Autostrade dello Stato, via alla nascita della Spa pubblica che gestirà le strade a pedaggio

La nuova azienda, controllata dal ministero dell'Economia, nascerà dallo scorporo di alcune attività oggi in capo all'Anas

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto con cui è stata istituita la società per azioni “Autostrade dello Stato”, che sarà controllata dal Ministero dell’Economia e soggetta al controllo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si tratta di una società interamente pubblica incaricata della gestione delle Autostrade statali a pedaggio.

Le autostrade gratuite in Italia

Per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, “attualmente ce ne sono quattro di autostrade pubbliche con pedaggio, ma l’obiettivo dichiarato è quello di creare una concessionaria pubblica. Stiamo progettando una nuova modalità di gestione delle concessioni autostradali, con tariffe molto diverse a seconda delle regioni del Paese. Il nostro obiettivo è ridurre i pedaggi elevati in alcune zone“.

Attualmente, dei oltre 7mila chilometri di autostrade italiane, gestiti tramite Anas Spa, solo poco più di 900 sono ad accesso gratuito. Tra queste autostrade gratuite si includono la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania e il Grande Raccordo Anulare di Roma. Altri 500 chilometri sono gestiti dall’Anas in collaborazione con le Regioni attraverso società miste. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle autostrade italiane è concessa a società private, le quali ricevono da Anas l’incarico di gestire l’autostrada, occuparsi della manutenzione, eventualmente costruire nuovi tratti e riscuotere i pedaggi.

Autostrade dello Stato Spa potrà stipulare non solo convenzioni a titolo oneroso con società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato per acquisire assistenza tecnica, operativa e gestionale, ma soprattutto costituire società di gestione di autostrade statali e acquisire partecipazioni in società esistenti ed operanti nello stesso ramo.

Il futuro di Anas

La nuova società controllata dal Ministero dell’Economia nascerà attraverso lo scorporo di alcune attività attualmente gestite da Anas. La società controllata dal gruppo Ferrovie dello Stato detiene diverse partecipazioni in società concessionarie, tra cui il 100% di Anas International Enterprise (che gestisce 228 chilometri di autostrade all’estero, principalmente in Russia), il 31,75% della Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus (82,5 km), il 50% delle Concessioni Autostradali Venete (74,1 km), il 35% dell’Autostrada Asti-Cuneo (55,7 km), e il 32,13% della Società Italiana Traforo Monte Bianco (5,8 km).

L’Anas attuale si concentrerà sulla gestione di strade non a pedaggio. La sua rete comprende oltre 1.300 chilometri di autostrade e raccordi autostradali gestiti direttamente, tra cui l’A2-Autostrada del Mediterraneo (432,2 km), l’A19-Palermo Catania (191,65 km), e il Grande Raccordo Anulare di Roma (68,22 km).

Imminente anche lo scorporo dal gruppo Ferrovie: Anas pertanto finirebbe per diventare un dipartimento di Cassa depositi e prestiti.

Il ritorno alla gestione pubblica dopo il crollo del ponte Morandi

Dopo le privatizzazioni degli anni Novanta, che hanno portato alla creazione di Aspi e alla consegna della principale rete autostradale italiana al gruppo Benetton, il panorama autostradale italiano ha subito notevoli cambiamenti. Tuttavia, dopo il tragico crollo del ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018, si è assistito a un significativo ritorno sotto il controllo dello Stato.

Nel 2021, l’assemblea di Atlantia ha ceduto la sua controllata Aspi (Autostrade per l’Italia) a un consorzio guidato da Cdp per 9,1 miliardi di euro, di cui otto miliardi sono stati destinati alla holding, posseduta al 30% dai Benetton, mentre il resto è stato acquisito dal colosso tedesco delle assicurazioni Allianz.

Successivamente, nel corso dell’anno successivo, è stato completato il trasferimento dell’88,06% delle quote di Atlantia alla Holding Reti Autostradali. Quest’ultima vede la partecipazione di Cassa Deposito e Prestiti Equity (51%), Blackstone (24,5%) e dei fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%).