La Cina ha annunciato che imporrà dazi tra il 3,8 e il 74,9% sull’importazione di poliossimetilene, un tipo di plastica conosciuto anche come poliformaldeide o con la sigla Pom. Si tratta di un materiale molto resistente e relativamente a basso costo, che viene utilizzato in ambiti molto diversi, dalle apparecchiature mediche alle auto.
I dazi colpiranno Stati Uniti, Unione europea, Giappone e Taiwan, e sono arrivati dopo un’analisi antidumping delle autorità di Pechino. Una mossa che va in senso contrario al recente allentamento dei dazi da parte della Cina nei confronti degli Usa.
I nuovi dazi cinesi
I nuovi dazi cinesi non sembrano essere causati dai comportamenti di altri Paesi. Arrivano infatti dopo un’analisi che avrebbe stabilito che le aziende degli Stati colpiti avrebbero attuato una pratica conosciuta come dumping. Si tratta dell’esportazione a basso prezzo, anche a costo di andare in perdita, di una specifica merce, per impedire lo sviluppo di concorrenza in un determinato Paese o regione.
Una pratica di cui la Cina è stata più volte accusata dagli Stati Uniti, per quanto riguarda il mercato delle auto elettriche, e dall’Europa, per quanto riguarda invece le turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici. I dazi sul Pom potrebbero essere quindi finalizzati alla costruzione di una filiera interna cinese per la produzione di questo tipo di polimero.
L’impatto sull’Italia e sull’Europa
In Italia esistono principalmente tre realtà che si occupano della produzione di Pom. Si tratta di Radici Group, si Sirmax Group e di Lati Industria Termoplastici. Tutte queste aziende hanno però una vasta gamma di prodotti plastici nei loro listini. I dazi sulla poliformaldeide della Cina impatteranno sicuramente le vendite, ma probabilmente non determineranno serie difficoltà per il prossimo futuro.
Allo stesso modo, le esportazioni europee di questo specifico materiale non superano il miliardo di euro, anche se i dati risalgono al 2021. L’impatto dei dazi cinesi quindi non dovrebbe essere particolarmente sentito da parte delle aziende Ue, che possono comunque fare riferimento a un mercato interno che importa quasi la stessa quantità di Pom che il continente esporta.
Dati che sottolineano nuovamente come la mossa della Cina non sia diretta a danneggiare un Paese specifico, come invece quelle americane degli ultimi mesi, ma a proteggere un’industria interna in via di sviluppo.
Continua la riduzione dei dazi degli Usa
Proprio gli Stati Uniti nel frattempo stanno continuando a smantellare l’impianto di dazi eretto negli ultimi mesi. Gli Usa stanno continuando a trattare con la Cina dopo aver ceduto alle richieste di Pechino e aver sospeso tutti i dazi “reciproci” imposti al Paese.
Passi avanti per la normalizzazione dei rapporti anche con il Canada. Durante l’incontro avvenuto a Roma tra il premier canadese Mark Carney e il vicepresidente americano J.D. Vance, Ottawa ha deciso di ridurre alcuni dazi di ritorsione imposti agli Stati Uniti.