Economia in ginocchio con l’alluvione: le conseguenze

L'alluvione in Emilia-Romagna avrà importanti strascichi sull'economia italiana: ecco le conseguenze e tutti prodotti che mancheranno dal territorio

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna negli ultimi giorni ha messo in ginocchio una Regione intera, ma non solo. I danni tremendi causati dall’alluvione, infatti, avranno importanti conseguenze anche sull’economia del Paese, in quanto molti dei prodotti emiliani e romagnoli hanno mercato nel Bel Paese e come export.

Le conseguenze dell’alluvione sull’economia

Una situazione drammatica nell’immediato per tutti i cittadini emiliani e romagnoli, ma che alla lunga si farà risentire anche per l’economia italiana. L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, infatti, avrà ricadute immediate sull’economia di tutta Italia, perché quei territori non più coltivabili non daranno più i frutti che mettevano in moto la produzione agricola che poi veniva esportata internamente a tante Regioni d’Italia.

A partire dalle decine di milioni di alberi da frutta e dalle centinaia di migliaia di animali da allevamento che sono rimasti coinvolti dall’ondata di maltempo, infatti, l’Emilia-Romagna poteva vantare numeri di tutto rispetto. Per quanto riguarda la produzione agricola, per esempio, l’Emilia-Romagna è centrale per tutta la filiera italiana. Stando ai dati ISMEA relativi al 2021, infatti, dalla Regione arrivava il 20% di tutti gli ortaggi e legumi prodotti. È così anche per il 14% dei cereali e il 6% di frutta e agrumi. La vitivinicoltura vale invece l’11% del totale nazionale.

I dati ISMEA fotografano poi il contributo dell’Emilia-Romagna per dei prodotti come, per esempio, il grano tenero (di cui era produttrice del 40% di quello circolante in Italia), così come le pere (49% coltivato in Emilia-Romagna).

Cosa sta facendo il Governo

Ma le istituzioni non restano di certo a guardare. Il Governo, infatti, si è messo a disposizione per i territori più colpiti dal maltempo, con la promessa che arriveranno “risposte immediate”. Ed effettivamente una prima risposta è arrivata dal Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge Alluvioni, che contiene le misure per far fronte all’emergenza.

Si tratta di un primo provvedimento che complessivamente prevede stanziamenti per due miliardi di euro.

Ma il Governo ha anche altre opzioni sul tavolo, come quello del Fondo di Solidarietà Ue che viene attivato di solio in caso di calamità naturali. Dall’anno della sua istituzione (2002) a oggi, l’Italia è in assoluto lo Stato membro che ha chiesto più finanziamenti di questo genere, anche perché è il più esposto a eventi come l’alluvione in Emilia-Romagna.

In 21 anni sono stati richiesti 3,1 miliardi di euro, mentre Paesi come la Germania e la Francia si sono fermati a 1,6 miliardi e addirittura poco meno di 500 milioni di euro. Va comunque sottolineato che le somme che arrivano da questo fondo non sono particolarmente ingenti. Basti pensare che per i terremoti che hanno colpito il Centro Italia tra il 2016 e il 2017 il finanziamento è stato di 1,2 miliardi di euro. Per il sisma che nel 2012 aveva fatto tremare sempre l’Emilia-Romagna le risorse erano pari a 0,7 milioni di euro.

Appare quindi evidente che le risorse che generalmente arrivano dal Fondo non siano risolutive e che la maggior parte degli interventi deve arrivare proprio da Roma che si deve organizzare per garantire una ripartenza celere per dei territori che, oltre a garantire turismo, sono un vero e proprio motore per l’economia nostrana.