Ferragni-Balocco, i contenuti delle mail: “Massima attenzione all’attività benefica”

Sarebbero al centro delle indagini della Procura di Milano le email tra la società di Chiara Ferragni e Balocco. Le email, datate 2021, confermeranno o smonteranno l'accusa di truffa aggravata

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nei prossimi giorni, Chiara Ferragni e Alessandra Balocco verranno sentite per il caso del pandoro griffato. L’indagine è stata innescata da alcune mail scambiate tra la società dell’influencer e la Balocco. Risale a novembre del 2022 il momento in cui l’argomento delle email si concentra sulla modalità di comunicare le donazioni. Il manager della Balocco aveva cercato di chiarire l’approccio: “Per noi è molto importante evidenziare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite, poiché si tratta di una donazione non legata alle performance del prodotto sul mercato”. Nel corso degli scambi di email, una di esse evidenzia: “Massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite. Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono.”

Lo scambio di mail: come sono cambiate le due versioni della pubblicità

Gli atti mostrano che la Balocco non voleva includere nel comunicato il legame tra la donazione e le vendite del prodotto. Infatti, l’originale proposto dall’azienda dolciaria recitava: “Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva realizzata in collaborazione con Chiara Ferragni: il Pandoro “#PinkChristmas”. […] Con questo prodotto Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, finanziando un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.”

Il comunicato è stato poi rivisto e corretto dal team Ferragni in questo modo: “Buongiorno. Ho rivisto il comunicato in qualche punto. Te lo rimando in allegato. […] ‘Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino.'”

Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, “Balocco nella definizione dei vari contenuti dei post e delle stories poi pubblicate dalla Signora Chiara Ferragni ha sottolineato la non opportunità di menzionare le vendite del Pandoro griffato come legate alla donazione”.

L’avviso dell’AGCOM

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) evidenzia ulteriormente: “In riferimento al contenuto del cartiglio apposto sui Pandori griffati (che riportava: ‘Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing’), si evidenzia che in nessuna parte del messaggio è dato rinvenire che il finanziamento si riferisce a una donazione fatta in cifra fissa e mesi prima; al contrario, la formulazione, data anche la sua collocazione sulla confezione del pandoro, lasciava intendere che il reperimento dei fondi per la donazione fosse legato alle vendite del Pandoro griffato.”

Si aggiunge che il cartiglio, presente su tutti i Pandori “Pink Christmas”, veicolava un messaggio ambiguo e confuso al consumatore al momento dell’acquisto. Inoltre, il Pandoro “griffato” veniva proposto al pubblico a un prezzo due volte e mezza superiore rispetto al Pandoro classico Balocco, circa € 9,37 a confezione contro i circa € 3,68 del Pandoro Balocco tradizionale. Questa significativa differenza di prezzo, non giustificata da una maggiore qualità degli ingredienti, rafforzava l’idea nel consumatore che nel costo aggiuntivo del Pandoro griffato fosse inclusa una contribuzione alla citata donazione.