La Cina impone dazi all’Ue, fino al 35% sul liquore europeo

Pechino annuncia dazi sul brandy Ue, a seguito delle ritorsioni sulle auto elettriche. Colpiti soprattutto i produttori francesi. Bruxelles promette: "Ci saranno conseguenze"

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 4 Luglio 2025 16:52

Prosegue la guerra dei dazi tra Cina e Unione Europea, con un nuovo capitolo che si apre oggi. Il ministero del Commercio cinese ha deciso di imporre dazi antidumping compresi tra il 27,7% e il 34,9% sull’importazione di brandy dall’Ue, a partire dal 5 luglio, per un periodo di cinque anni.

La motivazione è che, secondo Pechino, il brandy importato dall’Ue rappresenti un caso di dumping, cioè quando un’azienda vende un prodotto all’estero a un prezzo inferiore rispetto al prezzo praticato nel suo mercato interno.

Dai dazi sulle auto al brandy

Il 5 gennaio 2024, il Ministero del Commercio aveva avviato un’inchiesta antidumping sul brandy importato in contenitori di capacità inferiore a 200 litri provenienti dall’Ue. Ciò è avvenuto alcuni mesi dopo l’avvio di indagini da parte di Bruxelles sui sussidi dati dal governo cinese alle auto elettriche. Una decisione che ha portato all’adozione di dazi aggiuntivi alle importazioni di e-car made in China fino al 35%.

A partire dall’11 ottobre 2024, la Cina aveva imposto dazi antidumping provvisori sulle importazioni di brandy dall’UE, con aliquote variabili a seconda del produttore, ad esempio:

  • Jas Hennessy & Co.: 39%;
  • Rémy Martin: 38,1%;
  • Martell: 30,6%.

Queste misure hanno avuto un impatto significativo sulle esportazioni europee, in particolare francesi, poiché la Francia rappresenta circa il 99% delle esportazioni di brandy verso la Cina. Nel 2022, l’export di cognac ha raggiunto un valore di 773 milioni di euro.

Da domani in vigore i dazi anti-dumping sul brandy dell'UE
ANSA
I dazi possono costare caro alla Francia, uno degli esportatori più grossi di cognac al mondo

I marchi esentati dai dazi

Ma non tutte le marche verranno colpite dai dazi. Infatti, alcune aziende che avevano preso impegni sul prezzo minimo, tra cui Martell & Co. di proprietà di Pernod Ricard e Remy Martin di Remy Cointreau, saranno esentate dalle aliquote più elevate, salvo violazione degli impegni presi.

I maggiori produttori di brandy, che hanno visto rallentare le vendite anche negli Stati Uniti, potrebbero tirare un sospiro di sollievo. Al momento, non è chiaro a quali prezzi minimi si siano impegnate ciascuna delle aziende né per quali specifiche qualità di cognac.

In ogni caso, a Parigi il titolo Pernod Ricard cala dell’1% a 89,20 euro e Remy Cointreau dello 0,79% a 47,42 euro. Perdite più contenute a Londra per Diageo (-0,14% a 1.909 pence) e a Milano per Campari (-0,36% a 6,038 euro).

La reazione dell’Europa

L’Unione europea ha reagito a questo aumento, definendolo la decisione ingiusta, incoerente con le norme internazionali applicabili e infondata. Il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill, rispondendo a una domanda sui dazi imposti da Pechino sul brandy europeo ha inoltre specificato come

dall’inizio di questo problema, la Commissione è intervenuta più volte per difendere e sostenere l’industria Ue esprimendo le nostre preoccupazioni crescenti, sollevando le nostre obiezioni riguardo alle chiare mancanze della conduzione dell’indagine. E aggiungo che nessuna delle preoccupazioni che abbiamo identificato e sollevato in una consultazione formale al Wto è stata affrontata.

Per il portavoce comunitario le misure cinesi fanno parte di una strategia di “abuso degli strumenti di difesa commerciale che implica l’avvio di indagini sulla base di accuse discutibili e prove insufficienti in un breve periodo di tempo”. La Ue ora valuterà i prossimi passi per proteggersi dai dazi cinesi.