Una grande banca chiude tutte le sue filiali in Italia

Le 21 filiali dell'istituto spagnolo sul territorio italiano contano 738 dipendenti. Cosa succederà ora? Cos'è la desertificazione bancaria e che conseguenze ha sui risparmiatori italiani?

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

La chiamano “desertificazione bancaria”: gli sportelli fisici scompaiono sempre più rapidamente e in sempre più luoghi. Il fenomeno ha colpito anche l’Italia, soprattutto i piccoli Comuni, come dimostra il caso della Santander Consumer Bank (Scb). Il gruppo spagnolo ha infatti deciso di chiudere tutte le sue filiali presenti nel nostro Paese. Ecco perché e cosa succederà (qui avevamo parlato della scomparsa di un altro istituto di credito).

Cos’è la desertificazione bancaria

In Italia ci sono sempre meno banche “fisiche”, complice il maggiore ricorso al digitale. Secondo l’Osservatorio della First Cisl nazionale, in Italia abbiamo un’area vasta quanto i territori di Lombardia, Veneto e Piemonte messi assieme totalmente sprovvista di sportelli bancari. Un grave disagio per chi, come anziani e cittadini di piccoli centri e zone rurali, vede nella filiale del paese un faro per svolgere servizi necessari alla vita quotidiana e risolvere dubbi sul credito. Con conseguenze gravi anche per quanto riguarda le imprese.

Andare in banca, insomma, sta diventando sempre più raro e difficile. Nel 2022 a “restare fuori” sono 4 milioni di italiani, con le banche che hanno chiuso 554 sportelli sul territorio nazionale (-2,6% rispetto al 2021). Un numero destinato ad aumentare, visto che sono circa 6 milioni i connazionali che vivono in Comuni nei quali è rimasto aperto un solo sportello bancario. Diminuisce di conseguenza anche il rapporto fra popolazione e numero di sportelli attivi, passato da 36,5 a 35,5 ogni 100mila abitanti. Tra il 2018 e il 2022 sono stati inoltre disattivati 6.388 sportelli automatici, al ritmo di circa 1.277 all’anno.

Questa banca ha invece azzerato le commissioni.

La decisione di Santander Consumer Bank

Un esempio lampante di questo fenomeno è il caso della Santander Consumer Bank, specializzato in Italia nel credito al consumo. Le 21 filiali del gruppo sparse sul territorio nazionale verranno chiuse, per un totale di 738 dipendenti coinvolti. I sindacati hanno espresso “preoccupazione e contrarietà per un piano che impatta nuovamente sul personale, aggrava la desertificazione bancaria del territorio e mette in difficoltà molte aree disagiate. Sono state prontamente informate le segreterie nazionali, il livello di attenzione da parte del sindacato sarà massimo”.

Il piano di riorganizzazione e trasformazione dell’istituto si è reso necessario, spiegano i vertici, a causa del difficile contesto finanziario, degli aumenti dell’inflazione e dello sviluppo esponenziale degli ultimi anni dei canali digitali. “Siamo di fronte ancora una volta all’ennesimo fenomeno di “desertificazione bancaria che impatta sulla categoria”, commenta il segretario coordinatore Fabi Torino, Paola Cogli Ciccarelli. Il mercato finanziario sta infatti viaggiando a vele spiegate verso la completa digitalizzazione dei servizi, “con una conseguente difficoltà sulla tenuta occupazionale“.

La situazione dei dipendenti della banca

Come riferiscono Fisac Cgil e Fabi, l’istituto spagnolo (presente in tutta Europa) “ha consegnato alle organizzazioni sindacali una comunicazione inerente un piano di ristrutturazione, ai sensi dell’articolo 22 del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro”. Nella comunicazione “viene stimato in eccedenza circa il 14% della forza lavoro della banca, la riduzione di organico riguarda sia il personale delle unità locali sia della sede”.

L’incontro tra azienda e sigle sindacali del 14 settembre si è posto l’obiettivo principe di realizzare un piano che “scongiuri ricadute pesanti sulle lavoratrici e i lavoratori di Santander Consumer Bank”.