Meloni ai sindacati: dalle tasse alle pensioni, il piano anti bomba sociale

La premier e la sua squadra di governo hanno incontrato i sindacati e le associazioni di categoria per confrontarsi su fisco, tasse, pensioni, PNRR e molto altro

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Prosegue il confronto del Governo con i sindacati e le associazioni di categoria sulle riforme in materia economica e fiscale. Dopo la raffica di scioperi annunciati nelle ultime settimane, Giorgia Meloni ha incontrato ieri a Palazzo Chigi i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria: c’erano presenti le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal e per le categorie Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Alleanza Cooperative, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Confprofessioni, Abi, Ance e Copagri. All’ordine del giorno i temi delle riforme istituzionali, della delega fiscale, dell’inflazione. Ma anche, ancora, pensioni, produttività, sicurezza sul lavoro.

Meloni è partita subito mettendo l’accento sulla necessità di un confronto e di un dialogo, che ha definito “necessari e opportuni”. Il Governo, ha detto, ha deciso di instaurare con le parti sociali un confronto per dare una organizzazione più cadenzata del lavoro e per un dialogo strutturato e, spera, proficuo, nel rispetto delle priorità che il Paese ha e che il Governo ha deciso di darsi e delle rispettive posizioni sui temi specifici. “Sono convinta – ha proseguito la premier – che dal dialogo e dal confronto, anche quando le posizioni sono distanti, possa venire un vantaggio quando, come oggi, le persone sono particolarmente competenti sui temi in questione”.

Meloni dice di voler “provare ad andare ancora di più nel profondo”. Anche l’approccio pregiudiziale “non mi stupisce, ma non mi preoccupa. Mi interessa entrare nel merito delle cose, che significa il richiamo alla responsabilità. Quando ci si mette al tavolo bisogna scegliere le priorità con le risorse di cui si dispone. Mi interessano tutti i temi che sollevate e se avessi le risorse avrei già fatto tutto, ma mettendo insieme tutte le richieste si arriva a decine di miliardi”. Per questo occorre fare delle scelte “che puntano sul moltiplicatore più alto. Le scelte vanno fatte, quindi il punto è: vogliamo provare a fare insieme queste scelte?”.

Inflazione

Il tema più scottante è l’aumento generalizzato dei prezzi, che, nonostante il lieve rallentamento degli ultimi mesi, continua a rappresentare un enorme problema per le famiglie e le imprese italiane. “Quello dell’inflazione è il tema più rilevante, dal quale si dipartono anche gli altri. Cercherò di essere presente in prima persona perché si possa sbrogliare insieme il bandolo di questa matassa”.

Meloni anticipa che intende istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell’attuazione e degli effetti dei provvedimenti “che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia”.

Pensioni

Altro nodo da sciogliere, quello del futuro delle pensioni. Meloni insiste sulla necessità di garantire la tenuta del sistema ed evitare “il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni”.

Il 23 marzo è stato istituito presso il Ministero del lavoro l’osservatorio per il monitoraggio della spesa previdenziale. Uno strumento che il Governo definisce utile per mappare tutta la spesa e valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale.

Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici, poi si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future.

Il confronto con le parti sociali su questi temi è particolarmente “prezioso”, sottolinea. La premier invita tutti a partire dal lavoro dell’osservatorio e dei tavoli tecnici – “un lavoro di studio” – per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema pensionistico. “Un confronto che possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa”.

Fisco

Sul fronte fisco, invece, l’obiettivo della delega fiscale è la riforma complessiva del sistema, spiega Meloni, con una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per abbassare la pressione fiscale, oltre alla riduzione già operata in questi mesi. Questo significa, nell’idea del Governo, ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori: in sostanza, abbassare le tasse per più persone.

Meloni si immagina poi di inserire anche per i lavoratori dipendenti una serie di deduzioni, tra le quali quella sui trasporti. Ma anche rendere strutturale i fringe benefit e la detassazione del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio.

“La denatalità – dice la premier – è un’altra grande questione economica, che se non affrontata per tempo renderà molto meno efficaci tutti gli altri provvedimenti. È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa”. Un tema caro, questo, alla destra italiana, che più volte è tornata sulla questione.

PNRR

Durante l’incontro tra Governo e sindacati si è discusso anche, tanto, di PNRR. “Una delle questioni principali, una grande occasione”, ma senza dimenticare – ha rimarcato Meoni – che le risorse devono arrivare a terra per essere spese nelle cose più strategiche. “Il dibattito non deve essere ideologico, ma pragmatico”.

La numero uno di Palazzo Chigi assicura che stanno lavorando al RepowerEu e alla verifica sul PNRR esistente, per “fare un tagliando che tenga conto del mutato scenario della realtà di oggi. Il RepowerUe diventa l’occasione per fare insieme una valutazione su cosa nel PNRR può essere ottimizzato e perfezionato”.

Al PNRR è fortemente connesso anche il tema della ricostruzione nell’Emilia Romagna messa in ginocchio dall’alluvione, perché il Piano di Resilienza offre importanti risorse per la messa in sicurezza dei territori. un tema che va affrontato “con molto pragmatismo e lucidità, sul quale dobbiamo mettere la testa in maniera assolutamente responsabile” ha avvisato Meloni, tornando su una “battuta” già sottolineata nei giorni scorsi: “Mi ha colpito molto il fatto che prima di partire per il G7 in Giappone avevamo appena nominato un Commissario per la siccità. Siamo tornati e dobbiamo nominare quello per l’alluvione”.

Questo per dire che serve rafforzare gli strumenti, soprattutto quelli che consentono di essere pronti qualora l’imprevisto dovesse manifestarsi. Poi rivendica il segnalo “molto chiaro” dato con i primi due Consigli dei ministri. “Adesso si apre il tema della ricostruzione e delle risorse che saranno necessarie a esito della ricognizione che il Governo e la Protezione civile stanno facendo con Regioni e Comuni interessati”.

Sanità

E ancora, la sanità, su cui Meloni mette l’accento sostenendo che il suo Governo è “fortemente impegnato” su questo tema. “Ci diamo l’obiettivo di una riforma complessiva che abbia come priorità la riorganizzazione dei servizi, il miglioramento dell’accesso alle cure, la valorizzazione dei professionisti della sanità“.

Su questo settore c’è un finanziamento importante nel PNRR di oltre 15 miliardi di euro, che, dice la premier, richiede un approfondimento perché è una grande occasione per migliorare il nostro sistema sanitario con strumenti che ci consentano di migliorare il sistema “e non immaginare cattedrali nel deserto. Su questo è importante che ci sia un’interlocuzione molto seria”.

Pil, crescita e lavoro

Meloni nel suo discorso si concentra anche sul Pil e sulla crescita che ci attende. L’economia italiana sta dando segnali incoraggianti in questa fase, le recenti previsioni della Commissione europea hanno rivisto al rialzo il Pil Italiano, prevedendo per l’anno in corso una crescita dell’1,2%, superiore alla media dei Paesi euro.

“Non accadeva da qualche anno” dice, evidenziando come nel Def il Governo abbia scelto di avere un approccio più prudente, pur avendo come obiettivo quello di confermare o migliorare queste previsioni.

Sul fronte lavoro,come registrato dall’ISTAT, a marzo è stato raggiunto il record sia in termini di tasso di occupazione sia di numero di occupati che di contratti a tempo indeterminato. “Anche questo è sicuramente un segnale incoraggiante”. Meloni ricorda come siano stati adottati diversi provvedimenti, come il decreto Lavoro, ma, nell’ottica di incentivare ancora l’occupazione a tempo indeterminato, soprattutto femminile, “che rimane il nostro principale gap rispetto alla media europea”, l’Esecutivo si muoverà con nuove misure nei prossimi mesi. Nessun riferimento a quali, però.

“Se colmassimo quel divario – ha proseguito la presidente del Consiglio – colmeremmo di fatto tutto il gap occupazionale che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei. Questo rimane un grandissimo tema soprattutto per le regioni del Mezzogiorno. I nostri provvedimenti si sono quindi concentrati soprattutto sui fragili, sulle donne, sui giovani e sui percettori del reddito di cittadinanza”.

Riforma costituzionale

Tanti i temi sul tavolo. Meloni parla di riforme e anche di quella costituzionale, su cui vorrebbe sentire la voce delle parti in causa. “Le parti sociali devono certamente essere coinvolte nel dialogo su una materia che interessa tutti. Credo che una proposta di questo tipo debba cercare il maggior coinvolgimento possibile, fermi restano due obiettivi fondamentali che ci siamo dati: la stabilità dei governi e il rispetto della volontà dei cittadini”. All’esito delle interlocuzioni poi l’Esecutivo avanzerà una sua proposta.

La reazione dei sindacati

Lato sindacati, il leader della Cisl Luigi Sbarra ha elencato gli interventi necessari al Paese sul fronte del lavoro e del salario. “Serve che il Governo faccia la sua parte rinnovando i contratti collettivi pubblici, detassando la contrattazione di secondo livello, trasferendo al sistema pubblico la detassazione della produttività e stimolando il sistema delle imprese al rinnovo dei contratti privati. Così come va applicata la 384 del ’92 sulla restituzione del fiscal drag“.

La Cisl condivide una ipotesi di lavoro che deve puntare a contenere l’inflazione e governare i prezzi. Tuttavia, se il taglio cuneo è un primo segnale importante, servono però misure strutturali perché quanto conseguito fino ad oggi sia confermato e riproposto nella Legge di bilancio ed ulteriormente migliorato, spiega Sbarra. Sempre per sostenere i salari, la Cisl ha proposto a Meloni di lavorare anche ad una ipotesi di detassazione delle tredicesime unitamente ai temi della riduzione del prelievo fiscale a sostegno di lavoratori e pensionati.

La Cisl richiama anche un “segnale forte” sulla lotta all’inflazione. Come? Innalzando la tassazione sulle rendite finanziarie e sugli extraprofitti, e valutando anche eventuali contributi di solidarietà sui redditi più alti a sostegno del conseguimento di misure tese alla sostenibilità sociale.

La Uil pone l’attenzione sulla sanità. “Non ci sottraiamo mai al confronto, ma fino a oggi è stato insufficiente: va strutturato in modo organico sul merito delle proposte”. Alcuni di questi temi avranno ricadute nella Manovra, non ci sono nel Def, però, ritenuto infatti inadeguato, vedremo se ci saranno nella Nadef. “Vorremmo parlare di sanità, per esempio, che è un tema molto importante, ma non abbiamo mai incontrato il ministro. Ci vuole insomma una trattativa, un confronto serrato che produca qualche risultato” ha commentato il leader Pierpaolo Bombardieri.

La Uil spinge affinché sia redistribuita la ricchezza per dare la possibilità a chi lavora di vedere aumentati i propri salari: “In questo Paese, c’è un problema che riguarda le politiche salariali, perché i lavoratori, negli ultimi due anni, hanno perso il 10% del loro potere d’acquisto“, ha spiegato Bombardieri.

Sulla delega fiscale invece ci sono idee diverse. “Ci sono 100 miliardi di evasione fiscale, ma questo tema non viene affrontato. Perché l’extratassa sugli extraprofitti non viene applicata alle banche, ai grandi gruppi assicurativi, alle big pharma, alle multinazionali? Il numero di quelle aziende, invece, è stato ridotto. È giusto dare i soldi a chi paga le tasse in giro per l’Europa? A chi applica contratti vergognosi? Il confronto va bene, ma poi servono scelte coerenti”.

Il leader Ugl Paolo Capone, dal canto suo, pur sottolineando l’importanza dell’apertura del Governo, evidenzia come una riforma fiscale non possa limitarsi a una semplice riduzione della pressione fiscale: “L’obiettivo è superare in modo strutturale la fiscalità organizzata sul contribuente-individuo per passare al contribuente-famiglia“, ha detto.

In secondo luogo, occorre riequilibrare il differenziale tra la tassazione sulle rendite finanziarie e quello sul lavoro e sulla produzione, rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale e contributivo, partendo dal lavoro dipendente.

Lato imprese, dice la Ugl, serve affermare il principio per cui le imprese che assumono e investono devono essere incentivate a farlo. In tal senso, la legge delega in materia di fisco riprende alcune priorità già indicate dal sindacato, in un’ottica di riduzione della pressione fiscale. Il rafforzamento del potere d’acquisto dei redditi da lavoro dipendente e da pensione passa da una riforma fiscale equa, conclude, che tenga conto dei carichi familiari e che riduca l’evasione e l’elusione. “La semplificazione dell’Irpef è un obiettivo cui tendere, per permettere ai cittadini di avere un maggiore reddito disponibile”.