Trump è stato incriminato: cosa rischia adesso

Il tycoon è il primo ex presidente degli Stati Uniti ad essere incriminato penalmente: martedì si consegnerà a New York per la prima udienza, ma senza manette

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

È arrivata a sorpresa l’incriminazione di Donald Trump, una decisione attesa non prima della fine di aprile da parte del Gran Giurì che ha colto alla sprovvista soprattutto l’imputato, il primo ex presidente della storia degli Stati Uniti ad essere incriminato penalmente. Secondo le indiscrezioni dei media americani, il procuratore di Manhattan voleva che il tycoon si consegnasse oggi stesso per essere arrestato, ma visto il caso senza precedenti gli avvocati hanno ottenuto più tempo: martedì Trump si recherà a New York per la prima udienza sul caso Stormy Daniels, la pornostar che, secondo l’accusa, pagò 130mila dollari affinché non rilevasse la loro relazione in campagna elettorale.

Trump è stato incriminato: cosa rischia

Prima di comparire davanti al giudice, l’ex commander-in-chief si presenterà per la foto segnaletica e le impronte digitali ma, assicurano i suoi legali, non sarà in manette.

Durante la prima udienza saranno formalizzate i capi di imputazione che, secondo quanto rivelato dalla Cnn, sarebbero 30, tra i quali anche accuse di frode societaria. Il procuratore Alvin Bragg sostiene che l’ex presidente abbia commesso un illecito registrando come spese legali i 130mila dollari restituiti all’avvocato Michael Cohen, che aveva pagato di tasca propria Stormy Daniels per pagare il silenzio della pornostar sulla relazione avuta con Trump nel 2006, violando anche le leggi sul finanziamento elettorale.

L’illecito, infatti, sarebbe stato commesso per impedire che le rivelazioni della donna potessero influenzare la campagna elettorale del 2016. Ma si tratterebbe del minore dei reati, di fronte a un impianto accusatorio che per Trump si prospetta di gran lunga più compromettente (qui avevamo parlato dell’indagine di spionaggio dell’Fbi a suo carico).

Per il caso Stormy Daniels, l’ex presidente rischierebbe un’ammenda, nel caso sia considerato un misfatto, o da 1 a 4 anni di carcere se fosse classificato come reato.

Nell’udienza di martedì il giudice dovrà stabilire le condizioni del rilascio, che potrebbero prevedere anche restrizioni di movimento se non addirittura gli arresti domiciliari.

Trump è stato incriminato: i risvolti politici

L’incriminazione avrebbe un impatto decisamente maggiore sulla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2024: la Costituzione degli Stati Uniti non prevede l’obbligo per i candidati di una fedina penale pulita, ma qualsiasi procedimento risulterebbe un grosso ostacolo per la seconda corsa di Trump alla Casa Bianca.

Il miliardario ha bollato l’incriminazione come “una persecuzione politica e un’interferenza elettorale”, “una caccia alle streghe che si ritorcerà contro Biden” (qui abbiamo parlato dell’idea di Biden sulla patrimoniale negli Usa) sparando a zero per il resto della giornata contro i democratici, il procuratore Bragg “scelto e finanziato da George Soros” e il giudice Juan Manuel Marchan, che potrebbe ritrovarsi di fronte martedì.

Trump ha esortato i suoi sostenitori a protestare contro il suo arresto e sarebbe riuscito a raccogliere circa un milione e mezzo di dollari tramite la raccolta fondi rilanciata per l’occasione.

L’allerta per il rischio disordini e violenze da parte dei seguaci dell’ex presidente per le strade della Grande Mela è alta. A tutti gli agenti del New York Police Department della zona è stato chiesto a partire da oggi di indossare l’uniforme come “misura precauzionale” e di essere “pronti ad essere schierati in qualsiasi momento”.

Al momento in piazza però si sarebbe presentato solo un piccolo gruppo anti-Trump, per festeggiare la sua incriminazione al grido di “arrestatelo e buttate le chiavi”.