DEF, sindacati all’attacco: “Non è adeguato”

Per Confindustria "bene taglio del cuneo fiscale ma serve di più"

Il Documento di Economia e Finanza non convince i sindacati che in audizione in Parlamento rilanciano la mobilitazione: “poche risorse e misure in aulcuni casi inadeguate”, per questo il DEF “non è adeguato alla fase che sta attraversando il Paese”.

DEF, sindacati all’attacco

Per la Cgil “L’unico intervento di politica economica, minimo, a sostegno della domanda è la riduzione del cuneo fiscale. Mancano risposte strutturali per limitare i prezzi, sostenere i redditi da lavoro e pensione anche attraverso la via fiscale e per sostenere la coesione sociale attraverso politiche per l’inclusione”. Bacchettata anche sulle pensioni con  “il superamento della legge Fornero  rimandato per l’ennesima volta. Non ci sono risorse. Il nostro giudizio non può che essere negativo”.

Sempre parlando del taglio del cuneo contributivo “sulle retribuzioni medio-basse nel periodo maggio-dicembre” con risorse per 3,4 miliardi, anche la CISL parla di provvedimento su cui “siamo “favorevoli ma che tuttavia giudichiamo ancora insufficiente per rispondere al problema della difesa delle retribuzioni rispetto all’inflazione”.

Poche risorse

Anche per la Uil nel Def “non ci sono le risposte che attendevamo. I lavoratori dipendenti e i pensionati continuano a subire una perdita del loro potere d’acquisto” a causa dell’alta inflazione e “l’intervento sul cuneo fiscale è insufficiente”.

Taglio del cuneo fiscale accolto positivamente anche da Confindustria ma “serve fare di più”. Positiva la scelta del Governo di confermare gli obiettivi programmatici di deficit fissati a novembre scorso, che prevedono una riduzione progressiva di deficit e debito”, dice il direttore del Centro Studi Confindustria, Alessandro Fontana, nel corso dell’audizione nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato spiegando che “il perseguimento dell’equilibrio dei conti pubblici è cruciale per evitare ulteriori aumenti dei tassi di interesse sul debito pubblico e di quelli praticati a imprese e famiglie.

Confindustria, “serve di più”

L’invito dunque, è a “sostenere il reddito delle famiglie economicamente fragili, incentivare gli investimenti delle imprese, con particolare riferimento a quelli per la transizione energetica, tutelare le imprese che più risentono dell’aumento dei prezzi del gas. Queste, secondo Confindustria, le iniziative che il governo dovrebbe assumere “in uno scenario economico che appare oscurato da diverse nubi” e caratterizzato da un’inflazione ancora elevata”.