dovranno tenersi sempre più da remoto, attraverso l’uso della tecnologia, e quindi con videoconferenze, per tagliare i costi. La trasformazione dell’azienda, ha specificato il ceo nella nota ai dirigenti, è mirata ad assicurare che non ci siano più problemi non solo nel breve termine ma anche in futuro.