Valditara pronto a cambiare il programma a scuola col ritorno dei libri di testo

Un passo avanti e uno indietro, tra programma di scuola e ritorno ai libri di testo per il ministro Valditara che vuole meno quantità e più qualità nello studio

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è pronto a rivoluzionare la scuola italiana, mettendo mano al programma di studio. Secondo il ministro, infatti, il sistema scolastico italiano prevederebbe l’insegnamento di “troppa roba” che non servirebbe a granché, soprattutto nei livelli del primo e secondo ciclo di istruzione, ovvero infanzia, primaria e medie. Valditara ha quindi aperto alla modifica dei programmi, con l’obiettivo di far prevalere la qualità sulla quantità.

Valditara e il cambio di programma a scuola

Quelle del ministro Giuseppe Valditara sono parole che sanno di vento di cambiamento per la scuola italiana, con i programmi che presto potrebbero essere rivoluzionati. Quanto studiato fin qui tra scuola d’infanzia, elementari e medie, infatti, potrebbe essere soltanto un lontano ricordo se il dicastero decidesse di mettere mano ai piani di studio dei cicli di istruzione primaria e secondaria.

Il ministro, infatti, ha più volte sottolineato che nella scuola italiana si studia troppo e, molto spesso, cose superflue. Tipo? Ha spiegato, per esempio, che in terza elementare “si va a narrare e a spiegare tutte le specie di dinosauri”, una scelta che servirebbe a poco se poi “non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato, che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente”.

La soluzione per Valditara sarebbe una: “Semplificare un poco non nel nome del semplicismo, ma nel nome del far prevalere la qualità sulla quantità“. Per questo motivo il ministro sarebbe pronto a nominare una nuova commissione per rivedere le Indicazioni nazionali.

Stop a cellulari e tablet, tornano i libri?

Ma non solo, perché nella rivoluzione del sistema scolastico ci sarebbe anche la volontà di fare un passo indietro. Dai dispositivi tecnologici come tablet, cellulari e pc, infatti, si potrebbe tornare ai vecchi libri di testo. Quelli fatti di carta vera e propria, non di pagine in pdf sfogliate in digitale.

“Non concepisco una didattica fatta sul cellulare che ha effetti molto negativi sul bambino, sulla sua concentrazione, creatività e ci sono tanti studi su questo”, ha spiegato sottolineando “l’importanza del libro, della scrittura, poi dopo c’è il tablet”.

Il peso economico dei libri a scuola

E se dovesse essere ritorno ai libri di testo, di certo non sarà una bella notizia per le tasche degli italiani. Infatti negli ultimi anni, oltre al sempre presente aumento dei materiali scolastici come zaini e quaderni, i rincari hanno colpito anche i libri di testo. Creare tutto la “libreria” scolastica è diventata un’impresa.

Rispetto all’anno scolastico 2022-2023, infatti, sono stati registrati incrementi dei costi del 2% per le scuole superiori e addirittura del 10% per le scuole medie. Per l’anno scolastico 2023-2024 si è stimato che per ogni studente sono stati spesi in media 502 euro solo per l’acquisto dei libri, ma con variazioni a seconda del grado scolastico. Per gli studenti delle superiori, per esempio, per l’acquisto dei libri di testo più quattro dizionari il costo è lievitato a ben 695 euro, per le medie invece 488 euro circa.

Un problema che ha reso complicate le vite delle famiglie da nord a sud, senza distinzione. La causa? La sempre presente inflazione. Ma gli editori si difendono: “La crescita dei prezzi è al di sotto dei livelli di inflazione”.