Scuola, riforma istituti tecnico-professionali: in commissione al Senato primo via libera al modello 4+2

La rivoluzione degli istituti tecnici e professionali parte dal primo ok al Senato e prevede la riduzione del ciclo di studi da 5 a 4 anni, oltre al collegamento diretto con gli Its Academy

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La riforma degli istituti tecnici e professionali ha incassato il primo ‘sì’ dalla Commissione VII del Senato – Istruzione, Ricerca, Cultura – e si avvia verso l’approvazione del modello 4+2 fortemente voluto dal ministro Valditara. Il ddl atteso in Aula a inizio 2024 prevede una riduzione da 5 a 4 anni del ciclo di studi e il collegamento diretto con gli Its Academy, i nuovi Istituti tecnici superiori.

La riforma

Il Disegno di legge, varato in Cdm lo scorso settembre, prevede la creazione di una nuova “filiera formativa tecnologico-professionale” che dovrà mettere in rete istituti tecnici, istituti professionali statali, quelli regionali Ifp e IeFp, oltre agli Its Academy.

Gli Istituti tecnici superiori sono in Italia 143 e sono stati già oggetto degli interventi dei precedenti Governi. In particolare dell’Esecutivo Draghi che li ha riformati nell’abito degli obiettivi previsti dal Pnrr, trasformandoli in Academy per sostenere le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo del Paese (qui avevamo spiegato la riforma degli Its Academy).

Nelle intenzioni del ministro Valditara, queste scuole di formazione professionale post-diploma alternativi agli atenei dovranno rappresentare sempre più dei percorsi di studio in simbiosi con il mondo del lavoro, delle vere e proprie Università dedicati al terziario e non alla carriera accademica.

In questo solco rientra la riforma degli istituti tecnici e professionali, di cui avevamo già qui riportato le principali novità, che oltre all’accorciamento del ciclo di studi da quinquennale a quadriennale, si basa sul rafforzamento delle materie di base (in particolare italiano e matematica) su apprendistati formativi e alternanza scuola-lavoro di maggiore qualità, sulle docenze di esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale, insieme a una propensione alle esperienze, soggiorni di studio e stage all’estero (qui avevamo spiegato cosa potrebbe cambiare dall’anno prossimo sull’alternanza scuola-lavoro).

La sperimentazione

La riforma partirà in forma sperimentale dall’anno scolastico 2024/25 e potrà essere applicata un massimo del 30% degli istituti tecnici e professionali attivi sui territori regionali.

“Si tratta di una riforma ambiziosa – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – molto attesa dalle scuole e dal mondo produttivo e in cui questo governo crede fortemente. Avremo una filiera della formazione tecnica e professionale di serie A, grazie al potenziamento delle discipline di base e all’incremento di quelle laboratoriali e professionalizzanti; sarà più forte il raccordo fra scuola e impresa, si punterà molto anche sull’internazionalizzazione e sulla ricerca”.

Il nostro obiettivo è che i giovani abbiano la preparazione adeguata per trovare più rapidamente un impiego qualificato e che le imprese abbiano le professionalità necessarie per essere competitive. Valorizziamo lo straordinario capitale umano rappresentato dai nostri giovani, diamo al sistema Paese la possibilità di correre”, ha concluso Valditara.

“È un primo importante passo nella riqualificazione degli istituti tecnici e professionali”, ha aggiunto la sottosegretaria al Ministero all’Istruzione ed al Merito, Paola Frassinetti, spiegando che “ci sarà una maggiore interazione con le imprese e la possibilità di istituire dei veri e propri Campus per creare poli formativi legati alle esigenze specifiche dei territori. L’obiettivo prioritario di questo Governo è quello di ottenere per i nostri studenti diplomi sempre più qualificati che consentano loro di trovare facilmente occupazione”.