Alberto Lavazza, le sfide di quattro generazioni di un marchio italiano storico

Cos'è accaduto nel corso degli anni alla Lavazza: dalla fondazione alle numerose sfide superate nel corso degli anni, fino alla gloria dei mercati

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Quando si parla di Lavazza si pensa al colosso che oggi tutti conoscono. Alle spalle di questo brand c’è però lo sforzo imprenditoriale di quattro generazioni. C’è una storia di cui tener conto per arrivare all’attuale presidente onorario Alberto Lavazza.

Le origini di Lavazza

Il fondatore Luigi Lavazza era nato in un piccolo comune sulle colline del Monferrato, a Murisengo. Ben presto ha scelto la via dell’emigrazione, dopo aver ottenuto un prestito di ben 50 lire in banca. Nuova vita a Torino, tra mille difficoltà.

Le chance erano poche e lui ha visto nel diploma la sua opportunità di emergere. Ha studiato nel poco tempo libero, per poi sposare Emilia Morino, concittadina di Murisengo che per amore lo aveva seguito a Torino. Da lei ha avuto ben nove figli.

In una Torino sempre più aperta all’Europa, colma di negozi, Luigi Lavazza ha scelto di seguire la sua propensione per il commercio. La storia gli ha dato ragione, ma è servito un mix sapiente di genialità, talento e caparbietà per arrivare al trionfo. Nel 1923 Lavazza era già la prima società italiana di lavorazione del caffè. Il tutto con un capitale di 1.5 milioni di lire, diviso tra Luigi Lavazza, sua moglie Emilia e i figli Mario, Giuseppe e Maria.

Il gruppo ha innovato ed è cresciuto, per poi subire gli effetti della guerra e del dopoguerra. Negli anni ’50 un’altra grande scommessa, con il passaggio a una dimensione industriale. Ciò ha portato all’avvio della lavorazione in uno stabile di ben sei piani. Il grande salto di qualità è però avvenuto grazie alla fiducia data al mondo della pubblicità. Lavazza ha così affidato le proprie sorti allo studio di Armando Testa, destinato a farsi un nome in questo campo, eccome.

L’arrivo di Alberto Lavazza

Alberto Lavazza è entrato rapidamente nel gruppo di famiglia. Come sarebbe potuta andare diversamente la sua storia. La morte di Giuseppe nel 1963 ha portato le redini nelle mani di Pericle, affiancato da tempo proprio da Alberto e dal nipote Emilio.

Deceduto Pericle, è stato rispettato un patto stipulato negli anni ’50, con la presidenza passata a Emilio, affiancato però dal cugino Alberto in qualità di amministratore delegato. Ha così avuto inizio la gestione della terza generazione, che ha rispettato le tre regole passate: qualità elevata, rinnovamento dell’offerta e messaggio pubblicitario efficace.

Leadership tutelata ed espansione estera avviata con successo. Emilio è rimasto a capo fino al 2008 (deceduto due anni dopo), cedendo la presidenza al cugino Alberto Lavazza, come previsto.

La rivoluzione di genere

I tempi cambiano, per fortuna, e Lavazza ha saputo adeguarsi. Non è così raro che si verifichino dispute interne a famiglie tanto importanti. Non è però questo il caso. Maria Teresa Rey, compianta moglie di Emilio, ha avuto due figli, Giuseppe e Francesca. Ha soprattutto contribuito a una trasformazione interna, priva di scontri, bensì organica.

La morte del presidente onorario nel 2010 ha sospinto un’accelerazione nel processo necessario di ridefinizione delle norme organizzative. Ha avuto così fine il patto firmato nel 1956, il che ha portato al vertice le donne della famiglia Lavazza:

  • Giuseppe Lavazza: Presidente;
  • Alberto Lavazza: Presidente onorario;
  • Marco Lavazza: Vicepresidente;
  • Antonella Lavazza: Consigliera e Presidente Consiglio di Amministrazione di Finlav S.p.A.;
  • Francesca Lavazza: Amministratrice Delegata di Finlav S.p.A.;
  • Manuela Lavazza: membro del Consiglio di Amministrazione di Finlav S.p.A.