Il governo ci ripensa sui disturbi alimentari: fondo rifinanziato per 10 milioni

Il governo ci ripensa sul fondo per le cure ai disturbi alimentari e annuncia il rifinanziamento: ecco cosa potrà essere fatto con il nuovo stanziamento

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

E alla fine il governo Meloni ci ha ripensato sulla cura ai disturbi alimentari, con le polemiche nate dopo i tagli al fondo che hanno portato il ministro della Salute Orazio Schillaci a fare un passo indietro. Critiche che sono servite, e non poco perché grazie a un emendamento al decreto Milleproroghe è arrivato un rifinanziamento al fondo che ora, con l’aggiornamento arrivato, permette ai pazienti di ricevere ulteriori prestazioni ambulatoriali in esenzione.

Il rifinanziamento del fondo per la cura ai disturbi alimentari

Una decisione, quella dell’esecutivo e del ministero della Salute, che arriva al termine di giorni di protesta delle associazioni che si erano impuntate dopo il mancato rinnovo dei fondi per le cure ai disturbi alimentari. Una patologia che, numeri alla mano, solo in Italia colpisce circa 3 milioni di persone. Non un dato da poco che, sommato al pressing delle 40 associazioni dei familiari dei pazienti, hanno portato al dietrofront.

Le famiglie, infatti, nei giorni scorsi avevano manifestato tutta la loro preoccupazione per il mancato rinnovo del finanziamento, sottolineando come i centri per la cura dei disturbi dell’alimentazione fossero così a rischio chiusura e che i pazienti, bisognosi di attenzione, sarebbero stati lasciati in balia del loro destino. Un pressing, come detto, che ha portato anche a scrivere al ministro Schillaci e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Parole che non hanno lasciato i due indifferenti.

La richiesta, infatti, era quella della proroga degli stanziamenti ed era anche stata annunciata loro una manifestazione contro i tagli in diverse città per venerdì prossimo. La legge di Bilancio 2022, ha spiegato Schillaci alla Camera durante un question time, aveva previsto l’istituzione presso il ministero della Salute di un Fondo con una dotazione di 15 milioni per il 2022 e 10 per il 2023.

Entro il 31 ottobre “le Regioni e Province autonome dovranno trasmettere una relazione di rendicontazione finanziaria. Per ora sono state presentate relazioni intermedie da cui risulta che le Regioni hanno impegnato il 59% del finanziamento e speso solo il 3% del finanziamento complessivo”, ha affermato. Nelle more della piena operatività del nuovo nomenclatore tariffario e dell’ulteriore aggiornamento dei Lea, “atteso per il primo semestre 2024 – ha annunciato il ministro – ho deciso di mettere a disposizione del Fondo straordinario, pur in assenza di una completa rendicontazione da parte delle regioni, un fondo di 10 milioni di euro per il 2024“.

Più vantaggi per i pazienti

E lo stanziamento di nuove risorse per il fondo per chi soffre di questi disturbi permette anche di far aumentare le prestazioni gratuite. I pazienti affetti da anoressia e bulimia, infatti, possono usufruire in esenzione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio del disturbo a oggi, ma con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, programmata per inizio aprile, “gli assistiti potranno accedere a 16 nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale e nell’ambito della proposta di aggiornamento dei Lea”.

“La commissione ha rilevato l’importanza di introdurre ulteriori 16 prestazioni di assistenza ambulatoriale da concedere in esenzione per il monitoraggio e la prevenzione di complicanze collegate, che sommate alle precedenti diventeranno 32” ha detto il ministro Schillaci.

L’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario e i nuovi Lea garantiranno quindi “la piena copertura finanziaria in modo strutturale per l’erogazione delle prestazioni a beneficio di tutti pazienti con tali disturbi” ha detto il ministro, sottolineando che non sarà più necessario in futuro “un Fondo straordinario a carattere temporaneo che finora è stato sperimentato”.