Scuola, stop al ritorno dei voti alle elementari: pedagogisti e attori in rivolta

Anche attori e volti dello spettacolo si uniscono ai pedagogisti che vanno contro il ministro Valditara: la scelta sui voti alle elementari fa discutere

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pedagogisti e attori sono in rivolta dopo il nuovo annuncio da parte del Ministero dell’Istruzione sulla scuola, con la decisione di voler far tornare i voti alle elementari. Con un recente emendamento al ddl che introduce le modifiche al sistema di valutazione delle pagelle, infatti, il ministro Giuseppe Valditara ha chiesto la riforma dei voti anche alle elementari, abbandonando l’attuale giudizio descrittivo, adottato dal 2020, per ritornare al vecchio sistema dei voti numerici o sintetici.

Sul web si è scatenata la polemica, per un passo indietro da parte del dicastero che appena quattro anni dopo l’introduzione dei giudizi descrittivi (in via di apprendimento, base, intermedio e avanzato) vuole cambiare tutto per tornare ai voti del passato. A puntare i piedi contro la decisione ci sono i pedagogisti, che hanno avviato una petizione online che è stata firmata da numerosi volti dello spettacolo che condividono il secco no al ritorno dei voti alle elementari.

Cosa prevede il ddl sui voti alle elementari

A far alzare il polverone è stato l’emendamento al ddl n. 924-bis presentato in Senato. Nel disegno si legge infatti l’intenzione, da parte del Ministero dell’Istruzione, di introdurre nuovamente i “giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti”.

Per giudizi sintetici, nello specifico, si intendono le votazioni che vanno dall’insufficiente all’ottimo, passando per sufficiente e buono. Tipologie di giudizio che erano state mandate in pensione quattro anni fa per far spazio a quelli descrittivi. Ma il ministro Valditara, una volta accomodatosi al Ministero, ha voluto la “contro-rivoluzione“.

Per Valditara, che ha anche svelato l’intenzione di vietare l’uso di cellulari e tablet a scuola, il giudizio “in via di apprendimento, base, intermedio e avanzato” infatti potrebbe essere poco chiaro, motivo per il quale l’obiettivo e fornire “più chiarezza alle famiglie”. Come? Col ritorno delle “vecchie” valutazioni che potrebbero addirittura prevedere il “gravemente insufficiente” come sesto giudizio.

Pedagogisti in rivolta, appello degli attori

Una decisione che non sta bene ai pedagogisti che hanno subito alzato la voce nel tentativo di frenare l’iter parlamentare di un emendamento che presto potrebbe ricevere il via libera definitivo. Una rivoluzione del sistema che, se dovesse essere approvato, entrerà in vigore nei prossimi mesi con l’avvio del nuovo anno scolastico.

I pedagogisti, però, non vogliono che ciò accada e hanno incrociato le braccia avviando una petizione online che ha l’obiettivo di fermare la riforma. “L’appello al Governo e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è quello di fermare questo “colpo di mano” affinché il ministero apra un proficuo confronto con il mondo dell’Istruzione al fine di innescare un percorso condiviso e partecipato che nel tempo possa arrivare a una soluzione che pone al centro gli alunni e la narrazione del loro apprendimento” si legge nella raccolta firme.

Una petizione che intende sottolineare come “valutare significa dare valore” e non “certificare, attestare, rendicontare ma “descrivere” il cammino umano e pedagogico di uno studente”.

Un appello, quello presentato dal pedagogista Daniele Novara e il maestro Alex Corlazzoli, che ha già raccolto numerose adesioni da parte di personalità del mondo della cultura, della scuola e dello spettacolo, tra cui Damiano Tommasi, Silvia Vegetti Finzi, Chiara Saraceno, Alberto Pellai, Alex Zanotelli, Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Luca Zingaretti.