Benzina più conveniente grazie al taglio delle accise dal 15 maggio

Con la riduzione delle accise sulla benzina e l’aumento su quelle del diesel, l’Italia rivede i listini e accorcia le distanze tra due carburanti storicamente trattati in modo diverso

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 15 Maggio 2025 09:24

Dal 15 maggio 2025 entra in vigore una revisione mirata della fiscalità sui carburanti: le accise sulla benzina si riducono, mentre quelle sul gasolio vengono lievemente innalzate. Il decreto, firmato dal Ministero dell’Ambiente e dal Mef e pubblicato alla vigilia in Gazzetta Ufficiale, traduce in norme una logica tanto semplice quanto ormai inevitabile: chi inquina di più, contribuisce di più.

Il trattamento di favore riservato per anni al diesel, retaggio di un’altra stagione politica ed economica, inizia ora a perdere terreno. Si tratta di un primo passo in un percorso pluriennale concordato con Bruxelles, che mira a ricomporre uno squilibrio fiscale difficilmente difendibile.

Accise benzina giù da oggi: quanto si risparmia

Con la nuova norma, l’accisa sulla benzina viene ridotta di 15 euro ogni 1000 litri, equivalenti a 1,5 centesimi in meno al litro, mentre l’accisa sul gasolio aumenta della stessa entità (1,5 cent/l). In termini pratici, le aliquote vengono rideterminate come segue:

  • benzina – 713,40 euro per 1000 litri (prima era 728,40 €/1000 L);
  • gasolio auto – 632,40 euro per 1000 litri (prima era 617,40 €/1000 L).

Questa variazione si traduce immediatamente in un cambiamento dei prezzi alla pompa. La benzina vede un leggero calo di circa 1,5 centesimi al litro, che con l’Iva (22%) diventa circa 1,8 cent in meno. Il gasolio invece subisce un aumento simile.

Il prezzo medio nazionale stimato in modalità self-service si attesta intorno a 1,69 euro al litro per la benzina e circa 1,58 euro al litro per il diesel dopo l’entrata in vigore del provvedimento.

Il ritocco si traduce in una variazione appena percettibile rispetto ai listini della vigilia: il 14 maggio la benzina self oscillava intorno a 1,695 euro/l, mentre il diesel si manteneva stabile sui 1,58 euro/l. Sulla carta, un pieno da 50 litri consente a chi guida a benzina di tenersi in tasca poco meno di un euro. Chi invece fa il pieno di gasolio, ne versa altrettanti. Più che un risparmio, un pareggio fiscale con inversione di ruoli.

Diesel più caro da maggio: aumenti e prezzi alla pompa

La legge prevede un meccanismo di revisione annuale delle aliquote, modulato in base all’andamento dei prezzi. Le variazioni, comprese tra 1 e 1,5 centesimi al litro, vengono ricalibrate anno dopo anno considerando i prezzi medi dei due mesi più recenti rispetto alla media dell’anno precedente.

Stavolta il calo di circa il 3,8% registrato nei mesi a ridosso del decreto ha spianato la strada all’adeguamento.

Cosa cambia per famiglie, imprese e trasportatori

L’impatto di questa rimodulazione fiscale sarà diverso a seconda dei soggetti coinvolti. Le famiglie e gli automobilisti privati beneficeranno di un piccolo sollievo (il costo di un caffè in un bar periferico) se utilizzano auto a benzina, grazie al lieve ribasso del prezzo del carburante. Per chi invece possiede veicoli diesel, il cambiamento comporta un costo leggermente superiore: in termini assoluti la differenza è minima (poche decine di centesimi in più per un pieno), ma segna un trend di graduale eliminazione dello sconto storico di cui godeva il gasolio.

Per i trasportatori professionali e le aziende di autotrasporto, il tema è più delicato. Il gasolio è il carburante principale per i mezzi pesanti, e un aumento delle accise potrebbe riflettersi sui costi operativi. In questo caso il Governo ha previsto tutele per questo settore: l’incremento di accisa non si applica al “gasolio commerciale” utilizzato dagli autotrasportatori aventi diritto ai rimborsi sulle accise. In pratica, le imprese di trasporto merci pesante continueranno temporaneamente a godere dell’aliquota agevolata precedente (o di rimborsi compensativi), evitando un aumento immediato dei costi per i camion.

Per le altre imprese che utilizzano veicoli aziendali (flotte di auto o furgoni leggeri) l’effetto sarà analogo a quello dei privati: un lieve beneficio se hanno veicoli a benzina e un piccolo aggravio se hanno molti diesel in circolazione.

La manovra produrrà un aumento di gettito per lo Stato (stimato in circa +100 milioni il primo anno) che verrà destinato integralmente al Fondo per il trasporto pubblico locale, contribuendo al finanziamento del rinnovo dei contratti degli operatori del Tpl.

Il monito di Assoutenti sulle accise

Assoutenti spiega che serve intervenire per ridurre le tasse sui carburanti che, sottolinea l’associazione, costano 38 miliardi di euro annui agli italiani:

Oggi Iva e accise pesano per il 61,1% su ogni litro di benzina, 57,2% sul diesel (…). In tema di carburanti il Governo deve operare per una riduzione della tassazione complessiva che pesa su benzina e gasolio e che porta i listini alla pompa praticati in Italia ad essere tra i più cari in Europa.

L’associazione dei consumatori continua:

Oggi le tasse (Iva e accise) pesano per il 61,1% sulla benzina e per il 57,2% sul gasolio. Solo nel 2023, ultimo dato ufficiale disponibile della spesa totale di 70,9 miliardi euro per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato a titolo di Iva e accise.

Una situazione che si ripercuote sui listini alla pompa di benzina e gasolio, tra i più alti in Europa. Il nostro Paese sarebbe infatti:

  • 6° tra i Paesi Ue con il diesel più costoso;
  • 7° tra i Paesi Ue con la benzina più costosa.

Al netto delle tasse, però, sarebbe:

  • 17° per la benzina;
  • 22° per il diesel.

Per questo il presidente Gabriele Melluso ritiene urgente aprire una riflessione in Europa per arrivare a un sistema unico di tassazione, identico per tutti gli Stati membri,

per evitare che l’Italia perda competitività rispetto a Paesi dove i carburanti costano sensibilmente meno e impattano meno su famiglie, industrie e imprese.