Rivoluzione dell’esame di Maturità: dove cambia

Un'ordinanza firmata dal ministro Valditara cambia le modalità di esame per i maturandi delle zone alluvionate in Emilia-Romagna. Coinvolti anche gli studenti di terza media

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Nel 2023 il 21 giugno non coinciderà soltanto con l’arrivo ufficiale dell’estate: per migliaia e migliaia di studenti vorrà dire anche l’inizio della Maturità. Dopo aver spiegato qui come sarà l’esame e cosa cambia quest’anno, ci sono ulteriori novità che riguardano tuttavia solo un gruppo di maturandi e anche di ragazzi che dovranno affrontare l’esame di terza media.

Si tratta degli studenti delle zone colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna (qui tutte le misure approvate dal Governo), destinatari di una misura contenuta nell’ordinanza firmata dal ministro Giuseppe Valditara. A oggi si contano 105 istituti scolastici danneggiati da frane e allagamenti, per un totale di circa 150mila studenti coinvolti. Ecco in cosa consiste.

Come cambia l’esame di Maturità in Emilia-Romagna

L’esame di terza media e di Maturità nelle zone alluvionate della Romagna consisteranno solo in un colloquio orale. Non solo: il ministero dell’Istruzione stabilisce inoltre che non saranno necessari i requisiti delle prove Invalsi e del limite minimo di 200 giorni per l’anno scolastico. Non è dunque richiesto quest’anno il consueto limite minimo di frequenza delle lezioni. La decisione coinvolgerà oltre 6mila ragazzi: circa 3.300 nel Forlivese e 2.900 nel Ravennate.

Per quanto riguarda invece la terza media, l’esame esclusivamente orale sarà finalizzato a “valutare le conoscenze acquisite dallo studente con particolare attenzione alla capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, alla conoscenza della lingua italiana e alle competenze logico-matematiche, in educazione civica e nelle lingue straniere”.

Come si svolgerà la prova orale

Nei Comuni delle aree alluvionate, escluse quelle di Marche e Toscana, l’esame sarà dunque un colloquio interdisciplinare finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente (PECUP). La Commissione terrà conto delle informazioni contenute nel Curriculum dello Studente. La prova orale verrà svolta anche utilizzando la lingua straniera e riguarderà anche l’educazione civica.

Il colloquio inizierà dalla discussione di un argomento appartenente a una disciplina di indirizzo, che inizialmente era stata scelta come oggetto della seconda prova scritta della Maturità. Lo studente dovrà poi discutere un breve testo di lingua e letteratura italiana trattato durante il quinto anno. Ogni dovrà esporre, “mediante una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) o dell’apprendistato di primo livello”.

La valutazione del colloquio è di 60 punti. Fino al 31 agosto 2023, le riunioni degli organi collegiali delle scuole delle aree interessate possono svolgersi anche in modalità telematica, comprese le riunioni dei Consigli di classe per lo svolgimento degli scrutini finali e di ammissione agli Esami di Stato del primo e secondo ciclo di istruzione.

Le polemiche e il caso di Longiano

“Dopo lo stanziamento straordinario di 20 milioni di euro per assicurare una regolare conclusione dell’anno scolastico nelle aree alluvionate, manteniamo un altro impegno preso per sostenere gli studenti che affronteranno gli Esami di Stato. Ai ragazzi delle scuole colpite dall’alluvione garantiamo un esame serio e allo stesso tempo adeguato a una situazione complessa”, commenta il ministro Valditara.

I presidi non sono però dello stesso avviso. I dirigenti scolastici parlano infatti di un “metodo poco chiaro e poco rispettoso”. “Firmare l’ordinanza l’8 giugno sapendo che in Emilia-Romagna le scuole chiudono il 7 non è un aiuto”, afferma a Il Resto del Carlino Paolo Taroni, preside dell’istituto comprensivo di Cotignola e della Ricci Muratori di Ravenna. Quasi tutte le scuole delle zone alluvionate avevano riaperto le porte il 23 maggio e non si era mai parlato di un’ipotesi del genere. “Avrebbero potuto dirlo subito”, prosegue Taroni.

La decisione a estremo ridosso dell’inizio degli esami di fine ciclo ha provocato casi inediti. A Longiano, in provincia di Forlì-Cesena, gli studenti avevano infatti già sostenuto la prima prova. E ora? Sarà invalidata o ci sarà una valutazione straordinaria per non perdere questa fonte di punteggio, dato che i ragazzi hanno studiato e sostenuto un esame? Si attendono pronunce da parte del Ministero, auspicando stavolta maggiore chiarezza e tempestività.